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MONDO

Un anno dopo la destituzione di Morsi

Chi sono i Fratelli Musulmani

Fondata nel 1928 in Egitto, negli anni la Fratellanza ha costruito una solida rete economica e sociale all'estero. Nel 2012, il suo candidato Morsi viene eletto presidente egiziano. Ora è stata dichiarata "organizzazione terroristica" e il suo leader Mohammed Badie è stato condannato a morte

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L’avventura politica dei Fratelli Musulmani alla guida dell’Egitto finisce esattamente un anno fa, il 3 luglio del 2013, quando  i militari destituiscono il presidente Mohammed Morsi. E' il primo democraticamente eletto nella storia del Paese, ma si è attirato l'ira di molti egiziani che in piazza, al Cairo, protestano contro quello che definiscono il tentativo di islamizzazione del Paese.

L'obiettivo: riportare l'Islam al centro della vita politica
La storia dell’organizzazione affonda le sue radici nell’Egitto sotto il dominio della corona britannica. Fondata nel 1928 da Hasan al Banna con l’obiettivo di riportare l’Islam al centro della vita sociale e politica e combattere l’occidentalizzazione dei costumi, la Fratellanza raggiunge subito un ruolo di primo piano soprattutto tra i ceti meno abbienti. Mutua dallo scoutismo, cui i Fratelli Musulmani si ispirano, l'idea di aprire vari centri nei quartieri più poveri dove servono educazione e assistenza economica. 

L'assassinio di Hasan al Banna 
Nel 1949 Hasan al Banna viene assassinato da alcuni agenti monarchici per bloccare l’ascesa del movimento che già conta migliaia di sostenitori. Tre anni dopo, con il golpe militare che rovescia la monarchia, la Fratellanza punta a un ruolo politico attivo. In un primo momento Nasser concede qualche apertura, poi, nel 1954, sopravvive a un attentato che viene attribuito proprio a uomini della Fratellanza. Inizia così la repressione: arresti, torture, condanne a morte. In molti fuggono all’estero.

La diaspora dei Fratelli Musulmani 
Questa diaspora porta alcune figure apicali della Fratellanza in Siria, Giordania e Arabia Saudita. Negli anni si sviluppa una rete politica ed economica molto solida, dalla Malesia all’Algeria fino all’Europa. La diffusione capillare nel Vecchio Continente diventa evidente quando nel 2001 a Lugano, nell’abitazione di alcuni dirigenti di una banca islamica, viene trovato il documento ribattezzato “la strategia finanziaria dei Fratelli Musulmani”. Su questo testo, il giornalista di Le Temps Sylvan Besson scriverà un libro dal titolo “La conquista dell’Occidente”.

L'apertura di Mubarak 
Dopo la morte di Nasser per i Fratelli Musulmani inizia una fase di apertura con il presidente Sadat, ma è solo con Mubarak che per loro si aprono le porte del Parlamento, anche se solo come affiliati ad altri partiti e non otterranno mai alte cariche dello Stato.

Morsi: elezione e destituzione 
Poco dopo le dimissioni di Mubarak a seguito delle rivolte di Piazza Tahrir, nel 2011, nasce ufficialmente il partito Libertà e Giustizia, braccio politico dei Fratelli Musulmani che ottiene 235 seggi in Parlamento su 498. Il suo candidato, Mohammed Morsi, nel 2012 diventa il primo presidente egiziano democraticamente eletto. Al potere per circa un anno, il suo mandato viene ricordato per la nuova e controversa Costituzione islamista (che ha portato in piazza migliaia di egiziani contrari) e l’abrogazione della legge che vietava di utilizzare slogan religiosi – come “L’Islam è la soluzione”, caro alla Fratellanza – in campagna elettorale. Dopo pesanti proteste di piazza, il suo mandato viene bruscamente interrotto dai militari: Morsi viene destituito e il Paese si spacca in manifestazioni a favore e contro il golpe.

Fuorilegge nell'Egitto di Sisi 
Partiti o movimenti che fanno parte della famiglia spirituale della Fratellanza sono attivi sia in Africa sia in Medio Oriente: Ennahda in Tunisia, l'AKP in Turchia, il Fronte di Azione Islamica in Giordania, il Partito della Giustizia e dell'Unità in Somalia. In Egitto, dopo la presidenza di Morsi, i Fratelli Musulmani sono fuorilegge e classificati come "organizzazione terroristica". Pochi giorni fa un altro passaggio della resa dei conti dell’Egitto del generale Sisi: condanna a morte del leader Mohammed Badie e di altri 182 militanti. La sentenza, contro cui le famiglie hanno presentato ricorso, è parte di uno dei due grandi processi di massa a seguito delle violenze esplose dopo lo sgombero delle due piazze del Cairo in cui era in corso un sit-in della Fratellanza contro la destituzione di Morsi. Nei due tronconi del processo gli imputati sono rispettivamente 683 e 529. 
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