MONDO
Presidente Usa chiama Putin, Merkel, Hollande e Shinzo Abe
Usa, rifugiati fermati in aeroporti: ricorsi all'ordine esecutivo. Trump telefona ai leader mondiali
Il presidente statunitense: "Il mio ordine non è una messa al bando dei musulmani". Reazioni al giro di vite del presidente degli Stati Uniti sugli ingressi, monta la protesta e arrivano i primi ricorsi. Intanto fonti dell'amministrazione Usa rendono noto che si è svolta una telefonata Trump-Putin. Telefonate anche con altri leader mondiali: Hollande, Merkel, il premier nipponico
Siria: Russia, noi e Usa per "reale coordinamento" contro Isis
Il Cremlino a proposito della telefonata fa sapere che i presidenti di Russia ed Usa, Vladimir Putin e Donald Trump, sono intenzionati a perseguire l'obiettivo di un "autentico coordinamento" in Siria per sradicare l'Isis.
Telefonata con la Merkel
Il presidente americano Donald Trump ha telefonato alla cancelliera tedesca Angela Merkel. Secondo il portavoce della Casa Bianca, la conversazione fra i due leader è durata almeno 45 minuti. Trump ha accettato l'invito di Angela Merkel a partecipare al G-20 in programma ad Amburgo in luglio e ha detto che non vede l'ora di ricevere presto il cancelliere tedesco a Washington: lo riferisce la Casa Bianca.
Contatto telefonico Hollande-Trump
Oggi il neo presidente Usa ha chiamato anche il premier nipponico Shinzo Abe e nel pomeriggio Francois Hollande. Il presidente francese ha sottolineato la convinzione della Francia che "la battaglia avviata per la difesa delle nostre democrazie sarà efficace soltanto se inserita nel rispetto dei principi su cui sono fondate, in particolare l'accoglienza dei rifugiati". Lo riferisce l'Eliseo aggiungendo che "di fronte a un mondo instabile e incerto, ripiegarsi su se stessi è un atteggiamento senza sbocco".
Trump: non è messa al bando dei musulmani
La risposta del presidente degli Stati Uniti non si è fatta attendere. Trump ha detto: " Il mio ordine esecutivo non è una messa al bando dei musulmani". Il divieto di immigrazione dai sette paesi islamici "sta funzionando molto bene", ha aggiunto il presidente degli Usa.
Reazioni a ordine esecutivo
Intanto ci sono degli sviluppi dopo l'ordine esecutivo firmato da Trump denominato "Protezione della nazione dall'ingresso di terroristi stranieri negli Stati Uniti".
Ricorsi e proteste negli aeroporti Usa
Vari rifugiati e migranti sono stati fermati al loro arrivo negli aeroporti degli Stati Uniti, in applicazione dell'ordine firmato dal presidente Donald Trump che impedisce l'ingresso negli Usa ai cittadini di sette Paesi a maggioranza musulmana. Lo hanno riferito i media locali. Gli avvocati di due iracheni, trattenuti nell'aeroporto di New York, hanno presentato ricorsi davanti ai giudici per ottenere la liberazione.
Attualmente non è noto quanti siano i rifugiati che sono stati fermati nelle ultime ore negli Usa. È noto però che un iracheno fermato nello scalo JFK di New York lavora per il governo americano nel suo Paese da dieci anni, hanno spiegato i suoi avvocati. Un altro iracheno viaggiava per riunirsi con la moglie e il figlio, rifugiati dopo aver collaborato con l'esercito americano. Secondo le carte presentate in tribunale, i due avevano tutte le carte in regola per essere ammessi e nessun motivo che giustifichi la detenzione.
Gli avvocati denunciano anche che non è stato loro consentito incontrare i loro assistiti e che quando hanno domandato agli agenti di frontiera a chi dovessero parlare per discutere il caso è stato loro risposto: "Al presidente, chiamate il signor Trump".
Ammesso un iracheno. Si può decidere caso per caso
È stato rilasciato Hameed Khalid Darweesh, uno dei due cittadini iracheni in possesso di visto per entrare negli Stati Uniti, arrestati al loro arrivo a New York in seguito al decreto di Trump. Lo scrive la Cnn online. L'uomo, che ha lavorato come interprete per conto del governo Usa in Iraq per 10 anni, ha avviato insieme all'altro iracheno fermato un'azione legale contro il presidente americano, poiché in possesso di visti validi. "L'America è la terra della libertà", ha detto ai giornalisti Darweesh in aeroporto poco dopo la sua liberazione. "L'America è la più grande nazione". Una fonte a conoscenza del caso ha confermato che a Darweesh sarà consentito entrare negli Stati Uniti in base alle disposizioni di Trump che permettono ai dipartimenti di Stato e alla Homeland Security di ammettere gli individui negli Stati Uniti sulla base di una
procedura caso per caso.
L'ordine esecutivo di Trump
Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo "per tenere i terroristi dell'Islam radicale fuori dagli Usa". Si tratta dell'annunciato decreto sui "controlli accurati" per i rifugiati che arrivano da Paesi considerati a rischio. La firma è avvenuta al dipartimento della Difesa, dove si è svolta la cerimonia formale del giuramento del nuovo capo del Pentagono, James Mattis. "Non vogliamo terroristi nel nostro Paese - ha detto Trump - non dimenticheremo la lezione dell'11 settembre, non solo a parole ma anche con azioni". L'ordine esecutivo è stato denominato "Protezione della nazione dall'ingresso di terroristi stranieri negli Stati Uniti".
Divieto riguarda anche persone con doppia nazionalità
Il divieto all'ingresso negli Usa per i cittadini di sette Paesi a maggioranza musulmana riguarda anche coloro che hanno doppio passaporto. Lo ha riferito il Wall Street Journal, citando un comunicato che dovrebbe essere pubblicato dal dipartimento di Stato. La misura andrebbe oltre il divieto imposto a Iraq, Iran, Somalia, Sudan, Siria, Libia e Yemen. Il divieto temporaneo riguarderebbe qualsiasi cittadino originario di tali Paesi, anche se in possesso di passaporto di un'altra nazione. Per esempio, un iracheno con seconda nazionalità britannica non potrà entrare negli Usa utilizzando il passaporto del Regno Unito, che sinora permetteva di viaggiare senza visto. Invece, la misura non si applicherà ai cittadini statunitensi che abbiano anche la nazionalità di uno dei sette Paesi.
L'Iran applica la reciprocità
"La Repubblica islamica dell'Iran, pur nel rispetto del popolo americano e per difendere i diritti dei suoi cittadini, ha deciso di applicare il principio di reciprocità dopo la offensiva decisione degli Stati Uniti nei riguardi dei cittadini iraniani fino a quando la misura non sarà revocata". Lo ha reso noto il ministero degli Esteri in un comunicato diffuso dalla televisione di Stato.