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ECONOMIA

Possibile nuove azioni di politica monetaria

Visco: "Le riforme non bastano, serve una nuova politica economica per il Paese"

Il governatore di Bankitalia cerca di spiegare i motivi del persistere della crisi: "Serve un contesto che riavvii gli investimenti"

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"Insieme con le riforme strutturali specifiche del Paese sul lato dell'offerta, serve una più ampia azione di politica economica per accelerare la costituzione di infrastrutture, sia materiali che immateriali, indispensabili per il successo di un vero mercato unico", ha detto il Governatore di Bankitalia Ignazio Visco parlando all'Eurofi. "Il cuore del problema" della crisi oggi sta nella debolezza della domanda aggregata e per "far ripartire la ripresa" serve creare un contesto più favorevole per riavviare gli investimenti, "pubblici, privati, nazionali ed europei". Visco commenta anche le decisioni arrivate da Francoforte: "Se necessario, potrebbero essere intraprese ulteriori azioni di politica monetaria".

Il Governatore ha sottolineato come sia "di primaria importanza evitare il rischio che un periodo troppo prolungato di bassa inflazione possa eventualmente portare a un dis-ancoraggio delle aspettative di inflazione a medio termine". Le maxi aste di finanziamento della Bce alle banche, legate alla concessione di prestiti potrebbero "portare a un impatto benefico sul Pil dello 0,5%, una cifra considerevole". Questa la stima di Visco a condizione che le banche "trasmettano i risparmi sui costi" ai propri clienti. "Nell'area euro i dati recenti indicano che le prospettive di crescita restano scarse e la debolezza economica non è più confinata ai Paesi sotto stress". Visco prosegue affermando che "calando, anche in negativo, i tassi di inflazione, il consolidamento del debito pubblico e privato è più difficile, mentre persistenti rigidità nominali ostacolano l'aggiustamento dei prezzi relativi".

I tassi sui prestiti bancari a famiglie e imprese dei Paesi dell'euro sotto stress "restano ancora più alti della media" dell'Eurozona, "riflettendo principalmente il maggiore rischio di credito". E' quanto sottolinea il governatore di Banca d'Italia che cita gli ultimi dati di luglio che evidenziano "tassi più alti di sessanta punti base per le imprese non finanziarie".
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