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MONDO

Stati Uniti

Wall Street peggior seduta dal 1987, record negativo Nasdaq. Trump: potremmo andare in recessione

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Il panico da coronavirus affonda Wall Street. Non sono bastati né l'intervento della Federal Reserve né l'annunciata volontà del G7 di agire in modo coordinato per salvare l'economia a raffreddare i timori degli investitori. 

Wall Street ha chiuso oggi con il Dow Jones a -12,94% la peggior seduta in termini percentuali dal lunedì nero del 1987, quando lasciò sul terreno il 22,%. In termini di punti assoluti, però, e' stata la sessione più nera di sempre. La Borsa di New York è tornata, in termini di punti, ai livelli del febbraio 2017. Per il Nasdaq, che ha ceduto il 12,32%, si tratta di un record negativo assoluto.

Neanche Donald Trump è riuscito a fermare l'emorragia. Anzi, il suo avvertimento che l'economia statunitense potrebbe finire in recessione nel secondo trimestre e l'avviso che l'epidemia potrebbe durare fino all'estate hanno rafforzato l'ondata di vendite sul finale di sessione. A peggiorare le cose ci si è messo poi il nuovo tracollo del prezzo del petrolio. Il Wti ha perso il 9,5%% a 28,70 dollari a barile al Nymex, trascinando sul fondo con sé l'intero comparto energetico. 

Trump: potremmo andare in recessione
Negli Stati Uniti una recessione è possibile a causa della pandemia di coronavirus. Lo ha detto il presidente, Donald Trump in conferenza stampa. "Potrebbe essere possibile", ha risposto Trump ad una domanda specifica. "Non pensiamo in termini di recessione. Pensiamo in termini di virus", ha aggiunto il presidente degli Stati Uniti.

Trump: situazione coronavirus non è sotto controllo
Trump ha ammesso per la prima volta che la situazione causata dal coronavirus in Usa "non è sotto controllo" e ha definito il Covid-19 un "nemico invisibile".

"Sosterremo compagnie aeree al 100%" 
Gli Stati Uniti sosterranno le compagnie aeree "al 100%", durante i contraccolpi economici dovuti all'epidemia di Covid-19, ha assicurato il presidente Usa sottolineando che "non è colpa" delle compagnie aeree quanto sta accadendo. Non è colpa di nessuno, a meno che non si vada alla fonte originaria", ha poi aggiunto di nuovo puntando il dito contro la Cina, dove si è sviluppato il virus. Trump non ha specificato se ci saranno prestiti o salvataggi per l'industria del trasporto aereo.

Le compagnie aeree hanno pagato un pesante dazio alla chiusura dei confini decisa da molti Paesi, nonostante lo stesso presidente Usa abbia fatto sapere che è pronto a sostenerle "al 100%". Dalle aviolinee è arrivata una richiesta di 50 miliardi di dollari per far fronte ai danni del coronavirus. E poco gradita al listino è stata anche la decisione di molte banche di sospende i loro piani di buyback. Tra gli investitori si fa strada la sensazione che neanche le autorità sappiano con certezza quando il Covid-19 deciderà di farsi da parte. E il conto dei danni prodotti all'economia si fa ogni giorno più salato. A provare a rassicurarli, anch'egli senza grande successo, ha tentato il consigliere economico della casa Bianca, Larry Kudlow, che ha calcolato in 400 miliardi di dollari il valore delle misure già annunciate dall'amministrazione Trump. Cifra che potrebbe salire a 800 miliardi di dollari se il Congresso approverà il taglio delle tasse sui salari proposto dal presidente. L'intervento a sorpresa della Fed, affermano gli analisti, fa pensare che la preoccupazione per lo stato di salute dell'economia sia davvero molto alta e che gli arsenali siano ormai scarichi. Gli investitori cominciano a chiedersi quanto altro possano fare le banche centrali in assenza di misure coordinate e tempestive dei governi. E in questo senso il comunicato del G7 non ha fatto che provocare ulteriore delusione: molti buoni principi e poche misure concrete. In fuga dall'azionario il denaro continua a spostarsi sull'obbligazionario. Non si ferma infatti la corsa dei Treasuries, con il rendimento del decennale al minimo record dello 0,732%, dallo 0,946% della fine della settimana scorsa.
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