SCIENZA
Spazio
L'amministratore della Nasa: "Tra 20 anni l'uomo su Marte"
Charles Frank Bolden Jr parla dei progetti dell'agenzia spaziale statunitense, molti dei quali in collaborazione con l'Italia: "L'Asi per noi è un partner fondamentale"
Roma
Tra dieci anni un uomo su un asteroide, tra venti su Marte. L’amministratore della Nasa, Charles Frank Bolden Jr, fissa le prossime tappe dell’esplorazione umana dello spazio. Quattro volte in carriera a bordo dello shuttle, primo afroamericano alla guida dell’agenzia spaziale statunitense, a Roma ha incontrato i vertici dell’Asi e dell’Esa.
Che ruolo ha l’Italia nelle Scienze Spaziali?
Per noi è un partner fondamentale, sia sulla Stazione Spaziale Internazionale sia nelle relazioni bilaterali collegate a progetti nei vari ambiti di ricerca ed esplorazione in cui la Nasa è coinvolta. Gli italiani tra l’altro saranno anche nel team dell’Agenzia Spaziale Europea che fornirà un modulo per la navicella Orion, il nostro prossimo veicolo di esplorazione dello spazio profondo.
Lei è stato quattro volte sullo shuttle. Che consigli può dare a Samantha Cristoforetti, che tra un mese andrà sulla Stazione Spaziale Internazionale e diventerà la prima donna italiana nello spazio?
Non ha bisogno di consigli, ma le direi di rilassarsi e di godersi l’esperienza. So che farà un ottimo lavoro perché è addestrata egregiamente e non vedo l’ora di avere l’opportunità di incontrarla prima che parta. L’altra cosa che le direi è: “Assicurati di non essere l’ultima donna italiana nello spazio. Torna e recluta molte altre giovani donne che seguano i tuoi passi”.
La Cina e l’India hanno iniziato la propria corsa verso lo spazio. Cosa pensa dei loro progetti?
Collaboriamo con la Cina e l’India in vari modi, come facciamo con altre nazioni. Ad esempio stiamo collaborando con la missione indiana che una decina di giorni fa è arrivata in orbita intorno a Marte. Lo abbiamo fatto anche nella missione Chandrayaan 1, diretta sulla Luna, e stiamo lavorando con loro sulla Chandrayaan 2. Il primo ministro indiano ha incontrato il presidente Obama a Washington e hanno rilasciato un a dichiarazione congiunta sul valore della nostra cooperazione in ambito spaziale. Collaboriamo anche con l’Accademia delle Scienze cinese in due aree: la geodetica, cioè lo studio di come la Terra si muove e potenzialmente la ricerca di segnali di terremoti in arrivo, e anche nello studio dei ghiacciai dell’Himalaya. Abbiamo 122 partner nel mondo e lavoriamo con molti di loro in svariati modi.
45 anni fa la Nasa portò un uomo sulla Luna. Dove sarà arrivata l’umanità nel 2060?
Penso che saremo andati ancora più in profondità nell’esplorazione umana del Sistema Solare. Oggi la nostra destinazione, il nostro orizzonte, è Marte. Tutto ciò che facciamo, nello sviluppo delle tecnologie e nello studio della fisiologia umana nello spazio, servirà per portare in tutta sicurezza degli astronauti sul Pianeta Rosso, farceli rimanere per un periodo di tempo e farli tornare indietro. Entro il 2025 cercheremo di essere in grado di mandare degli uomini su un asteroide. L’obiettivo è spostarne uno dalla sua orbita e posizionarlo in orbita intorno alla Luna. È quello che chiamiamo il terreno di prova che ci permetterà di fare il passo successivo, che sarà verso Marte, dove gli uomini arriveranno a metà degli anni ’30.
Che ruolo ha l’Italia nelle Scienze Spaziali?
Per noi è un partner fondamentale, sia sulla Stazione Spaziale Internazionale sia nelle relazioni bilaterali collegate a progetti nei vari ambiti di ricerca ed esplorazione in cui la Nasa è coinvolta. Gli italiani tra l’altro saranno anche nel team dell’Agenzia Spaziale Europea che fornirà un modulo per la navicella Orion, il nostro prossimo veicolo di esplorazione dello spazio profondo.
Lei è stato quattro volte sullo shuttle. Che consigli può dare a Samantha Cristoforetti, che tra un mese andrà sulla Stazione Spaziale Internazionale e diventerà la prima donna italiana nello spazio?
Non ha bisogno di consigli, ma le direi di rilassarsi e di godersi l’esperienza. So che farà un ottimo lavoro perché è addestrata egregiamente e non vedo l’ora di avere l’opportunità di incontrarla prima che parta. L’altra cosa che le direi è: “Assicurati di non essere l’ultima donna italiana nello spazio. Torna e recluta molte altre giovani donne che seguano i tuoi passi”.
La Cina e l’India hanno iniziato la propria corsa verso lo spazio. Cosa pensa dei loro progetti?
Collaboriamo con la Cina e l’India in vari modi, come facciamo con altre nazioni. Ad esempio stiamo collaborando con la missione indiana che una decina di giorni fa è arrivata in orbita intorno a Marte. Lo abbiamo fatto anche nella missione Chandrayaan 1, diretta sulla Luna, e stiamo lavorando con loro sulla Chandrayaan 2. Il primo ministro indiano ha incontrato il presidente Obama a Washington e hanno rilasciato un a dichiarazione congiunta sul valore della nostra cooperazione in ambito spaziale. Collaboriamo anche con l’Accademia delle Scienze cinese in due aree: la geodetica, cioè lo studio di come la Terra si muove e potenzialmente la ricerca di segnali di terremoti in arrivo, e anche nello studio dei ghiacciai dell’Himalaya. Abbiamo 122 partner nel mondo e lavoriamo con molti di loro in svariati modi.
45 anni fa la Nasa portò un uomo sulla Luna. Dove sarà arrivata l’umanità nel 2060?
Penso che saremo andati ancora più in profondità nell’esplorazione umana del Sistema Solare. Oggi la nostra destinazione, il nostro orizzonte, è Marte. Tutto ciò che facciamo, nello sviluppo delle tecnologie e nello studio della fisiologia umana nello spazio, servirà per portare in tutta sicurezza degli astronauti sul Pianeta Rosso, farceli rimanere per un periodo di tempo e farli tornare indietro. Entro il 2025 cercheremo di essere in grado di mandare degli uomini su un asteroide. L’obiettivo è spostarne uno dalla sua orbita e posizionarlo in orbita intorno alla Luna. È quello che chiamiamo il terreno di prova che ci permetterà di fare il passo successivo, che sarà verso Marte, dove gli uomini arriveranno a metà degli anni ’30.