MONDO
L'accordo sulla libera circolazione dei cittadini europei
Attentati in Francia, Merkel: "Schengen non è in discussione"
Per la Cancelliera tedesca è "importante" che attraverso Schengen si scambino le informazioni. Dopo gli attentanti in Francia, i 28 Paesi dell'Unione sono tornati a chiedere alla Commissione Ue di "impegnarsi" per "attuare modifiche al regolamento di Schengen" e ottenere più informazioni sui movimenti alle frontiere. La Commissione Ue: "La prima tappa è vegliare sulla buona applicazione delle regole attuali di Schengen e sfruttare al massimo le loro possibilità"
Dopo gli attentati in Francia chieste modifiche al regolamento
Dopo le 17 vittime del terrore in Francia, i 28 Paesi dell'Unione europea sono tornati a chiedere alla Commissione Ue di "impegnarsi" per "attuare modifiche al regolamento di Schengen" e ottenere più informazioni sui movimenti alle frontiere. La richiesta degli Stati membri è però una cosa ben lontana dall' "annullamento" e dalla "sospensione" su cui insistono nelle ultime ore i leader del Front National Marine Le Pen e quello della Lega Matteo Salvini.
A farsi portavoce della richiesta di revisione del regolamento è stato il ministro dell'Interno francese Bernard Cazeneuve, al termine di una riunione straordinaria, a palazzo Beauveau che ha preceduto la grande marcia di ieri a Parigi.
Commissione Ue: "Applicare regole esistenti di Schenghen"
La Commissione Ue "ritiene che la prima tappa sia vegliare sulla buona applicazione delle regole attuali di Schengen e sfruttare al massimo le loro possibilità". Così una portavoce dell'esecutivo Ue, ricordando quanto anche i ministri degli interni "hanno convenuto" ieri a Parigi. Solo "in seguito", ha sottolineato la portavoce, si potrà pensare di "passare a un esame" e a eventuali "modifiche" di Schengen, che già permette "controlli sistematici alle frontiere esterne" per cui "basterebbe applicare le regole in modo coerente".
Dopo gli attentati di Bruxelles era già stata chiesta modifica di Schengen
La modifica del regolamento era già stata chiesta dal consiglio Affari interni Ue lo scorso anno. In quell'occasione a farsi portavoce era stato il Belgio, all'indomani della sparatoria al museo ebraico di Bruxelles, dove Mehdi Nemmouche, il fondamentalista islamico francese addestrato nei campi di battaglia della Siria, aveva ucciso quattro persone. Ma da allora ad oggi il dossier non ha fatto grandi progressi.