ECONOMIA
Manovra economica. Renzi: nessun braccio di ferro tra Italia e Commissione europea
La lettera di Padoan non ha rasserenato gli animi ma si continua a trattare. La ricerca di una mediazione che possa salvare la faccia a tutti i protagonisti istituzionali
devono sapere che lo Stato sta dalla loro parte".
L'insoddisfazione della Commissione europea per la legge di bilancio 2017 italiana è nota: basta mettere a confronto la lettera inviata a Pier Carlo Padoan da Valdis Dombrovskis e Pierre Moscovici e la risposta del ministro dell'economia per accorgersi che le cose stanno così. Bruxelles ha rilevato che tra gli impegni assunti sei mesi fa per aggiustare il bilancio in termini strutturali e la finanziaria 2017 la distanza è sostanziale, Padoan ha ribattuto che quella è la legge di bilancio e quelle sono e restano le ragioni economiche e politiche che la giustificano. Il negoziato continuerà nelle prossime due settimane, ma non c'è atmosfera di rottura. Irritazione ce n'è molta da parte della Commissione, praticamente accusata di ostacolare la ricostruzione anti-sismica del paese in nome degli 'zerivirgola' di deficit. Tuttavia si lavora a un compromesso e l'idea di usare il Fondo Ue per gli investimenti straordinari non circola a caso. Lo spazio per assicurare un minimo di aggiustamento strutturale può dunque essere trovato, questo il messaggio raccolto a Bruxelles. In sintonia, peraltro, con il messaggio che arriva da Berlino: aiutare l'Italia sì, ma senza violare le regole sul debito.
La lettera di Padoan non ha rasserenato gli animi ma si continua a trattare
L'incontro tra il ministro Padoan e il commissario Moscovici a Bratislava non ha chiarito il caso italiano. La lettera di risposta di Padoan ha lasciato la bocca amara alla Commissione europea dato che il ministro ha ribadito sostanzialmente punto per punto obiettivi e misure della manovra 2017 facendo capire anche che nel negoziato sia con la Commissione e con l'Eurogruppo, intende far pesare anche le critiche alle metodologie scelte per calcolare le richieste di aggiustamento del bilancio in termini strutturali. Si tratta di metodologie contestate non solo dall'Italia e che sono considerate incerte, foriere di grande incertezza quasi da tutti i ministri finanziari. Tuttavia non e' stato trovato ancora un accordo per superarle.
Non ci si attende comunque alcuna bocciatura entro domani, con una richiesta al governo di correggere la 'finanziaria'. Sarebbe una decisione di rottura, mai presa finora verso uno Stato membro, esclusa in partenza dal presidente Jean Claude Juncker. Ma di qui al 16 novembre, quando sarà pubblicata l'opinione della Commissione sulla legge di bilancio, il negoziato sarà serrato. E l'esito non e' scontato.
La ricerca di una mediazione che possa salvare la faccia a tutti i protagonisti istituzionali
Oggi i portavoce comunitari hanno confermato che la Commissione "e' pronta" a dare all'Italia tutto il sostegno con i fondi per l'emergenza terremoto e che le spese per gli interventi "direttamente" legati all'emergenza, appunto, saranno considerate 'una tantum' e quindi non influiranno sui livelli deficit per applicare il patto di stabilità (per definire se del caso le correzioni di bilancio da richiedere).
A quanto risulta, a Bruxelles si ritiene che l'Italia dovrebbe considerare tutti gli strumenti esistenti nella legislazione europea per fronteggiare la situazione distinguendo tra due percorsi paralleli. Il primo percorso riguarda il rispetto delle regole di bilancio, sulla base degli impegni presi in primavera per la correzione strutturale del bilancio che, secondo la Commissione, solo in parte possono essere rivisti in conseguenza del contesto economico più debole di quanto previsto allora. Il secondo percorso e' l'intervento per la fase post-terremoto. A quanto si apprende a Bruxelles c'è abbastanza preoccupazione per i toni correnti nella polemica italiana sul ruolo della Commissione: in sostanza, l'accusa all'esecutivo di ostacolare la messa in sicurezza delle infrastrutture in Italia è considerata a Bruxelles populismo.