MONDO
Gran Bretagna
Brexit, appello di Theresa May ai parlamentari: Se non passa accordo si rischia di rimanere nella UE
La premier britannica Theresa May lancia l'allarme sui possibili rischi di un "no-deal". Jeremy Corbyn, leader dell'opposizione laburista, ha definito "disperato" il discorso della premier
La premier Theresa May ha lanciato due appelli: uno all'Unione europea ed uno al Parlamento inglese volto il primo, ad ottenere una maggiore flessibilità da parte di Bruxelles sul 'backstop', la soluzione relativa al confine tra Irlanda ed Irlanda del Nord; il secondo rivolto a Westminster per ottenere il voto favorevole alla ratifica dell'accordo negoziato tra Gran Bretagna ed Ue.
"Andiamo oltre i litigi, oltre l'asprezza del dibattito e andiamo fuori dalla Ue come un Paese unito, pronto a fare del suo futuro un successo", ha detto May in un discorso pronunciato a Grimbsy, nel Lincolnshire, zona in cui circa il 72% ha votato a favore della Brexit. "La Brexit non appartiene ai deputati in Parlamento, ma a tutto il Paese e appartiene alle persone che hanno votato a suo favore e che vogliono vederla applicata, in modo che tutti possiamo procedere verso un futuro prospero".
"Questo futuro", ha sottolineato May, "appartiene anche a quelli che hanno votato contro la Brexit e che si aspettano che i politici raggiungano un compromesso ragionevole per riportare il nostro Paese di nuovo unito".
Il 12 marzo il Parlamento britannico è chiamato a votare l'accordo di uscita dall'Unione europea e nel caso di bocciatura "nessuno sa cosa potrà accadere". Theresa May avverte che nel caso di un 'no deal' "potremmo non uscire dall'Ue per molti mesi, potremmo uscire senza le protezioni che il deal prevede e potremmo non uscire del tutto" sottolinendo come l'approvazione dell'intesa, invece, "darebbe una spinta all'economia britannica".
Jeremy Corbyn, leader dell'opposizione laburista, ha definito "disperato" il discorso di Theresa May. Corbyn ha anticipato che il Labour "non appoggerà" l'accordo il 12 marzo alla Camera dei Comuni mentre, il giorno dopo, voterà l'emendamento "per eliminare dal tavolo l'opzione del 'no deal' " presentando di nuovo il suo piano con proposte come la permanenza nell'unione doganale e maggior accesso al mercato unico.