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MONDO

Il segretario di Stato americano Kerry all'Avana

Cuba. Dopo 54 anni riapre l'ambasciata Usa: è l'inizio del disgelo

Storica cerimonia trasmessa in diretta dalle tv di tutto il mondo. Dopo oltre mezzo secolo torna a sventolare la bandiera a stelle e strisce nella Capitale cubana in segno di disgelo delle relazioni tra i due Paesi. Il capo della diplomazia americana ringrazia Papa Francesco per il ruolo svolto. Poi l'appello a Cuba: "Più diritti e democrazia vera" 

Il segretario di Stato Usa, John Kerry all'Avana (LaPresse)
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L'appuntamento con la storia è arrivato ieri mattina, 13 agosto 2015, dopo 54 anni di distanze e di tensioni. Cuba e Stati Uniti mai più nemici, ma Paesi dialoganti. Simbolo del disgelo, la riapertura dell'ambasciata americana all'Avana dopo oltre mezzo secolo con una cerimonia seguita da tutto il mondo in diretta tv. Un evento, una giornata storica, che ha messo un punto: di fine delle ostilità e di inizio delle relazioni. Un evento che Papa Francesco aveva auspicato qualche mese quando fa aveva incontrato Obama e Raul Castro e che ieri gli è valso il riconoscimento del segretario di Stato Usa John Kerry, il primo capo della diplomazia americana a mettere piede a Cuba dal 1945.  "Stati Uniti e Cuba - ha detto - devono ringraziare il Santo Padre e il Vaticano che hanno reso possibile tutto questo".

Sul lungo mare della capitale cubana, davanti alla sede diplomatica, Kerry ha celebrato il ritorno della bandiera degli Stati Uniti che non sventolava sull'isola dal gennaio del 1961. Con lui i tre marines che proprio quell'anno ammainarono il vessillo a stelle e strisce. "Questa bandiera - ha detto - è il simbolo del ristabilimento delle relazioni diplomatiche tra gli Stati Uniti e Cuba dopo 54 anni e questo è un giorno per mettere da parte tutte le barriere ed esplorare nuove possibilità. Siamo qui perché il presidente Obama e il presidente Castro hanno deciso di non essere più prigionieri del passato. E' una decisione coraggiosa".

Il discorso in spagnolo e in inglese
Ad assistere alla cerimonia dell'alzabandiera decine e decine di persone: nonostante la televisione cubana trasmettesse l'evento in diretta, molti hanno preferito assistere alla 'storia' dal vivo. Guardando con speranza e scetticismo. Lo stesso scetticismo del lider maximo, Fidel Castro, che ha approfittato del discorso per il suo 89mo compleanno per chiedere agli Stati Uniti milioni di dollari di danni. "Mi sento a casa in questa ambasciata" ha affermato Kerry. Poi, in un evidente segno di distensione delle relazioni, ha iniziato a parlare in spagnolo: "Sabemos que el camino hacia unas relaciones plenamente normales es largo. No hay nada que temer", "sappiamo che il cammino per relazioni pienamente normali è lungo. Non c'è nulla da temere". Poi il riferimento a Bergoglio: "Ritengo che non sia un caso che il Papa venga prima qui e poi negli Stati Uniti" in settembre. Il segretario Usa ha richiamato poi Cuba al rispetto dei diritti umani. All'appello ha risposto il ministro degli Esteri Bruno Rodríguez Parrilla secondo cui gli Stati Uniti e Cuba continueranno ad avere profonde differenze su temi quali la democrazia e i diritti umani, ma l'apertura al dialogo c'è, "su ogni questione".  

L'assenza dei dissidenti cubani
Un segnale di divergenza è stata l'assenza dei dissenti cubani dalla cerimonia dell'alzabandiera: nonostante siano stati per anni l'unico contatto degli americani nell'isola, non sono stati invitati per problemi di "spazio". Questa sarebbe almeno la giustificazione ufficiale: dietro la decisione ci sarebbe invece la volontà degli Stati Uniti di non creare tensioni in una giornata storica. La presenza dei dissidenti avrebbe fatto infatti correre il rischio di un boicottaggio da parte delle autorità cubane. Ai dissidenti e' riservata una cerimonia piu' ristretta.

Kerry: "Il futuro di Cuba sta ai cubani deciderlo". I nodi dell'embargo e di Guantanamo
Per Kerry la visita è stata all'insegna di un delicato equilibrio per non compromettere i progressi ottenuti. "Il futuro di Cuba sta ai cubani deciderlo" ha afferma senza sbilanciarsi. "Non ci vuole un Gps per realizzare che la strada dell'isolamento reciproco e della separazione non è quella giusta, e che ora è il momento si muoversi in una direzione migliore" ha aggiunto Kerry, mettendo in evidenza che in settembre si aprirà il dialogo per una completa normalizzazione dei rapporti, che non prevede al momento un cambio della politica di immigrazione americana. Gli altri nodi da sciogliere sono quello dell'embargo, che Cuba chiede venga abolito, e del supercarcere di Guantanamo, che il presidente americano Barack Obama intende chiudere. 
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