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MONDO

Attacco alla magistratura

L'Egitto nella morsa del terrore. Ferito in un attentato il procuratore generale


Poche ore prima dell'attentato lo Stato del Sinai aveva diffuso in rete le immagini dell'uccisione di altri tre giudici nella città di Arish

Attentato in Egitto contro procuratore (Ansa)
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Nel Nordafrica martoriato dagli attentati anche la giustizia figura nella lista delle vittime. In Egitto, in senso concreto. Oggi (29 giugno), nello spazio di una mattinata, l'esplosione di una bomba ha investito il convoglio in cui viaggiava il procuratore generale egiziano Hisham Barakat, ferendolo, e i responsabili della comunicazione del sedicente Stato del Sinai, affiliato all'Isis, hanno diffuso un video che mostra l'uccisione di tre giudici nei pressi della città di Arish, nel Sinai settentrionale. Con ogni probabilità la sincronia degli eventi è stato il frutto di una coincidenza. E tuttavia la casualità è forse un segno ancora più potente di come in Egitto, paese sotto la guida dell'ex comandante in capo delle forze armate, Abd al-Fattah al-Sisi, la lotta contro il terrorismo sia nel pieno del suo svolgimento.

L'attentato a Nasr City
L'attacco bomba al procuratore Barakat è avvenuto vicino all'accademia militare di Nasr City, a est del Cairo. Il magistrato, riferisce una fonte, si troverebbe in buona condizioni all'ospedale della città. Lì sarebbero ricoverate anche le guardie del corpo di Barakat, rimaste ferite nell'esplosione.

Il video dello Stato del Sinai
L'attentato ha seguito di poche ore la diffusione di un video dello Stato del Sinai, che mostra l'assalto dei terroristi ad un minibus nelle strade della città di Arish lo scorso 16 maggio. Il veicolo è finito sotto una pioggia di proiettili, che non hanno lasciato scampo a tre dei giudici al suo interno. Altri tre colleghi a bordo, feriti, sono sopravvissuti. L'attacco si inquadra nella strategia di terrore messa in atto dagli uomini dello Stato del Sinai contro la magistratura, colpevole di aver condannato a morte l'ex presidente egiziano Mohammed Morsi, ex guida della fazione islamista dei "Fratelli musulmani". L'inizio dell'offensiva era stato annunciato dal capo dell'organizzazione terroristica Abu Osama al Masry con un appello al massacro dei "tiranni corrotti".  L'appello diceva: "Avvelenate il loro cibo, date loro la caccia nelle loro case e per le strade, fate saltare in aria le loro automobili". Così è stato.
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