MONDO
8,3 milioni gli elettori magiari chiamati alle urne
Fallisce il referendum sui migranti in Ungheria: "Quorum non raggiunto"
Secondo dati provvisori, il 98% degli elettori ha votato No alla redistribuzione dei migranti. Il premier Orban dice che l'Ue dovrà tenere comunque conto dell'esito del referendum e annuncia una proposta di modifica della Costituzione "affinché rifletta la volontà popolare". Ma le opposizioni chiedono le sue dimissioni
La grande mobilitazione mancata
La propaganda di Orban in difesa dell'Europa "cristiana" e quella degli uomini più vicini a lui, che hanno spesso battuto il tasto del nesso profughi-terroristi, ha pagato dunque solo in parte, mentre gli
appelli al boicottaggio dell'esile opposizione ungherese, assieme alla tradizionale disaffezione per lo strumento referendario, hanno avuto un peso maggiore del previsto.
Dati provvisori: il 98% ha votato contro i migranti
Scontato l'esito del voto: una pronuncia contro la ripartizione dei profughi. Secondo dati provvisori, a spoglio quasi ultimato, il No ai ricollocamenti ha avuto circa il 98% dei voti validi. Ma lo smacco politico per Orban resta innegabile, e le opposizioni di destra e di sinistra chiedono le sue dimissioni.
Orban: l'Ue dovrà tener conto del referendum
Il premier conservatore, in una conferenza stampa tenuta a Budapest, dice però che l'Unione europea dovrà "tener conto" della consultazione anche se non è stato raggiunto il quorum. Definisce i risultati del referendum "eccezionali" e afferma: "L'Ue non potrà imporre la sua volontà all'Ungheria". Poi: "Il referendum avrà conseguenze legali. Proporrò di cambiare la Costituzione affinché rifletta la volontà popolare".
Il "muro" di Bruxelles
Ma a Bruxelles, dove la consultazione non avrebbe avuto valore anche se il quorum fosse stato raggiunto, Orban troverà un muro: il presidente del Parlamento europeo, il tedesco Martin Schulz, ha definito "un gioco pericoloso" quello del premier ungherese di far votare su una decisione da lui stesso avallata in sede comunitaria e riguardante l'accoglienza "solo di circa 1.300 profughi" sui 160mila che devono essere smistati in partenza da Italia e Grecia.