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MONDO

Lussemburgo

Immigrazione, l'Europa cerca un'intesa sul diritto d'asilo

Il ministro degli Esteri Gentiloni chiede un diritto d'asilo comune ma incontra la resistenza ungheresa. Proposta di 'hot spot' per migranti da Hollande e Merkel

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L'emergenza migranti sarà al centro di un vertice straordinario dell'Unione europea il prossimo 14 settembre ma fino ad allora i 28 paesi membri difficilmente troveranno un'intesa. L'obiettivo, secondo il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, dovrebbe essere quello di un comune diritto di asilo dell'Unione europea, altrimenti "il trattato di Schengen è a rischio".

Ma al Consiglio Ue informale degli Affari esteri a Lussemburgo, ha incontrato già la resistenza dell'Ungheria che con il ministro degli Esteri Peter Szijjarto ha ribadito che la gestione dei flussi migratori da parte del suo Paese è in linea con le regole europee e ogni critica è "inaccettabile". Per il ministro degli Esteri "ora abbiamo una situazione drammatica a Budapest, perché ci sono migranti che rifiutano di cooperare con le autorità ungheresi sulle impronte digitali e sull'identificazione". Szijjarto ha accusato i politici europei di "giocare ad accusare il prossimo. E' inaccettabile che riceviamo queste critiche, molto dure, quando noi stiamo rispettando le regole europee. E' molto ingiusto". E su "ogni proposta che porti all'introduzione di quote obbligatorie e permanenti su misure di solidarietà sarebbe inaccettabile" si legge in un comunicato congiunto siglato da Ungheria Slovacchia, Polonia e Repubblica Ceca, il cosiddetto VisegradGroup, al termine della Conferenza di Praga.

Parole forti sono arrivate anche da Franz Timmermans primo vicepresidente della Commissione Ue, al termine della conferenza stampa a Kos, da mesi uno dei punti di sbarco di migliaia di profughi siriani in fuga dalla guerra. "L'Europa non può sopravvivere" aprendo indiscriminatamente le porte a tutti, così come non potrà farlo "se non darà rifugio a chi ne ha diritto" ha detto Timmermans ribadendo che chi non ha diritto ad asilo deve essere "identificato e rimpatriato". Altrimenti l'Europa finirà "in mano ai movimenti xenofobi ed estremisti". 

Per adesso però l'unica proposta della Commissione europea è la redistribuzione di altri 120 mila richiedenti asilo da Italia, Grecia e Ungheria. La prossima settimana il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, presenterà le nuove proposte sul programma immigrazione al Parlamento europeo a Strasburgo. "La crisi dei migranti e dei rifugiati sarà al centro del nostro lavoro. Con i ministri degli Esteri ci focalizzeremo principalmente sul nostro lavoro con i Paesi terzi, di partenza e transito dei flussi" ha detto l'alto rappresentante Ue per gli Affari esteri, Federica Mogherini. 

Le prime aperture sono arrivate invece dal premier britannico, David Cameron, che ha annunciato la ricollocazione di "migliaia" di altri rifugiati siriani in risposta all'aggravarsi delle crisi umanitaria in Gran Bretagna, precisando che gli altri profughi accolti arriveranno dai campi Onu al confine con la Siria e non sono tra le persone che si trovano già in Europa. Da Madrid, dove era impegnato in un vertice csull'immigrazione con il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy è arrivata poi la conferma che il governo spagnolo varerà una commissione interministeriale per l'accoglienza ai rifugiati.

Un appello a ripartire almeno 200mila richiedenti asilo nell'Unione europea è stato lanciato da Antonio Guterres, alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, sottolineando come tutti i membri dell'Ue debbano partecipare a questo programma. E su questo fronte l'iniziativa più concreta è quella di Francoise Hollande e Angela Merkel che in una lettera alle autorità europee chiedono la creazione immediata di "hot spot"- centri per migranti e richiedenti asilo - che dovranno essere "pienamente operativi al massimo entro la fine dell'anno". La creazione di centri di accoglienza per migranti (hotspot) dovrà essere "accelerata in Italia e in Grecia". 

Fuori dall'Ue la voce critica arriva dal presidente russo Vladimir Putin, che definisce la crisi dei migranti in Europa"assolutamente attesa". Putin ha ricordato le proprie responsabilità ai Paesi europei, che aveva più volte avvertito sulle conseguenze delle loro politiche in Medio Oriente e Nordafrica. "Noi in Russia, ed io personalmente pochi anni fa, abbiamo detto esplicitamente che sarebbero emersi problemi diffusi, se i nostri cosidetti partner occidentali avessero continuano a mantenere la loro politica estera errata, specialmente nelle regioni del mondo musulmano, in Medio Oriente e Nordafricana, politica che perseguono ancora". Secondo l'accusa del leader del Cremlino, i 'vizi' della politica occidentale consistono essenzialmente nei tentativi di imporre i loro standard a tutto il mondo, senza tenere conto delle peculiarità storiche, religiose, nazionali e culturali di quelle regioni.
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