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MONDO

Seconda tappa del viaggio nel Paese

Iraq, Kerry in Kurdistan per sollecitare governo unità nazionale

Il segretario di Stato Usa incontrerà i leader delle tre province della regione e li solleciterà a partecipare attivamente al processo politico per la formazione di un governo di unità nazionale. Intanto il vicepresidente Biden si è consultato con il premier turco Erdogane e con il re del Bahrein Hamad bin Isa al-Khalifa sulla crisi in Iraq

Kerry in visita in Iraq (Ap)
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Seconda tappa del viaggio di John Kerry in Iraq. Il segretario di Stato Usa è arrivato nella regione autonoma Kurdistan, nel nord del Paese, nel pieno dell'avanzata dei miliziani jihadisti. 

Il segretario di Stato Usa incontrerà i leader delle tre province della regione e li solleciterà a partecipare attivamente al processo politico per la formazione di un governo di unità nazionale e nella scelta di un presidente che possa rappresentare adeguatamente gli interessi dell'Iraq e del Kurdistan. 

La missione di Kerry, parte di un tour nella regione, era stata annunciata dal presidente Barack Obama nell'ambito degli sforzi per cercare una via d'uscita al conflitto. Il segretario di Stato Usa ieri è stato ricevuto a Baghdad dal premier Nuri al-Maliki. L'incontro è stato organizzato per discutere della proposta americana di dar vita a un governo di Baghdad "inclusivo" e che tenga conto delle istanze di ampi settori della comunità sunnita, ostile allo sciita Maliki e in parte solidale con l'insurrezione in corso da parte di estremisti armati jihadisti.   

Intanto il vicepresidente degli Stati Uniti Joe Biden si è consultato con il premier turco Recep Tayyip Erdogan e con il re del Bahrein Hamad bin Isa al-Khalifa sulla situazione in Iraq. La Casa Bianca fa sapere che Biden ha parlato con Erdogan ieri e che i due leader hanno condannato le azioni dello Stato Islamico dell'Iraq (Isil). Il vicepresidente Usa ha anche chiesto che vengano immediatamente rilasciati gli ostaggi turchi. Inoltre Biden e il re del Bahrein hanno convenuto che i leader iracheni devono lasciare da parte il settarismo per affrontare la minaccia Isil.
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