MONDO
Obama: "Faremo il necessario per far sì che venga fatta giustizia"
Iraq, Interpol: "Risposta globale a Isis e agli jihadisti occidentali"
Così il numero uno della polizia internazionale, Ronald Noble, se verrà confermata la notizia che il boia del gironalista James Foley è di origini britanniche. Ieri il messaggio del presidente amricano: "Gli Stati Uniti si schierano contro l'Isis con la gente irachena"
Lione (Francia)
Se verrà confermato che il boia del giornalista americano James Foley è di origini britanniche, l'Interpol userà il pugno duro. Il segretario generale dell'organizzazione dedita al contrasto del crimine internazionale, Ronald Noble, ritiene infatti che, se così fosse, servirà "una risposta miltilaterale contro la minaccia terrorista dei combattenti transazionali radicalizzati che viaggiano attraverso tutto il Medio Oriente", che hanno aderito allo Stato Islamico (Is).
Ieri in una breve dichiarazione alla stampa da Martha's Vineyard, il presidente Obama aveva espresso tutto il suo dolore e la sua commozione per la morte del giornalista freelance del GlobalPost e aveva avvertito i miliziani dell'Isis che gli Stati Uniti non si fermeranno e che lavoreranno incessantemente per fare la giustizia. "Gruppi terroristici del genere - ha detto Obama - non meritano un posto nel 21esimo secolo". Per il presidente Usa, lo Stato islamico "sta tentando di compiere un genocidio" in Iraq. Si tratta di un "cancro" e ha assicurato che gli Stati Uniti faranno "tutto il possibile" per "estirparlo e non farlo diffondere". Gli Stati Uniti - afferma ancora - si schierano a fianco della gente irachena contro l'Isis e per espellere i suoi militanti".
La lotta all'Isis, ormai è diventata questione internazionale. E' di questa mattina la notizia, riportata dal Guardian, che nelle mani dei miliziani dello Stato islamico potrebbero esserci anche due donne italiane. Tutto fa pensare che possa trattarsi di Greta Ramello e Vanessa Marzullo. Ma sono solo ipotesi: non c'è infatti modo di sapere con certezza se si tratti di loro e se la notizia corrisponda a verità.
Il governo turco ha fatto sapere che sarebbe pronto a cedere al gruppo armato dello Stato Islamico il controllo in Siria del mausoleo di Suleyman Shah, padre del fondatore dell'impero ottomano, in cambio della liberazione dei 49 ostaggi turchi catturati dai miliziani jihadisti durante l'occupazione di Mosul, in Nord Iraq, scrive oggi il quotidiano Taraf. L'ipotesi dello scambio è stata però subito negata dal ministero degli esteri di Ankara. Secondo l'autorevole quotidiano indipendente turco il governo di Ankara avrebbe deciso di accettare la richiesta di scambio avanzata dall'Isis e di ritirare i militari che proteggono il santuario, a circa 15 km dal confine all'interno del territorio siriano. La tomba di Suleyman Shah è la sola fetta di territorio turco in un paese straniero. La custodia del mausoleo è stata affidata alla Turchia da un trattato che risale all'epoca ottomana. Stando a Taraf il governo di Ankara avrebbe previsto di giustificare il ritiro quale precauzione in previsione di un possibile attacco dell'Isis, che controlla la zona circostante. Il giornale scrive che il gruppo armato jihadista avrebbe lanciato un ultimatum ad Ankara, esigendo la consegna della tomba entro tre settimane. In una nota il ministero degli esteri turco ha definito oggi "infondata" la notizia riportata da Taraf, che ha definito "un esempio di grande irresponsabilita'". Su richiesta del governo un tribunale ha vietato alla stampa di riferire sulla vicenda dei 49 ostaggi turchi, per lo più diplomatici e loro familiari, catturati dall'Isis due mesi fa a Mosul
Ieri in una breve dichiarazione alla stampa da Martha's Vineyard, il presidente Obama aveva espresso tutto il suo dolore e la sua commozione per la morte del giornalista freelance del GlobalPost e aveva avvertito i miliziani dell'Isis che gli Stati Uniti non si fermeranno e che lavoreranno incessantemente per fare la giustizia. "Gruppi terroristici del genere - ha detto Obama - non meritano un posto nel 21esimo secolo". Per il presidente Usa, lo Stato islamico "sta tentando di compiere un genocidio" in Iraq. Si tratta di un "cancro" e ha assicurato che gli Stati Uniti faranno "tutto il possibile" per "estirparlo e non farlo diffondere". Gli Stati Uniti - afferma ancora - si schierano a fianco della gente irachena contro l'Isis e per espellere i suoi militanti".
La lotta all'Isis, ormai è diventata questione internazionale. E' di questa mattina la notizia, riportata dal Guardian, che nelle mani dei miliziani dello Stato islamico potrebbero esserci anche due donne italiane. Tutto fa pensare che possa trattarsi di Greta Ramello e Vanessa Marzullo. Ma sono solo ipotesi: non c'è infatti modo di sapere con certezza se si tratti di loro e se la notizia corrisponda a verità.
Il governo turco ha fatto sapere che sarebbe pronto a cedere al gruppo armato dello Stato Islamico il controllo in Siria del mausoleo di Suleyman Shah, padre del fondatore dell'impero ottomano, in cambio della liberazione dei 49 ostaggi turchi catturati dai miliziani jihadisti durante l'occupazione di Mosul, in Nord Iraq, scrive oggi il quotidiano Taraf. L'ipotesi dello scambio è stata però subito negata dal ministero degli esteri di Ankara. Secondo l'autorevole quotidiano indipendente turco il governo di Ankara avrebbe deciso di accettare la richiesta di scambio avanzata dall'Isis e di ritirare i militari che proteggono il santuario, a circa 15 km dal confine all'interno del territorio siriano. La tomba di Suleyman Shah è la sola fetta di territorio turco in un paese straniero. La custodia del mausoleo è stata affidata alla Turchia da un trattato che risale all'epoca ottomana. Stando a Taraf il governo di Ankara avrebbe previsto di giustificare il ritiro quale precauzione in previsione di un possibile attacco dell'Isis, che controlla la zona circostante. Il giornale scrive che il gruppo armato jihadista avrebbe lanciato un ultimatum ad Ankara, esigendo la consegna della tomba entro tre settimane. In una nota il ministero degli esteri turco ha definito oggi "infondata" la notizia riportata da Taraf, che ha definito "un esempio di grande irresponsabilita'". Su richiesta del governo un tribunale ha vietato alla stampa di riferire sulla vicenda dei 49 ostaggi turchi, per lo più diplomatici e loro familiari, catturati dall'Isis due mesi fa a Mosul