MONDO
Controffensiva in corso
Libia, Isis giustizia 4 uomini a Sirte, cadavere crocifisso come monito
Sirte è diventata la roccaforte dell'Isis in Libia. Il capo delle forze armate fedeli al governo di Tobruk, generale Khalifa Haftar, ha affermato che i suoi uomini non dispongono di armi a sufficienza per contrastare gli jihadisti nella città. Della crisi ha parlato il ministro degli Esteri italiano Gentiloni con l'inviato Onu Bernardino Leon
Roma
Nuovo video dell'orrore in Libia. A Sirte gli jihadisti dello Stato Islamico avrebbero giustiziato 4 libici, tra cui un combattente di Fajr Libya (la milizia che detiene il potere a Tripoli) considerato una spia.
Il video mostra un uomo vestito con una tuta arancione e legato a una croce, ucciso a colpi di arma da fuoco. Il suo corpo è poi stato lasciato esposto sulla croce. Testimoni parlano di altre tre persone uccise nello stesso modo.
Sirte, roccaforte Daesh in Libia
Sirte è diventata la roccaforte dell'Isis in Libia. Ieri il capo delle forze armate fedeli al governo di Tobruk, generale Khalifa Haftar, ha affermato che i suoi uomini non dispongono di armi a sufficienza per contrastare gli jihadisti nella città, dove hanno creato un vero e proprio emirato, riscuotendo tasse, imponendo nuovi programmi scolastici e la separazione tra ragazzi e ragazze nelle classi e creando tribunali islamici che verificano il rispetto della sharia da parte dei residenti.
La controffensiva: distrutte postazioni Isis a Sirte
Ma continuano gli sforzi per strappare la città al controllo dei fondamentalisti. Secondo fonti libiche aerei militari non identificati avrebbero bombardato pesantemente postazioni Isis questa mattina. Secondo le stesse fonti i bombardamenti avrebbero "distrutto postazioni di Daesh e causato numerosi morti e feriti", senza però precisare il numero delle vittime.
Gli sforzi di Gentiloni
Della situazione ha parlato in questi giorni il ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni con Bernardino Leon. Il titolare della Farnesina ha confermato il pieno sostegno agli sforzi dell'inviato speciale dell'Onu e ha in particolare ribadito l'auspicio che il negoziato si possa chiudere positivamente in tempi molto rapidi. Poi in un secondo colloquio con l'omologo algerino Abdelkader Messahel, Gentiloni ha auspicato che, col sostegno dei principali Paesi impegnati per la soluzione della crisi, gli esponenti libici che partecipano al negoziato sappiano prendere le decisioni richieste dalla gravità della situazione al fine di superare i residui ostacoli verso un accordo.
Reclutavano foreign fighters: 14 arresti tra Spagna e Marocco
Intanto un'operazione interforze spagnole e marocchine ha portato all'arresto di 14 reclutatori tra i due paesi. Gli arresti a Madrid, Fes, Casablanca, Nador, Al Hoceima e Driouch. L'inchiesta è ancora in corso - ha spiegato il ministero dell'Interno - e ha riguardato una rete di estremisti che attirava e inviava 'foreign fighters' per unirsi alle file dell'Isis nella regione siro-irachena sotto il controllo del 'califfato'.
Il video mostra un uomo vestito con una tuta arancione e legato a una croce, ucciso a colpi di arma da fuoco. Il suo corpo è poi stato lasciato esposto sulla croce. Testimoni parlano di altre tre persone uccise nello stesso modo.
Sirte, roccaforte Daesh in Libia
Sirte è diventata la roccaforte dell'Isis in Libia. Ieri il capo delle forze armate fedeli al governo di Tobruk, generale Khalifa Haftar, ha affermato che i suoi uomini non dispongono di armi a sufficienza per contrastare gli jihadisti nella città, dove hanno creato un vero e proprio emirato, riscuotendo tasse, imponendo nuovi programmi scolastici e la separazione tra ragazzi e ragazze nelle classi e creando tribunali islamici che verificano il rispetto della sharia da parte dei residenti.
La controffensiva: distrutte postazioni Isis a Sirte
Ma continuano gli sforzi per strappare la città al controllo dei fondamentalisti. Secondo fonti libiche aerei militari non identificati avrebbero bombardato pesantemente postazioni Isis questa mattina. Secondo le stesse fonti i bombardamenti avrebbero "distrutto postazioni di Daesh e causato numerosi morti e feriti", senza però precisare il numero delle vittime.
Gli sforzi di Gentiloni
Della situazione ha parlato in questi giorni il ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni con Bernardino Leon. Il titolare della Farnesina ha confermato il pieno sostegno agli sforzi dell'inviato speciale dell'Onu e ha in particolare ribadito l'auspicio che il negoziato si possa chiudere positivamente in tempi molto rapidi. Poi in un secondo colloquio con l'omologo algerino Abdelkader Messahel, Gentiloni ha auspicato che, col sostegno dei principali Paesi impegnati per la soluzione della crisi, gli esponenti libici che partecipano al negoziato sappiano prendere le decisioni richieste dalla gravità della situazione al fine di superare i residui ostacoli verso un accordo.
Reclutavano foreign fighters: 14 arresti tra Spagna e Marocco
Intanto un'operazione interforze spagnole e marocchine ha portato all'arresto di 14 reclutatori tra i due paesi. Gli arresti a Madrid, Fes, Casablanca, Nador, Al Hoceima e Driouch. L'inchiesta è ancora in corso - ha spiegato il ministero dell'Interno - e ha riguardato una rete di estremisti che attirava e inviava 'foreign fighters' per unirsi alle file dell'Isis nella regione siro-irachena sotto il controllo del 'califfato'.