MONDO
Due naufragi: 24 morti in Turchia
Migranti, primi arresti in Ungheria. Accordo a metà al vertice Ue
Da mezzanotte sono entrate in vigore nuove norme che prevedono fino a 3 anni di carcere per chi entra illegalmente nel paese. Ieri arrivate oltre 9mila persone. Dichiarato lo stato di emergenza in due contee al confine con la Serbia. A Bruxelles posizioni ancora distanti sulla redistribuzione dei profughi. La Germania: l'Europa si è disonorata sulle quote
Intanto Bruxelles ha chiesto chiarimenti sulle nuove norme varate dal governo di Budapest: "Abbiamo chiesto agli ungheresi di dare chiarimenti sulle nuove leggi e su come saranno attuate e andremo avanti nel dialogo con le autorità del Paese prima di trarre conclusioni", ha detto Natasha Bertaud, portavoce del commissario Ue Dimitris Avramopoulos. Mentre il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, visti gli scarsi risultati raggiunti nel veritice di ieri, "è in contatto con gli altri leader europei" per "valutare i risultati" della riunione e "la necessità di convocare un Consiglio europeo speciale sull'immigrazione".
Merkel: "Subito gli hotspot, condizione per redistribuzione"
"È urgente che la Grecia, e anche l'Italia, facciano subito gli hotspot". Lo ha detto Angela Merkel a Berlino in conferenza con l'austriaco Werner Faymann, sottolineando che "diversamente non può esserci la distribuzione equa dei migranti".
Migranti arrestati
Secondo i dati forniti dalle autorità di Budapest, ieri sono arrivati nel paese 9380 migranti. In mattinata sono arrivati i primi 60 arresti in applicazione della legge voluta dal premier Viktor Orban. Se prima della riforma del codice penale decisa a fine agosto in Ungheria rischiavano la galera solo i trafficanti di esseri umani, lo tsunami di migranti che sta attraversando il paese ha fatto finire tutti nel mirino.
Controllo strettissimo al confine ungherese
La polizia magiara ieri sera ha avvertito che ogni 35 metri lungo la frontiera blindata dalla barriera metallica e di filo spinato farà la guardia un poliziotto o un militare. Le norme rendono un crimine anche solo danneggiare il “muro” alto 4 metri creato lungo i 175 chilometri di confine con la Serbia e ben 30 giudici sono stati messi in stato di allerta, pronti a processare per direttissima chiunque sia colto a violare le regole.
Dichiarato lo stato di emergenza in due contee
Le autorità ungheresi hanno inoltre dichiarato lo stato di emergenza in due contee al confine con il territorio serbo. La decisione dà poteri speciali alla polizia e spiana la strada per l'uso dell'esercito nelle operazioni di sorveglianza delle frontiere.
Accordo a metà al vertice Ue
Intanto ieri nel vertice straordinario dei ministri degli Interni dell’Ue si è raggiunto un accordo a metà. Tutto è stato rimandato al Consiglio Esteri del prossimo 8 ottobre in Lussemburgo, nella speranza che le divergenze ancora evidenti siano sanabili. Se da un lato c'è stato il via libera sulla realizzazione degli hotspot, sulla politica dei rimpatri e sul rafforzamento di Frontex, alcuni paesi non hanno voluto sottoscrivere l'impegno alla redistribuzione di 120mila profughi. "Non è stato possibile trovare l'unanimità" ha detto Jean Asselborn, ministro degli Esteri del Lussemburgo ma "ci sarebbe un accordo suffragato da una larga maggioranza e il Consiglio può decidere per maggioranza qualificata".
La Germania: l'Europa si è disonorata
Dura la posizione della Germania, dopo il vertice di Bruxelles. La mancanza di accordo sulle quote di redistribuzione ha spinto il vicecancelliere tedesco Sigmar Gabriel ad affermare che "l'Europa si è disonorata ancora una volta, si è coperta di ridicolo".
Berlino notifica la reintroduzione dei controlli ai confini
"Solo la Germania ha notificato la decisione di ripristinare i controlli alle frontiere", così Natasha Bertaud portavoce della Commissione Ue per Immigrazione e Affari interni. Ieri anche Austria e Slovacchia avevano espresso la loro volontà di reintrodurre i controlli.
Turchia, 24 morti in due naufragi
Al largo delle coste turche si sono invece verificate due nuove tragedie del mare. Il primo episodio riguarda un barcone partito dalla città di Datca e diretto a Kos, in Grecia, che è affondato. Nell'incidente sono morti 22 migranti, quattro dei quali erano bambini. La Guardia costiera turca è riuscita a salvare altre 211 persone che si trovavano a bordo dell'imbarcazione. La seconda tragedia si è verificata vicino a Smirne, un gommone si è ribaltato: due persone sono morte e altre 11 sono state tratte in salvo.
Frontex: 500mila arrivi nel 2015. Oim: quasi 3000 morti nel Mediterraneo
A dare un'idea delle dimensioni del fenomeno migratorio in corso sono i dati diffusi da Frontex. Secondo l'agenzia per Ue per la gestione delle frontiere esterne, solo nel mese di agosto sono entrati nell'Unione Europea 156mila migranti, un numero record. Il totale da inizio anno è salito a 500mila. In tutto il 2014 furono 280mila. Un totale di 464.876 migranti hanno attraversato il Mediterraneo dall'inizio del 2015, dice invece l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim). Il dato si riferisce ai migranti arrivati in Italia, Grecia, Spagna e Malta ed è aggiornato a ieri (l'8 settembre per la Grecia). Nello stesso periodo i morti nel Mediterraneo sono stati 2.812.
Ungheria, 200.778 arrivi dall'inizio dell'anno
Sono oltre duecentomila i migranti arrivati in Ungheria dall'inizio dell'anno. È quanto hanno reso noto le forze dell'ordine ungheresi. Dal 1 gennaio sono arrivati 200.778 richiedenti asilo, secondo questi dati. La maggior parte sono arrivati dalla Serbia per proseguire in altri Paesi dell'ovest.