MONDO
Emergenza post-terremoto
Nepal: trovati altri superstiti. A Kathmandu chiuso l'aeroporto ai cargo. Onu: "A rischio gli aiuti"
Alcune crepe nell'unica pista dello scalo hanno costretto le autorità a chiuderlo agli aerei pesanti. Aiuti umanitari a rischio, alcuni paesi chiedono la revoca della restrizione. Intanto continuano le operazioni dei soccorsi: ieri una centenaria (ma la notizia si è appresa solo oggi) è stata estratta viva; tre persone salvate dalle macerie; a Langtang invece in un popolare percorso di trekking ritrovate 51 vittime
Aeroporto chiuso ai cargo
Allarmanti crepe sono apparse sull'unica pista dell'aeroporto di Kathmandu, lo scalo è stato chiuso ai cargo e l'Onu lancia l'allarme: "A rischio gli aiuti umanitari". Al momento è vietato l'atterraggio di velivoli di peso superiore alle 196 tonnellate e contro la misura avrebbero già fatto ricorso, secondo il quotidiano Kantipur, alcuni Paesi, come gli Stati Uniti e il Canada, che ne hanno chiesto "l'immediata revoca". La restrizione riguarda solo gli aerei cargo mentre sono funzionanti i collegamenti passeggeri internazionali.
Continuano i soccorsi
Otto giorni dopo il sisma tre persone sono state recuperate vive sotto le macerie nel distretto di Sindhupalchowk, a nordest della capitale. Una donna di 100 anni ieri - ma la notizia è stat diffusa solo oggi - è stata estratta ancora viva dalle macerie di una casa nel distretto di Nuwakot. La anziana nepalese, di nome Masu Tung, viveva nel villaggio di Kintang ed è ora ricoverata in un ospedale a Bidur.
Poche le speranze di trovare altri superstiti
"Le scosse di assestamento non si sono fermate e ci aspettiamo che il bilancio finale dei morti sia molto più elevato", ha dichiarato il ministro delle Finanze nepalese. "Ci sono ancora villaggi che sappiamo essere stati rasi al suolo e che non siamo ancora riusciti a raggiungere". I corpi di 51 persone, tra cui sei turisti, sono stati ritrovati in un popolare percorso di trekking nel villaggio nepalese di Langtang, travolto da una frana. Tra i sei turisti morti, uno è francese e l'altro è indiano. Almeno 200 tra alpinisti e sherpa mancano invece ancora all'appello. Due italiani risultano dispersi.
Gli aiuti umanitari
Da Kathmandu un convoglio di aiuti umanitari della Protezione civile italiana composto da un ospedale da campo e 33 operatori, fra cui dieci medici e 14 infermieri. Si prevede che il team, guidato dal responsabile della Protezione civile Massimiliano Borzetti, raggiungerà in serata il villaggio di Bogatitar, nel distretto settentrionale di Rasuwa, a circa 100 chilometri a nord della capitale nepalese.