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MONDO

Il viaggio in Polonia

Papa Francesco ad Auschwitz: "Signore, perdona tanta crudeltà"

Lungo silenzio del Pontefice nel campo di concentramento a circa 70 chilometri da Cracovia, dove si svolge la Gmg. L'incontro con i sopravvissuti alla Shoah. Nel pomeriggio visita l'ospedale pediatrico e la Via Crucis

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Papa Francesco nel campo di concentramento di Auschwitz, a circa 70 chilometri da Cracovia dove si svolge la Gmg. Il Papa ha varcato l'ingresso del campo di concentramento da solo, a piedi, con il capo chino e in silenzio. "Signore, abbi pietà del tuo popolo! Signore, perdona tanta crudeltà": è il messaggio scritto in spagnolo che Papa Francesco ha lasciato al campo di concentramento di Auschwitz. A diffondere il messaggio del Papa è in un tweet il Museo Memoriale di Auschwitz Il Papa nel campo di concentramento si è seduto su una panchina all'esterno. Mani giunte, a tratti anche con il capo chino e gli occhi chiusi, ha pregato da solo in silenzio per diversi minuti. Lasciando il campo ha lasciato un messaggio scritto in spagnolo, diffuso in un tweet dal Museo Memoriale di Auschwitz.

All'interno del campo di concentramento di Auschwitz, Francesco ha incontrato un gruppo di sopravvissuti alla Shoah. Per ciascuno un momento personale con il pontefice, con qualche scambio di parole, strette di mano, abbracci. Poi, giunto davanti al Blocco 11 di Auschwitz, il cosiddetto 'Blocco della morte', dove si trova anche la cella in cui fu ucciso san Massimiliano Kolbe, ha baciato una delle colonne all'ingresso. Papa Francesco, lasciato Auschwitz, dal quale è uscito da solo e a piedi, come era entrato, è arrivato al campo di concentramento di Birkenau a pochi chilometri dal primo.

La visita all'ospedale pediatrico
Nel pomeriggio, Papa Francesco è arrivato all'ospedale pediatrico universitario di Prokocim, a Cracovia. E' il più grande ospedale pediatrico a sud della Polonia e ogni anno cura circa 30mila bambini degenti e 200mila ambulatoriali. All'arrivo è stato accolto dalla premier polacca, Beata Szydlo, e dal direttore della struttura. Nell'atrio il Papa ha incontrato 50 piccoli degenti insieme ai loro genitori. "Vorrei poter stare un po' vicino ad ogni bambino malato, accanto al suo letto, abbracciarli ad uno ad uno, ascoltare anche solo un momento ciascuno di voi e insieme fare silenzio di fronte alle domande per le quali non ci sono risposte immediate. E pregare", ha affermato. "Quanto vorrei che, come cristiani, fossimo capaci di stare accanto ai malati alla maniera di Gesù, con il silenzio, con una carezza, con la preghiera. La nostra società è purtroppo inquinata dalla cultura dello 'scarto', che è il contrario della cultura dell'accoglienza. E le vittime della cultura dello scarto sono proprio le persone più deboli, più fragili; e questa è una crudeltà". L'ospedale fu visitato il 13 agosto 1991 da Giovanni Paolo II, di cui sono conservate le reliquie nella cappella, affidata ai padri dehoniani.

"Dov'è Dio se ci sono fame, terrorismo, profughi?"
"Dov'è Dio? Dov'è Dio se nel mondo c'è il male, se ci sono uomini affamati, assetati, senzatetto, profughi, rifugiati? Dov'è Dio, quando persone innocenti muoiono a causa della violenza, del terrorismo, delle guerre? Dov'è Dio, quando malattie spietate rompono legami di vita e di affetto? O quando i bambini vengono sfruttati, umiliati, e anch'essi soffrono a causa di gravi patologie?. Dov'è Dio, di fronte all'inquietudine dei dubbiosi e degli afflitti dell'anima?". Lo ha detto il Papa alla Via Crucis. "Questa sera Gesù, e noi insieme a Lui, abbraccia con speciale amore i nostri fratelli siriani, fuggiti dalla guerra. Li salutiamo e li accogliamo con affetto fraterno e con simpatia", ha poi detto Papa Francesco alla Via Crucis seguita da circa un milione di ragazzi al Parco Blonie. Tra i 190 gruppi nazionali, anche quello siriano fatto di profughi accompagnati a Cracovia dalla Comunità di Sant'Egidio. "Nell'accoglienza dell'emarginato che è ferito nel corpo, e nell'accoglienza del peccatore che è ferito nell'anima, si gioca la nostra credibilità come cristiani", ha affermato ripetendolo due volte. "Se uno che si dice cristiano non vive per servire - ha spiegato - non serve per vivere. Con la sua vita rinnega Gesù Cristo". "Oggi l'umanità ha bisogno di uomini e di donne, e in modo particolare di giovani come voi - ha detto il Papa - che non vogliono vivere la propria vita 'a metà', giovani pronti a spendere la vita nel servizio gratuito ai fratelli più poveri e più deboli, a imitazione di Cristo, che ha donato tutto sé stesso per la nostra salvezza. Di fronte al male, alla sofferenza, al peccato, l'unica risposta possibile per il discepolo di Gesù è il dono di sé, anche della vita, a imitazione di Cristo; è l'atteggiamento del servizio". 

Papa: oggi nel mondo si tortura la gente 
Poi il saluto serale di Papa Francesco ai ragazzi della Gmg, dalla finestra della residenza degli arcivescovi di Cracovia, dalla quale sempre si affacciava San Giovanni Paolo II quando tornava
nel suo Paese.  "Questa mattina sono andato a Auschwitz e Birkenau, luoghi del dolore di 70 anni fa. Quanto dolore, quanta crudeltà. E' possibile che noi uomini creati a somiglianza di Dio siamo capaci di fare queste cose? Non vorrei amareggiarvi ma debbo dire la verità: la crudeltà non è finita. Oggi si tortura la gente. Tanti prigionieri sono torturati subito, per farli parlare. Oggi ci sono uomini e donne nelle carceri che vivono come animali. Abbiamo visto la crudeltà di 70 anni fa come morivano umiliati uccisi col gas. In tanti posti del mondo succede lo stesso".  "Questa realtà' - ha aggiunto - Gesù è venuto a portarla sulle proprie spalle. Preghiamo per tutti i Gesù che ci sono nel mondo: affamati, ammalati, anche bambini innocenti, che portano la croce da bambini, e per tanti uomini e donne che oggi sono torturati. Per i carcerati che sono ammucchiati lì come animali. 
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