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MONDO

"Credibilità della Chiesa è nell'atteggiamento verso esclusi"

Papa Francesco esorta ad accogliere gli emarginati. Ai cardinali: Non isolatevi in una casta

Francesco nell'omelia nella Basilica Vaticana analizza davanti ai nuovi cardinali ordinati ieri il tema della "integrazione" nell'ambito di una Chiesa che non tema le aperture

Papa Francesco (Ansa)
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"Gesù  ha voluto guarire il lebbroso, l'ha voluto toccare, l'ha voluto reintegrare nella comunità, senza 'autolimitarsi' nei pregiudizi; senza adeguarsi alla mentalità dominante della gente; senza preoccuparsi affatto del contagio [...] Vi esorto - ha detto il Papa nel suo mandato ai nuovi cardinali che ha ordinato ieri - a servire Gesù crocifisso in ogni persona emarginata, per qualsiasi motivo. Non scopriamo il Signore se non accogliamo in modo autentico l'emarginato! In realtà sul vangelo degli emarginati si gioca e si scopre e si rivela la nostra credibilità!". Così il pontefice rammenta l'importanza dell'inclusione davanti ai nuovi cardinali durante la sua omelia nella Basilica Vaticana, in occasione della messa concelebrata con tutti i porporati convenuti a Roma per il Concistoro.

Non scandalizzarsi di fronte a qualsiasi apertura
"Per Gesù ciò che conta, soprattutto - sottolinea Bergoglio - è raggiungere e salvare i lontani, curare le ferite dei malati, reintegrare tutti nella famiglia di Dio. E questo scandalizza qualcuno. Gesù non ha paura di questo tipo di scandalo! [...] Egli ha voluto integrare gli emarginati, salvare coloro che sono fuori dall'accampamento". Gesù quindi non vuole "persone chiuse che si scandalizzano di fronte a qualsiasi apertura - ribadisce il pontefice -  a qualsiasi passo che non entri nei loro schemi mentali e spirituali, a qualsiasi carezza o tenerezza che non corrisponda alle loro abitudini di pensiero e alla loro purità ritualistica".

La casta non ha nulla di autenticamente ecclesiale
"Non dobbiamo esser tentati di stare con Gesù senza voler stare con gli emarginati. Gli uomini della Chiesa - ammonisce papa Francesco - non possono allontanare gli emarginati, isolandosi in una casta che nulla ha di autenticamente ecclesiale".

Logica dell'amore si basa sulla carità
Quindi il papa ribadisce il suo no alla logica di "salvare i sani, proteggere i giusti e, per salvaguardarli da ogni rischio, emarginare il 'pericolo', trattando senza pietà il contagiato. La logica dell'amore non si basa sulla paura ma sulla libera carità".

Trovare linguaggio per parlare a 'inguaribili'
Il pontefice inoltre spiega che la "carità creativa sta nel trovare il linguaggio giusto per comunicare con tutti coloro che vengono ritenuti inguaribili e quindi intoccabili. Il contatto è il vero linguaggio comunicativo, lo stesso linguaggio affettivo che ha trasmesso al lebbroso la guarigione. Quante guarigioni possiamo compiere e trasmettere imparando questo linguaggio!", dice ai cardinali.

All'Angelus: "Non rimanere passivi durante la sofferenza"
Il pontefice dopo la messa parla ai fedeli in piazza San Pietro durante l'Angelus. Anche in questo caso ricorda l'importanza di non escludere gli emarginati. "Non si deve rimanere passivi davanti alla sofferenza, ma è necessario rimboccarsi le maniche" ricorda.
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