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MONDO

Caccia ai due fratelli Kouachi

Parigi, strage Charlie Hebdo, violenta sparatoria nella zona delle ricerche

Ritenuti i responsabili della strage alla redazione del settimanale Charlie Hebdo di tre giorni fa. 88mila uomini in azione a nord di Parigi. La caccia nelle foreste della Piccardia 

La polizia francese a Longpont (Ansa)
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Parigi (Francia) Violenta sparatoria sulla nazionale 2, in Francia, nella zona in cui si sarebbero rifugiati i fratelli Kouachi, i presunti responsabili della strage alla redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo di tre giorni fa. 88 mila uomini della sicurezza coinvolti tra esercito e polizia. Questa mattina la notizia choc data dai media Usa: i due fratelli erano da anni nella lista delle autorità aeroportuali Usa (no-fly list) e in quella delle persone da tenere sotto controllo per minacce terroristiche.

La caccia ai due fratelli, dopo il rastrellamento di ieri che si è concluso con un nulla di fatto, è ripresa all'alba di oggi tra i villaggi e le foreste in Piccardia, nel nord della Francia. Verso le 8 ora locale, numerose camionette della Brigata di ricerca e intervento della polizia giudiziaria sono arrivate nella zona a 80km a nod-est di Parigi, dove la caccia all'uomo si è concentrata. "Le ricerche stanno riprendendo, soprattutto nelle zone boscose", ha spiegato una fonte della polizia. E' stata proprio in questa regione che i due fratelli, jihadisti francesi di origine algerina, hanno cercato rifugio giovedi' e sono stati
formalmente riconosciuti dal gestore di una pompa di benzina. Le ricerche del resto, seppur con un numero di effettivi ridotti, non si sono fermate neanche di notte: cinque elicotteri hanno continuato a sorvolare la zona per diverse ore al buio. Mentre gli uomini del Raid e del Gign, le unità di elite della polizia e della gendarmeria, hanno perlustrato fino alla tarda serata la regione, dove vige il massimo livello di allerta antiterrorismo.

Ieri uccisa a Parigi una vigilessa
Ieri ancora sangue è stato versato a Parigi: un misterioso killer  ha ucciso spietatamente alle spalle una giovane vigilessa, in servizio da quindici giorni, e ferito gravemente un collega. Mistero assoluto sulla dinamica dei fatti e sul movente: un pregiudicato già arrestato nove volte è stato fermato, ma l'assassino è salito su un auto e si è allontanato. Anche in questo caso, nonostante le ricerche, l'uomo è svanito nel nulla.

Le ricerche senza precedenti
Tre uomini armati e pronti a tutto liberi attorno a Parigi hanno portato, quindi, a uno spiegamento di forze senza precedenti: 88mila uomini, quasi diecimila soltanto nella regione di Parigi, tra i quali reparti di paracadutisti. A metà giornata il momento di massima tensione: da una parte il misterioso assalitore che ha sparato a due agenti chiamati per un incidente stradale a Montrouge si faceva beffe degli inseguitori parcheggiando l'auto e andando a prendere, armato, la metropolitana. Dall'altra, una Clio grigia nella quale un benzinaio della Piccardia aveva avvistato i fratelli Kouachi con kalashnikov e lanciarazzi si avviava inspiegabilmente verso Parigi. In pochi minuti, le porte di accesso alla città sono state chiuse da posti di blocco e l'Eliseo è stato blindato. Poco dopo, la caccia ai due killer della strage di Charlie Hebdo si è di nuovo spostata verso Villers-Cotteret, la città natale di Alexandre Dumas, e nei dintorni: prima a Crepy-en-Valois, poi a Corcy, infine a Longpont e nella vicina foresta, quando si è pensato che i due non si fossero trincerati in una casa ma avessero provato a dileguarsi nella campagna. La zona è stata transennata, le immagini diffuse dalle tv sono parse eccezionali: migliaia di uomini con scudi, fotoelettriche, cani al guinzaglio e armati fino ai denti in movimento a piedi, hanno circondato a gruppi i furgoni con il materiale e i gruppi elettrogeni. La notte di caccia si è alla fine spostata altrove e l'operazione resta difficile, senza alcuna traccia concreta. Malessere intanto nel sindacato di polizia, che chiede il ritiro di tutti gli uomini non armati impegnati in un'azione giudicata troppo rischiosa.

Le polemiche sull'inefficienza dell'intelligence
Hamid Mourad, giovanissimo presunto autista del commando terrorista in cui a sparare erano i due fratelli, è sempre in stato di fermo ma il suo alibi per ora regge. Tutta la vicenda è ancora avvolta da ombre e la carente comunicazione del governo non aiuta. Bernard Cazeneuve, il ministro dell'Interno, ha parlato oltre mezz'ora in conferenza stampa senza fornire notizie, al di là della convocazione della riunione dei ministri di Europa e Usa domenica a Parigi. Poi alla Cnn, in serata, la collega della Giustizia Christiane Taubira ha ammesso che uno dei due fratelli ricercati era noto all'intelligence fin dal 2005 per aver partecipato alla jihad dapprima in Yemen e quindi in Iraq. Tanto da essere arrestato e condannato al rientro. Mentre dagli Usa rimbalza la notizia che entrambi fossero da tempo nella lista delle persone bandite dai voli civili. Gli interrogativi sulla libertà di azione di cui i fratelli Kouachi hanno potuto godere in effetti si rincorrono.

"Tutti siamo Charlie", Parigi blindata
Come pure sullo strano smarrimento delle loro carte d'identità nell'auto della fuga, una circostanza straordinaria se si considera la freddezza e la preparazione delle due "primule rosse". Il Paese intero intanto si sente sempre più "Charlie", come recita l'hashtag diventato ormai un mantra. Nelle strade, nei negozi, sulle t-shirt dei ragazzini che vanno a scuola, ovunque c'è "Charlie" o un suo simbolo. Nelle scuole si è parlato del tragico 7 gennaio, poi quando i ragazzi si apprestavano a uscire, tutte le maestre, i professori e i bidelli hanno imperativamente fatto sgomberare per motivi di sicurezza l'area antistante il portone, dove in genere ci si ferma a chiacchierare a lungo, invitando gli studenti a tornare subito a casa. "Vigipirate", il dispositivo antiterroristico, è stato inasprito, uomini in divisa sono praticamente ovunque in città. A mezzogiorno, il minuto di silenzio religiosamente rispettato in tutto il Paese, mentre suonavano le campane di Notre Dame.

La politica reagisce. Ma la Le Pen attacca: "Sì alla pena di morte"
In serata, anche la scintillante Tour Eiffel ha spento le sue luci in segno di lutto. L'appello all'unità nazionale per il momento ha fatto centro. Resta soltanto la polemica del Front National, con Marine Le Pen che ha di nuovo invocato un referendum sulla pena di morte. Nel generale cordoglio, la storia tristissima di Clarissa Jean-Philippe, 25 anni, la vigilessa ancora in prova, da pochi giorni timidamente sulle strade delle banlieue a Montrouge. Colpita alle spalle durante un controllo, ha visto finire la sua carriera e la sua vita, due settimane dopo aver preso servizio.
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