ECONOMIA
Rapporto Ue su Italia: sistema fiscale ostacola efficienza e crescita. Debito fonte di vulnerabilità
Relazione sull'Italia per il 2016 nell'ambito dei 'Country Reports'
La debolezza dell'Italia influisce anche sull'Eurozona
"Data la sua centralità nella zona euro, l'Italia è fonte di potenziali ricadute sugli altri Stati membri, mentre la ripresa italiana risente a sua volta delle condizioni esterne", dichiara la Commissione Ue.
"La ripresa modesta e le debolezze strutturali del paese influiscono negativamente sulla ripresa e sul potenziale di crescita dell'Europa. Le dimensioni e le fitte connessioni commerciali e finanziarie che caratterizzano l'economia italiana - rileva il documento - implicano che il suo stato puo' avere conseguenze di rilievo per le altre economie dell'Ue. Allo stesso tempo la domanda esterna e l'andamento dell'inflazione sono di primaria importanza per la ripresa dell'economia italiana, per gli sforzi di riduzione del rapporto debito/Pil e per il ritorno alla competitività".
Il sistema fiscale italiano ostacola efficienza e crescita
In Italia "il sistema fiscale ostacola l'efficienza economica e la crescita": lo rileva la Commissione
Ue nella Relazione sull'Italia, presentata oggi in occasione dei 'Country Reports'. "Nel 2014 il rapporto gettito fiscale/Pil dell'Italia era fra i più elevati dell'Ue, anche a causa del costo del servizio del debito pubblico. La pressione fiscale è diretta maggiormente sui fattori produttivi rispetto ad altri Stati membri, con possibili ripercussioni negative sulla crescita".
La Commissione osserva che "l'abolizione dell'imposta sulla prima casa acuisce il problema. Attesa già da tempo, la revisione delle agevolazioni fiscali e dei valori catastali ha subito un ulteriore rinvio, mentre i frequenti cambiamenti di rotta della politica fiscale - si legge nel documento - aumentano l'incertezza per gli operatori economici. Il sistema fiscale è complesso e la bassa percentuale di adempimento degli obblighi tributari aumenta ulteriormente l'onere gravante sulle imprese e le famiglie in regola".
Abolizione Imu non segue raccomandazioni Bruxelles
"L'abolizione dell'imposta sulla prima casa a partire dal 2016 non è in linea con le reiterate raccomandazioni del Consiglio di spostare la pressione fiscale dai fattori produttivi ai consumi e ai beni immobili", afferma la Commissione Ue. Inoltre, non è stato dato seguito alle raccomandazioni specifiche per paese, quali - si osserva - la revisione dei valori catastali e delle agevolazioni fiscali".
Restano sacche vulnerabili nel settore bancario italiano
Nel settore bancario italiano sono in corso "importanti riforme, ma persistono sacche di vulnerabilita'". Lo rileva la Commissione Ue nella Relazione sull'Italia nell'ambito dei 'Country Reports' presentati oggi.
"Si sta affrontando il problema delle carenze presenti da lunga data nel governo societario delle banche, a sostegno della capacità del settore bancario di allocare le risorse in modo più efficiente. Sono stati annunciati di recente interventi a sostegno dello sviluppo di un mercato privato per le operazioni in crediti deteriorati, che dovrebbero contribuire - si legge nel documento - a ridurne nel tempo il consistente stock e migliorare la capacità delle banche italiane di sostenere l'economia".
Secondo la Commissione, tuttavia, "la recente risoluzione di quattro piccole banche italiane, con le perdite che ha comportato per i detentori di obbligazioni subordinate, rivela il persistere di alcune vulnerabilità".
Jobs act "sta avendo buoni effetti"
"La nuova normativa sui contratti a tempo indeterminato e gli sgravi fiscali per le nuove assunzioni stanno avendo un primo effetto positivo sulla creazione di posti di lavoro e sul dualismo": la Commissione Ue promuove il Jobs act nella Relazione sull'Italia presentata con i 'Country Reports'. "Le istituzioni del mercato del lavoro italiano - si osserva - sono state riformate in profondita' e i primi dati indicano un effetto positivo sull'economia che verrebbe amplificato da una riforma della contrattazione collettiva".
Continuano tuttavia "a preoccupare" la disoccupazione di lunga durata e il rischio di esclusione dal mercato del lavoro che pesa sui giovani, nonche' la bassa partecipazione delle donne al mercato del lavoro.
Essenziale per Italia più produttività: la ripresa rischia
E' essenziale una più obusta crescita della produttività "per poter correggere gli squilibri macroeconomici", rileva la Commissione Ue. Nel 2015 è iniziata "una graduale ripresa, ma - avverte il documento - persistono rischi". La ripresa italiana non solo e' piu' debole rispetto alla zona euro, ma "e' esposta a rischi di revisione al ribasso. Sulle prospettive pesano in particolare - spiega il Report - il rallentamento sui mercati emergenti e le recenti turbolenze sui mercati finanziari. L'occupazione ha cominciato ad aumentare, sia in termini di 'teste' sia per ore lavorate, già a metà 2014 e da fine 2014 il tasso di disoccupazione è in diminuzione".
L'Italia è tuttavia frenata da debolezze strutturali che incidono sulla capacità "di crescere e di reagire agli shock economici". Nel dettaglio, "la crescita della produttività continua a trascinarsi, a causa soprattutto del persistere di ostacoli strutturali all'allocazione efficiente delle risorse nell'economia. La crescita fiacca che ne consegue complica il percorso verso la riduzione dell'elevato debito pubblico e il recupero della competitività. L'elevato debito pubblico continua, a sua volta, a penalizzare la performance economica dell'Italia e a esporre il paese agli shock esterni".