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POLITICA

Roma

Riforme, opposizioni all'attacco. Brunetta: "Ride bene chi ride ultimo". Vendola: "Bullismo"

Caos alla Camera sulle riforme. Le opposizioni abbandonano l'Aula di Montecitorio e si appellano al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Fi, Lega, M5S e Sel saliranno al Colle martedì, convinti che il governo stia portando il Paese verso una deriva autoritaria. Il presidente del Consiglio però sceglie di andare avanti

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Renzi è soddisfatto: ringrazia i deputati che hanno votato gli emendamenti della riforma costituzionale e punzecchia gli avversari, che ieri sono usciti dall'aula della Camera. La maggioranza incassa il risultato e aspetta l'incontro di martedì con il presidente della Repubblica. Forse già al Senato, dove i numeri per approvare la legge elettorale, a cui il presidente del Consiglio dà la stessa rilevanza della riforma della Costituzione, corrono sul filo. "Grazie alla tenacia dei deputati terminati i voti sulla seconda lettura della riforma costituzionale. Un abbraccio a gufi e sorci verdi", ha scritto Renzi in un twitter quando, a notte fonda, l'aula semivuota della Camera ha dato il via libera al ddl che modifica 40 articoli della Costituzione con i soli voti delle forze di governo.




Forza Italia
I 'sorci verdi' li aveva minacciati nel pomeriggio di ieri Renato Brunetta rivolgendosi al premier, che aveva ribadito la sua intenzione di non cedere ai "ricatti e ai veti" dell'opposizione, il cui unico interesse era di bloccare il cambiamento. "Matteo Renzi buuuuuuu...Ride bene chi ride ultimo, in Etruria e dintorni", ha replicato il capogruppo di Fi, sottolineando la vicenda della Banca Popolare dell'Etruria finita nel mirino della Consob e della magistratura e di cui è vice presidente il padre del ministro Maria Elena Boschi. Rammarico viene espresso dal presidente della commissione Affari Costituzionali e relatore (dimissionario) del ddl. "Assisto a uno spettacolo - ha scritto in una nota in aula Francesco Paolo Sisto - che è l'opposto della democrazia: un'aula orba, con un solo occhio 'sinistro', per la gran parte vuota in modo desolante, che graffia la Costituzione, in una cavalcata solitaria condotta al ritmo di una inaccettabile autoreferenzialità. E la Costituzione davvero non se lo merita. Tutto il lavoro che è stato fatto in Commissione viene smentito e tradito da un epilogo che rischia di rappresentare un pericoloso precedente per tutti i Parlamenti che verranno'', ha concluso Sisto. 

Grillo sul blog
Sull'Aventino anche il M5S. E' Beppe Grillo ad attaccare dal suo blog e indicare una soluzione: lo scioglimento delle Camere e subito al voto. Per raggiungere questo risultato, invita le opposizioni unite, ma anche la minoranze dem, a rassegnare le dimissioni. In alternativa, "credo si possa tentare anche un'altra strada - ragiona - quella di un giudizio davanti alla Corte Costituzionale".

La Lega
Non meno dura la posizione della Lega, con il vice presidente del Senato Roberto Calderoli: ''Qualcosa di molto grave e preoccupante è accaduto questa notte in Parlamento: un solo partito, con una decisione unilaterale, ha modificato a proprio piacimento la Costituzione. Le modifiche sono state tra l'altro approvate da deputati dichiarati illegittimi dalla Corte Costituzionale, mentre il governo che le ha proposte non è stato votato da nessuno''. 

La minoranza Pd e Sel
Quanto sarà largo lo strappo parlamentare e se potrà ricucito è quel 'dopo' sul quale molti si interrogano. "Abbiamo iniziato l'iter delle riforme - ha osservato il rappresentante della minoranza Dem, Stefano Fassina - conoscendo l'errore del centrosinistra nel 2001, e poi del centro destra nel 2006, nella scrittura unilaterale della costituzione. Di fronte al rischio di ripetere oggi questo errore, avremmo dovuto sospendere i lavori, cercare un dialogo con le opposizioni. E poi ripartire. Le riforme costituzionali non si possono fare sotto il condizionamento di uno show down della legislatura. Ci sono principi di fondo che anche il premier deve
rispettare". Più netto ancora Vendola, presente al corteo "Cambia la Grecia, cambia  l'Europa" a Roma: "Questa sequenza di 40 voti con gli applausi tra di loro è stata greve e goliardica. Hanno compiuto una cosa così istituzionale con lo stile del bullismo istituzionale di Renzi". 


 
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