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MONDO

Secondo round dei colloqui di pace

Siria, ancora scontro tra regime e opposizione alla conferenza Ginevra2

Nessuna dichiarazione alla stampa da parte del mediatore internazionale Brahimi che ha incontrato le parti separatamente. Ma è ancora scontro tra delegati del regime e dell’opposizione. Intanto prosegue l’evacuazione a Homs: altri 300 civili hanno lasciato la città. E l'Onu annuncia il prolungamento per tre giorni del cessate il fuoco
 

Homs
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Svizzera Il mediatore internazionale per la Siria, Lakhdar Brahimi, ha rinunciato a incontrare la stampa oggi al termine della prima giornata di una nuova serie di colloqui tra governo e opposizione siriani a Ginevra. Brahimi, che ha visto le parti separatamente, dovrebbe fare lo stesso domani, secondo un portavoce dell'Onu che ha riferito anche l’argomento al centro delle discussioni odierne: "Cessazione della violenze e del terrorismo e istituzione di un organo di governo di transizione". I colloqui dovrebbero durare fino a venerdì.
 
La lettera del mediatore internazionale Brahimi alle parti
Oltre a un cessate-il-fuoco generale e alla formazione di un governo transitorio, il mediatore internazionale Lakhdar Brahimi ha sollecitato le parti a impegnarsi nel raggiungimento di "tregue" più limitate, circoscritte localmente "anche per un breve periodo", come pure nella rinuncia "all'uso di determinati tipi di armi", i più letali, in modo da "contribuire a una pur minima riduzione delle manifestazioni di violenza" in Siria. La richiesta è contenuta nella lettera di otto pagine, datata 7 febbraio, che Brahimi ha consegnato alle parti all'inizio dei colloqui.
 
Il regime: le dimissioni di Assad non sono in agenda
La questione delle dimissioni del presidente siriano Bashar Assad non è in agenda. Questa la posizione dei delegati del regime siriano. "Per favore dite a chi spera che perderemo il nostro tempo qui in una discussione simile di smetterla". Così il vice ministro degli Esteri siriano, Faisal Mekdad, parlando ai giornalisti ai colloqui di pace di Ginevra 2. A proposito dell'uccisione di 40 persone a Maan, villaggio alawita (ramo derivato dall'islam sciita di cui fa parte il presidente Assad) attaccato da ribelli islamici, secondo quanto riportato dagli attivisti, Mekdad ha parlato di "massacro" soprattutto di donne e bambini. "Non possiamo parlare di un processo di pace vero e credibile - ha detto - prima che omicidi e terrorismo cessino". Con il termine “terroristi” il regime indica i ribelli.
 
L’opposizione: “I colloqui non possono continuare mentre proseguono le violenze del governo”
"I negoziati non possono continuare, mentre il regime aumenta le violenze contro il popolo siriano. Non è accettabile che il governo mandi la sua delegazione ai colloqui di pace mentre uccide il nostro popolo in Siria". Lo ha dichiarato Louay Safi, portavoce dell'opposizione siriana ai colloqui di pace di Ginevra 2.

A proposito del massacro di Maan, Safi ha detto che il governo vuole incolpare altri: "Sì, ci sono violazioni da parte di alcune bande, a causa del caos politico e della sicurezza, ma la responsabilità principale è del regime". Safi ha inoltre accusato Damasco di aver commesso "crimini di guerra" bombardando i civili con bombe-barile, soprattutto nella provincia di Aleppo e nel sobborgo Daraya di Damasco.
 
Mezzaluna rossa: altri 300 evacuati da Homs
Altri 300 civili sono stati evacuati oggi dalla città vecchia di Homs, in mano ai ribelli e assediata da oltre 600 giorni dalle forze lealiste. Lo ha reso noto la Mezzaluna rossa siriana. Gli evacuati di oggi si aggiungono agli 83 che hanno lasciato la città sabato e ai 611 che sono partiti ieri.

Oggi intanto, ai colloqui di Ginevra, le parti si sono accusate a vicenda di avere bombardato o sparato sui civili e sui mezzi delle Nazioni Unite che partecipavano all'evacuazione di questi giorni. 

L'Onu: esteso di 3 giorni il cessate il fuoco ad Homs
L'Onu ha annunciato che è stato prolungato per tre giorni il cessate il fuoco tra le forze del regime e l'opposizione ad Homs per consentire
l'accesso degli aiuti umanitari.
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