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MONDO

Le forze lealiste hanno espugnato la città ai ribelli dopo due anni di assedio

Siria, ritorno ad Homs: una città fantasma, devastata da due anni di assedio

Centinaia di abitanti fanno ritorno nel centro storico per vedere ciò che resta delle loro case, dei loro negozi, della loro città. E quello che si presenta ai loro occhi è uno scenario apocalittico, di devastazione

La distruzione a Homs
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C’è chi arriva in bicicletta, chi in moto, chi a piedi. Qualcuno tira fuori il cellulare e scatta qualche fotografia. Sono gli abitanti della città siriana di Homs. Centinaia di persone che fanno ritorno nel centro storico per vedere ciò che resta delle loro case, dei loro negozi, della loro città. Dopo oltre due anni, infatti, l’esercito siriano è riuscito a espugnare ai ribelli il cuore di Homs, dove nel 2011 è partita la “rivoluzione” contro il regime di Bashar Assad. I ribelli si sono ritirati venerdì dopo il lungo assedio delle forze lealiste. Abbandonano la città dopo una lunga trattativa: hanno ottenuto un lasciapassare e si sono allontanati a bordo di alcuni autobus controllati dall'esercito e dalle Nazioni Unite. Ora cercheranno di riorganizzarsi nelle basi ribelli che si trovano più a nord.  Durante l'assedio sono morte oltre 2000 persone. Vittime dei combattimenti, ma anche degli stenti. Alla ferita ancora aperte delle vite spezzate, si aggiunge la desolazione di una città devastata.
 
È infatti uno scenario apocalittico, una città fantasma quella che si presenta davanti agli occhi degli abitanti che vi fanno ritorno. Dopo gli anni di pesanti combattimenti, le strade e le case sono ridotte in macerie. E in mezzo a quelle macerie emergono pezzi di vita: lenzuola, vestiti, giocattoli.
 
Qualcuno, spinto dalla disperazione, scava in mezzo alle rovine in cerca di una vita passata che non tornerà più. Una donna porta con sé un album di fotografie: “La mia casa è stata distrutta, non mi è rimasto alcun ricordo, così porto con me queste foto” racconta al giornale inglese “Telegraph”.
 
Ma è solo una delle tante testimonianza del dolore che hanno dovuto patire gli abitanti di Homs per far sì che Bashar al-Assad potesse "vincere" la sua guerra civile. 
 
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