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MONDO

Oltre 120 i morti

Strage di Parigi, il punto sulle indagini. Passaporto siriano su corpo di uno degli attentatori

Sette attentatori suicidi, uno ucciso. Intanto le autorità tedesche comunicano di aver arrestato la settimana scorsa un 51enne, originario del Montenegro, dopo il ritrovamento di armi nella sua auto

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Nella Parigi sconvolta dalla raffica di attentati di ieri sera, da ore gli inquirenti e i tecnici sono al lavoro per cercare di identificare i terroristi kamikaze entrati in azione e poi morti, facendosi esplodere. Uomini freddi, determinati, militarmente preparati. Hanno agito da professionisti, sparavano con gli Ak47 a colpo singolo, 3-4 alla volta ben mirati. Avevano persino cinture esplosive che hanno azionato dopo avere esaurito le munizioni delle loro armi contro, quelle che gli stessi hanno definito nella rivendicazione "le masse di apostati".

Intanto gli inquirenti sul corpo dilaniato di uno dei kamikaze de lo Stade de France hanno trovato un passaporto siriano. E si indaga anche per capire se, oltre agli 8 terroristi morti - uno ucciso e 7 kamikaze - ci sia o meno qualcuno in fuga. Ipotesi che l'Isis nella sua rivendicazione cercherebbe di allontanare.


 Un arresto in Germania, forse collegato ad attentati
E intanto la Germania fa sapere di aver arrestato la settimana scorsa un 51enne, originario del Montenegro, dopo il ritrovamento di armi nella sua auto. Un fatto, che secondo fonti investigative, sarebbe in collegamento con gli attentati di Parigi. 


 Gli attentatori di Parigi
Secondo gli ultimi aggiornamenti da fonte giudiziarie sarebbero 8 gli attentatori morti: 1 ucciso dalle forze francesi e 7 kamikaze: 3 si sarebbero fatti saltare in aria nella sala concerti Bataclan, dove avevano lanciato una presa di ostaggi, 3 nelle immediate vicinanze allo Stade de France, un altro poco distante dallo stadio, dove il presidente francese Francois Hollande stava assistendo all'amichevole Francia-Germania. Il timore però è che altri terroristi, nel caos totale scatenato dalle sparatorie e dalle esplosioni, siano potuti fuggire.

"Hanno agito in modo coordinato, c'è stata contemporaneità negli attacchi" e apparentemente non c'era un obiettivo preciso, un luogo simbolico come avvenuto per gli attacchi di gennaio (un supermercato kosher, la redazione di Charlie Hebdo che aveva pubblicato le vignette su Allah), spiegano gli inquirenti. "Alcuni terroristi sono usciti dalle auto e hanno preso a sparare a caso sulla gente" riferiscono altre fonti giudiziarie, lasciando intendere che è molto probabile che qualcuno tra gli aggressori sia fuggito.

Avevano precedenti? Sono stati in Siria
Ora si conta di ottenere informazioni dagli esami dei resti dei kamikaze, dal loro dna: avevano precedenti? Sono noti ai servizi o alle forze dell'ordine? E soprattutto: "sono stati in Siria?", come riferisce una giornalista di cronaca giudiziaria di France Info che ha consultato fonti vicine agli inquirenti febbrilmente al lavoro.
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