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MONDO

Presidenziali 2016

Usa, Marco Rubio annuncia la sua candidatura alla Casa Bianca

Il senatore repubblicano di origini cubane Marco Rubio ha annunciato ufficialmente la sua candidatura per la Casa Bianca 

Marco Rubio
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Dopo la democratica Hillary Clinton, anche da parte repubblicana arriva una candidatura alla presidenza degli Stati Uniti. Il senatore repubblicano di origini cubane Marco Rubio ha annunciato ufficialmente la sua corsa alla Casa Bianca. Rubio ha affermato di sentirsi "qualificato", la persona giusta, per parlare di futuro agli americani, mentre ha definito la sua avversaria Hillary Clinton una "leader del passato". Il senatore repubblicano - illustrando i motivi della sua discesa in campo - ha sostenuto di voler parlare del domani e di voler difendere l"American Dream', il sogno americano. 

"E' ora che la nostra generazione guidi l'America nel nuovo secolo", ha detto Rubio, 43 anni, annunciando a Miami la sua candidatura. "Molti dei nostri leader - ha aggiunto - sono fermi al ventesimo secolo, parlano e agiscono come se fossero nel 1999. Hanno dimenticato che quando l'America perde la sua leadership c'è solo il caos globale".

Le indiscrezioni sulla candidatura di  Marco Rubio per le presidenziali del 2016 avevano iniziato a circolare già da qualche mese. Lo scorso gennaio Abc News ha sostenuto che il senatore repubblicano della Florida, 43 anni, aveva dato disposizioni ai suoi consiglieri di preparare la campagna, firmando per diverse iniziative di raccolta fondi e pianificando diversi viaggi negli Stati.

A guidare la campagna di Rubio per raccogliere 50 milioni di dollari e oltre, di cui ha bisogno per le primarie repubblicane, sarà Anna Rogers, attuale direttore finanziario per 'American Crossroads', il gruppo conservatore iniziato da Karl Rove che ha raccolto più di 200 milioni di dollari per aiutare i repubblicani eletti nelle ultime due elezioni. 

Rubio è riuscito ad attirare l'attenzione dell'opinione pubblica nazionale sin dalla sua elezione nel 2010 al Senato statunitense. Giovane, conservatore e una storia coinvolgente di figlio di immigrati cubani, Rubio è per molti l'Obama repubblicano, l'uomo capace di avvicinare al partito giovani e immigrati, che negli ultimi anni hanno votato in grande maggioranza per i democratici. Sarà il terzo repubblicano e il terzo senatore a entrare ufficialmente nella corsa per la nomination repubblicana, dopo Ted Cruz (Texas) e Rand Paul (Kentucky).

Del suo operato al Senato, si ricorda soprattutto la sua partecipazione al gruppo bipartisan di otto senatori che hanno scritto la riforma dell'immigrazione approvata in Senato nel 2013 - poi bocciata - che avrebbe creato un percorso verso la cittadinanza per milioni di immigrati che vivono e lavorano negli Stati Uniti, da molti anni, senza permesso. L'ostilità dei deputati repubblicani e di una parte della base lo hanno poi spinto a sconfessare quell'approccio, appoggiato dal presidente Barack Obama, per sostenere una riforma che, secondo i gruppi in difesa dei diritti degli immigrati, penserebbe soprattutto a rafforzare i controlli alle frontiere, senza preoccuparsi di risolvere il problema degli 11 milioni di persone senza documenti.

Ciò che potrebbe renderlo diverso dagli altri candidati repubblicani è l'attenzione per la politica estera, che potrebbe essere centrale nella sua campagna elettorale. Rubio, che in Senato siede nelle commissioni Esteri ed Intelligence, è stato uno degli oppositori più duri della politica estera di Obama e ha dimostrato, più della maggior parte dei suoi colleghi di partito, di essere preparato. In particolare, è uno dei più critici dell'apertura di Washington verso L'Avana, perché non servirebbe, a suo parere, a creare un regime più libero a Cuba. Contrario ai negoziati con l'Iran, ha criticato insistentemente l'amministrazione per non aver fatto abbastanza per fermare la Russia in Ucraina.  

Considerando la probabile candidatura dell'ex governatore della Florida, Jeb Bush, suo mentore politico, molti credevano che Rubio non si sarebbe presentato a queste elezioni. "Non si trattava solamente di un rapporto tra un governatore e un deputato, era molto più profondo" ha ricordato Nelson Diaz, un lobbista che ha lavorato per Rubio in quegli anni, parlando con il New York Times dei tempi in cui Bush era governatore e Rubio deputato.

Nella sua biografia "An American Son", Rubio ha scritto a proposito della sua decisione di partecipare alle elezioni del 2010 per il Senato, che per molti sembrava all'epoca azzardata. "Jeb Bush era ancora immensamente popolare nello Stato. Se avesse corso, nessuno lo avrebbe sfidato alle primarie. Io, no di certo".  
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