La crisi del Paese sudamericano
Guaidó: sconcerto per la posizione dell'Italia. Perché non si schiera contro Maduro?
La lettera di Guaidó agli italiani. Salvini lo chiama: sostegno per libere elezioni. Ricevuta delegazione al Viminale
Incontro al Viminale tra il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini e la delegazione venezuelana dopo la lettera inviata da Guaidó al governo italiano pochi giorni fa.
Presenti al Viminale, tra gli altri, Francisco José Sucre Giffuni, presidente della commissione Esteri dell'Assemblea nazionale, Antonio Ledezma, sindaco metropolitano di Caracas e Rodrigo Diamanti, Rappresentante europeo del Venezuela per gli Aiuti Umanitari.
Durante il faccia a faccia, informa il Viminale, telefonata cordiale tra Salvini e il presidente dell'Assemblea nazionale Guaidó. Salvini ha confermato la dura presa di posizione nei confronti di Maduro ed il pieno sostegno al percorso costituzionale per arrivare al più presto ad elezioni libere. Il vicepremier ha anche assicurato la massima attenzione affinché venga salvaguardata l'incolumità di Guaidó e della sua famiglia in questa fase di delicata transizione per il paese sudamericano.
I venezuelani hanno espresso riconoscenza a Salvini per la vicinanza e solidarietà dimostrate e l'attenzione per risolvere l'attuale crisi umanitaria che sta colpendo tutti i venezuelani e più di 100 mila italiani che vivono in Venezuela.
Guaidó: "Sconcerto per la posizione italiana"
"Con profondo sconcerto non comprendiamo le ragioni della posizione politica italiana. Non capiamo perché il Paese europeo a noi più vicino non prenda una posizione chiara e netta contro il dittatore Maduro e non chieda, con forza, libere elezioni sotto l'egida della comunità internazionale e lo sblocco degli aiuti umanitari". Lo dice il leader dell'opposizione venezuelana Juan Guaidó in una lettera agli italiani, aggiungendo: "Sono sicuro che il popolo italiano è dalla nostra parte, dalla parte della democrazia, della libertà e della giustizia".
Nella lettera, diffusa dalla delegazione di Guaidó che si trova a Roma, il loro leader sottolinea che "59 Paesi nel mondo e il Parlamento europeo hanno riconosciuto l'Assemblea Nazionale e quindi la mia persona quale Presidente provvisorio del Paese, con il preciso e limitato compito di portare il Venezuela, al più presto, a libere e democratiche elezioni". E invece "l'Italia è uno dei pochi Paesi che non ha ancora riconosciuto questo percorso". Guaidó, rivolgendosi a tutti gli italiani, scrive: "Il Venezuela e l'Italia hanno profonde radici comuni. I venezuelani sentono gli italiani come fratelli, da sempre. Oltre due milioni di venezuelani portano orgogliosamente cognomi italiani. Una comunità numerosa che guarda all'Italia come un punto di riferimento".
"Oggi stiamo vivendo una catastrofe umanitaria senza precedenti, a causa di un governo illegittimo e non riconosciuto dalla comunità internazionale. Tutta la comunità italiana in Venezuela è vittima della dittatura, ed è vittima tanto quanto i venezuelani del flagello della fame e della mancanza di medicine". Guaidó conclude: "Abbiamo bisogno che l'Italia sia al nostro fianco!".
Consegnati i primi aiuti alimentari
L'autoproclamato presidente del Venezuela Juan Guaidò ha annunciato la consegna di primi aiuti umanitari, destinati a bambini e donne incinte. Si tratta, ha detto su Twitter, di 85mila confezioni di integratori alimentari pari a"1.700mila razioni per bambini e 4500 per donne in gravidanza", che sono stati consegnati alla Associazione dei Centri di Salute.
"Questa consegna rappresenta 20 razioni per ogni beneficiario e corrisponde alla prima fase di attenzione per la popolazione più vulnerabile alla crisi umanitaria che stiamo attraversando", ha dichiarato Guaidò, ringraziando "tutti i paesi" che stanno offrendo aiuti al Venezuela. L'annuncio della consegna avviene dopo che il regime di Nicolas Maduro ha tentato in ogni modo di impedire l'arrivo degli aiuti umanitari richiesti da Guaidò.
La Corte dei conti del Venezuela apre un'indagine sul patrimonio di Guaidò
La Contraloria general de Venezuela, organismo che svolge funzioni equivalenti alla Corte dei Conti, ha aperto una indagine sul patrimonio dell'autoproclamato presidente ad interim, Juan Guaidó, per "presunto denaro ricevuto dall'estero senza alcun tipo di giustificazione". Lo ha annunciato il capo dell'organismo, Elvis Amoroso, aggiungendo che il procedimento è stato aperto anche in seguito al sospetto che il presidente del Parlamento abbia "nascosto o falsificato contenuti nella sua dichiarazione giurata". Secondo Amoroso, le indagini contro Guaidó sono scaturite dopo una serie di segnalazioni, la cui origine non è stata specificata. Amoroso ha ricordato la "dedizione esclusiva" stabilita dalla Costituzione per i deputati all'Assemblea Nazionale. I deputati, ha aggiunto, "non possono ricevere alcun tipo di remunerazione durante altri lavori pubblici o privati".