MONDO
Nel 2014 i sauditi donarono 1,5 miliardi di dollari al governo di Islamabad
Yemen, Pakistan: "L'Arabia Saudita ci ha chiesto caccia, navi e soldati"
Così il ministro della Difesa pakistano Khawaja Asif sull'eventualità che il Pakistan si lasci coinvolgere nella campagna militare a guida saudita in Yemen. Ieri la coalizione araba ha bombardato il centro di Sana'a
Islamabad (Pakistan)
L'Arabia Saudita ha chiesto al Pakistan aerei militari, navi da guerra e soldati: lo ha dichiarato il ministro della Difesa pakistano, Khawaja Asif, in apertura del dibattito nel Parlamento di Islamabad sull'eventualità che il Pakistan si lasci coinvolgere direttamente nella campagna militare a guida saudita in Yemen. L'Arabia Saudita, principale potenza sunnita nel Golfo, ha chiesto al governo pakistano, la cui popolazione è in maggioranza sunnita, di partecipare alla coalizione militare con cui sta cercando di frenare l'avanzata degli sciiti Houthi in Yemen.
Il premier Nawaz Sharif ha più volte detto nei giorni scorsi che il Pakistan difenderà "ogni minaccia all'integrità territoriale" dell'Arabia Saudita, senza però spiegare in che modo. Il governo di Islamabad in qualche modo dipende dalla ricca monarchia petrolifera hashemita a causa di un'evasione fiscale pressoché endemica. L'anno scorso i sauditi donarono infatti 1,5 miliardi di dollari al governo di Islamabad. Ma l'adesione alla coalizione saudita rischia di esacerbare il conflitto in patria, dove circa un quinto della popolazione è sciita. Non solo: un intervento pakistano probabilmente scatenerebbe anche la rabbia del regime degli ayatollah sciiti, in Iran, con cui il Pakistan condivide una lunga e porosa frontiera.
Ieri a Sana'a, capitale yemenita, la coalizione con in testa l'Arabia Saudita ha bombardato quartieri residenziali del centro ritenuti sede dei movimento sciita degli houthi. Fino a ieri la coalizione si era limitata a bombardare la periferia della capitale. Poco prima i ribelli sciiti seguaci dell'imam al Houthi avevano assaltato il carcere della provincia yemenita di Dalia, nel sud del paese liberando centinaia di prigionieri. Secondo fonti di sicurezza governative sono stati liberate 300 persone, mentre il sito informativo yemenita "al Masdar" parla di 800 detenuti.
Il premier Nawaz Sharif ha più volte detto nei giorni scorsi che il Pakistan difenderà "ogni minaccia all'integrità territoriale" dell'Arabia Saudita, senza però spiegare in che modo. Il governo di Islamabad in qualche modo dipende dalla ricca monarchia petrolifera hashemita a causa di un'evasione fiscale pressoché endemica. L'anno scorso i sauditi donarono infatti 1,5 miliardi di dollari al governo di Islamabad. Ma l'adesione alla coalizione saudita rischia di esacerbare il conflitto in patria, dove circa un quinto della popolazione è sciita. Non solo: un intervento pakistano probabilmente scatenerebbe anche la rabbia del regime degli ayatollah sciiti, in Iran, con cui il Pakistan condivide una lunga e porosa frontiera.
Ieri a Sana'a, capitale yemenita, la coalizione con in testa l'Arabia Saudita ha bombardato quartieri residenziali del centro ritenuti sede dei movimento sciita degli houthi. Fino a ieri la coalizione si era limitata a bombardare la periferia della capitale. Poco prima i ribelli sciiti seguaci dell'imam al Houthi avevano assaltato il carcere della provincia yemenita di Dalia, nel sud del paese liberando centinaia di prigionieri. Secondo fonti di sicurezza governative sono stati liberate 300 persone, mentre il sito informativo yemenita "al Masdar" parla di 800 detenuti.