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MONDO

Stato di emergenza fino al 21 gennaio

Trump incendia gli Usa, i suoi sostenitori assaltano il Congresso: quattro morti

Il Congresso dopo ore convulse certifica la vittoria: Joe Biden è presidente degli Stati Uniti. 
Dopo l'assalto la Guardia nazionale solo dopo alcune ore riporta la calma. Pence: "La violenza non vince mai". Twitter blocca l'account di Trump per 12 ore, Facebook per 24. E il procuratore di Washington chiede di rimuovere il presidente 

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Le parole di Donald Trump incendiano l'America: dopo il comizio a Washington del presidente sconfitto dal voto - "Non concederemo la vittoria, non ci arrenderemo mai" - i suoi sostenitori hanno lanciato un assalto senza precedenti al Campidoglio, dove il Congresso stava certificando l'esito delle presidenziali e la vittoria del democratico Joe Biden. Assalto che è costato la vita a quattro persone, ha causato diversi feriti, oltre 50 arresti, e un danno gravissimo alla democrazia americana. Solo dopo alcune ore polizia e Guardia nazionale, intervenute in ritardo, riescono a mettere in sicurezza l'edificio e la seduta può riprendere.

Nell'assalto al Congresso muoiono 4 persone. Feriti e arresti
Per la prima volta si sono visti agenti con le pistole puntate all'ìnterno del Campidoglio. Una donna, veterana dell'Aeronautica che manifestava a favore di Trump, è stata centrata al petto durante una sparatoria all'interno dell'edificio ed è poi morta per le ferite riportate. Morte in ospedale anche altre 3 persone, secondo un bilancio fornito dal capo della polizia di Washington, Robert Contee. "Inoltre ci sono stati altri tre decessi, una donna e due uomini, vittime di diverse emergenze mediche che ne hanno causato la morte", ha aggiunto Contee, senza fornire maggiori dettagli. Come precisa la Cnn, diverse persone sono state trasportate in ospedale per problemi cardiaci o fratture causate mentre cercavano di arrampicarsi sul Campidoglio, ma la polizia non ha precisato se siano loro le vittime. Sequestrate 5 armi ai rivoltosi. I leader di Senato e Camera e i parlamentari sono stati scortati in luogo sicuro. I sostenitori di Donald Trump hanno marciato su Capitol Hill, superando le deboli barriere della polizia, al grido di "Fight for Trump" e "Stop the Steal", "Fermiamo il furto". Gli agenti hanno quindi ordinato l'evacuazione dell'aula e scortato i parlamentari al sicuro in un'ala dell'edificio. Il caos è durato a lungo, poi su Washington è calato il coprifuoco deciso dal sindaco e la situazione è tornata sotto controllo. 

Il Congresso dopo ore convulse certifica la vittoria: Joe Biden è presidente degli Stati Uniti 
Solo in piena notte (le 9.30 in Italia) Joe Biden supera la soglia fatidica dei 270 voti elettorali e il Congresso certifica che sarà lui dalle 12 del 20 gennaio il nuovo presidente degli Stati Uniti.

Trump promette una "transizione ordinata"
"Anche se sono totalmente in disaccordo con l'esito delle elezioni, e i fatti lo confermano, il 20 gennaio ci sarà comunque una transizione ordinata", ha promesso in un comunicato il presidente uscente. Mentre i tragici eventi che hanno portato all'assalto del Congresso sono denunciati senza riserve dall'intera classe politica americana, il Tycoon è tornato a difendersi sostenendo di aver voluto "continuare la nostra lotta per far sì che venissero contati solo i voti legali".

"Finito il più grande mandato della storia"
Il miliardario - per il quale potrebbe aprirsi da un momento all'altro la procedura di rimozione immediata dalla Casa Bianca - afferma che ora si aprirà una nuova fase politica. "Ho sempre detto che avremmo continuato la nostra battaglia per garantire che venissero conteggiati solo i voti legali. Anche se questo rappresenta la fine del più grande primo mandato nella storia presidenziale, è solo l'inizio della nostra lotta per rendere l'America di nuovo grande", ha detto Trump. 

La democrazia sospesa. Cronache dai lavori del Congresso
I lavori di Camera e Senato, sospesi durante l'assalto, sono ripresi solo dopo diverse ore. La speaker democratica della Camera, Nancy Pelosi, dopo l'allontanamento dei rivoltosi, aveva assicurato: "Il vergognoso assalto alla democrazia di oggi - consacrato al più alto livello del governo - non ci deve dissuadere dalla nostra responsabilità nei confronti della Costituzione. La seduta congiunta di Camera e Senato Usa per certificare la vittoria di Joe Biden al voto presidenziale del 3 novembre è stata interrotta dopo la presentazione di un'obiezione alla correttezza del risultato del voto per lo stato della Pennsylvania da parte del senatore repubblicano Josh Hawley. Le due camere del Congresso si riuniranno separatamente per dibattere l'obiezione per un massimo di due ore, poi il conteggio dovrebbe riprendere.Durante il conteggio dei voti il vicepresidente Mike Pence ha respinto le le obiezioni presentate dai deputati repubblicani di Georgia,  Michigan e Nevada, in quanto non accompagnate dalla firma di un senatore. L'obiezioni della stato dell'Arizona è stata votata dalle due camere separatamente e respinta. 

Pence: "La violenza non vince mai"
"E' un giorno buio nella storia del Paese. Condanniamo la violenza nei termini più forti e duri". Il vicepresidente Mike Pence ha pronunciato queste parole riaprendo la seduta congiunta di Senato e Camera per certificare i risultati del collegio elettorale che ha determinato la vittoria di Joe Biden. Dopo aver offerto vicinanza a chi è morto o è stato ferito per difendere il Campidoglio, Pence ha continuato condannando le rivolte del pomeriggio che hanno bloccato i lavori: "La violenza non vince, la libertà vince e questa è la Casa del popolo e in un giorno senza precedenti i rappresentanti eletti si riuniscono di nuovo a difesa della costituzione e Dio benedica chi serve, chi protegge questo luogo e gli Stati Uniti d'America". I servizi segreti statunitensi volevano che Pence lasciasse il complesso del Campidoglio, ma il vice presidente ha preferito rimanere sul posto, ha spiegato una fonte. Un'altra fonte ha assicurato che Pence "farà il suo dovere". Respinta la prima contestazione dei voti del collegio elettorale, quella riguardante l'Arizona, dove ha vinto Joe Biden. L'obiezione, presentata da alcuni senatori del Grand Old Party, è stata affondata con 93 no e 6 sì.



Il tweet di Trump: "Andate a casa". Twitter e Facebook bloccano il presidente
"Questo è quanto accade quando una vittoria elettorale sacra e schiacciante viene strappata brutalmente ai grandi patrioti che sono stati trattati male e ingiustamente da così tanto tempo. Tornate a casa con amore e in pace. Ricorderete questo giorno per sempre!". Così su Twitter il presidente uscente ha deciso alla fine di tentare di calmare gli animi ed evitare il peggio. Twitter tuttavia ha bloccato per 12 ore l'account del presidente uscente e minacciato uno stop permanente, a causa dei messaggi di incitazione alla violenza lanciati dal tycoon sconfitto. Analoga la decisione presa da Facebook, ma per 24 ore. Rimossi i post.

 

Il procuratore di Washington: Pence rimuova Trump
Il Procuratore generale del Distretto di Columbia Karl Racine, intervistato dalla Cnn, chiede che il vice presidente Mike Pence riunisca il governo per invocare il 25mo  Emendamento della Costituzione per rimuovere il presidente Donald Trump dall'incarico. "Che vi piaccia o no il vice presidente Pence è più adatto alla carica... abbiamo bisogno di un comandante in capo che adempia alle sue responsabilità costituzionali". Quindi, ha spiegato Racine, "chiederei al vicepresidente di fare il passo successivo. Faccia il suo dovere costituzionale. Proteggere l'America, difendere la democrazia e invocare il 25  Emendamento. Questo richiede che il vice presidente Pence si muova e ottenga la maggioranza del Governo o la maggioranza del Congresso per rimuovere immediatamente il presidente perché è così chiaramente non idoneo alla carica". Secondo la Cnn, alcuni membri dell'esecutivo ne starebbero discutendo.

Si pensa anche all'impeachment 
La deputata democratica Ilhan Omar, una delle componenti dello squadra di Alexandria Ocasio-Cortez, sta preparando gli articoli per l'impeachment di Donald Trump. Lo annuncia la stessa Omar su Twitter. "Non possiamo permettergli di restare in carica". 

A Washington stato di emergenza fino al 21 gennaio 
Il sindaco di Washington, Muriel Bowser, estende l'emergenza pubblica nella capitale americana per 15 giorni, ovvero fino al 21 gennaio, il giorno successivo al giuramento di Joe Biden. Resta in vigore anche il coprifuoco. E altri mille uomini della Guardia Nazionale arriveranno a Washington dallo Stato di New York, inviati dal governatore Andrew Cuomo, per restare fino all'insediamento del presidente eletto.

Lasciano il capo dello staff di Melania e il vice portavoce di Trump
Il capo dello staff della First Lady, Melania Trump, ed ex segretaria stampa della Casa Bianca, Stephanie Grisham, ha presentato la sua lettera di dimissioni, con effetto immediato poche ore dopo l'inizio dell'irruzione. Melania è una delle poche persone vicine al presidente che non ha ancora commentato pubblicamente le violente proteste accadute al Campidoglio. Anche la vice portavoce della Casa Bianca, Sarah Matthews, si è dimessa in seguito alle violenze in Congresso. "E' stato un onore servire nell'amministrazioneTrump. Quello che ho visto oggi mi ha molto disturbato. Mi dimetto dal mio in carico con effetto immediato. Il nostro Paese ha bisogno di una transizione pacifica". 

Il comizio di Trump: non ci arrenderemo, non concederemo mai la vittoria
Nella mattinata Donald Trump aveva detto "Non ci arrenderemo mai", mentre la folla sterminata intonava lo slogan "Stop the Steal" ovvero  "Fermiamo il furto" dei voti. "Non ci arrenderemo mai, non concederemo mai" la vittoria: Trump ha esordito così davanti ad alcune migliaia di fan radunatisi nel parco a Sud della Casa Bianca per la manifestazione 'Save America' contro i brogli. "Sono il presidente più votato della storia americana, con questi numeri non c'era nessuna possibilità di perdere", ha sostenuto. Ma tutti i ricorsi contro i presunti brogli sono stati rigettati, mentre le sue accuse di brogli, ripetute ormai da mesi senza alcuna prova hanno incendiato gli animi dei rivoltosi e aperto la strada all'assalto.
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