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ECONOMIA

Nella trattativa interviene in prima persona il governo francese

Fusione Fca Renault, oggi in Cda i consiglieri Nissan si asterranno

Mentre si misurano le forze in campo, infuria la polemica politica perché contro una presa di posizione precisa del Governo francese non c'è l'equivalente sul fronte italiano

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I due consiglieri che rappresentano la Nissan nel consiglio di amministrazione della Renault si asterranno dal voto sulla proposta di fusione avanzata da Fiat Chrysler. Lo scrive il Financial Times. "Secondo fonti vicine al dossier - afferma il quotidiano britannico - i due consiglieri dovrebbero astenersi in un voto cruciale che potrebbe minacciare il futuro dell'alleanza ventennale" tra Renault e Nissan. Il presidente e amministratore delegato della casa automobilistica giapponese, Hiroto Saikawa, ha sottolineato che l'eventuale aggregazione tra Fca e Renault potrebbe creare "nuove sinergie", ma richiederebbe "una fondamentale revisione del rapporto che esiste tra Nissan e Renault". Tutto questo mentre proprio in questi minuti il board di Renault si riunisce per esprimersi sull'eventuale avvio delle trattative per una fusione con Fca.  

Il Governo francese interviene
Il Governo francese stringe la presa sul dossier Fca - Renault. Per il ministro dell'Economia, Bruno Le Maire, è stato un week end di lavoro quanto mai intenso, con contatti e incontri con le parti interessate. Spiegano fonti del ministero dell'Economia francese: "Tra il ministero e il presidente Elkann ci sono state diverse telefonate in questo fine settimana e c'è stato un incontro tra il presidente di Fca e il capo di gabinetto del ministro dell'Economia". Le Maire ha incontrato il presidente di Renault, Jean - Dominique Senard". Intanto rilevano fonti vicine al dossier, oggi il Cda di Renault "dovrebbe fare il punto sulle trattative in corso. Il Ceo dovrebbe informare i consiglieri. Non è detto, comunque, che sia una riunione conclusiva". Il board potrebbe tornare a riunirsi in settimana, già giovedì". 

Tra le garanzie richieste dal governo, "ci sarebbe quella del mantenimento di una sede operativa di Renault a Parigi. Lo Stato francese richiederebbe anche un posto nel cda di Renault che nell'ambito del progetto di fusione diventerebbe una controllata della holding e un dividendo eccezionale versato a Renault per compensare un potenziale squilibrio.

Il possibile accordo
Un accordo, intanto, rivela 'Le Monde', sarebbe stato trovato tra Fca e Renault sull'organigramma della possibile holding che nascerebbe in seguito alla fusione dei due gruppi. L'attuale presidente di Fca, John Elkann diventerebbe presidente del Cda della holding mentre Jean - Dominque Senard diventerebbe il direttore generale dei due gruppi e membro del cda. La governance così decisa, scrive il quotidiano francese, durerebbe per quatto anni e prevederebbe "un meccanismo di salvaguardia che permetta di evitare che il potere vada nelle mani di un solo azionista". Intanto "trattative sarebbero tuttora in corso sulla questione di un possibile dividendo eccezionale versato a Renault per compensare un potenziale squilibrio". Martedì scorso Le Maire rispondendo ai parlamentari, durante il question time all'Assemblée Nationale, si era detto piuttosto favorevole al progetto chiedendo però delle garanzie. Ai vertici di Renault, aveva precisato, "chiederò che non vengano chiusi stabilimenti, che vengano mantenuti i livelli occupazionali; che venga rafforzata l'Alleanza con Nissan e che questo progetto si inserisca nell'ambito dell'Alleanza". Per quanto riguarda la governance, aveva sottolineato, "chiederemo delle garanzie affinché vengano preservati gli interessi nazionali e che questa fusione si inserisca anche nel grande progetto con la Germania su una filiera europea di batterie elettriche". 

La polemica politica in Italia
"Incredibile l'assenza del governo dei sovranisti chiacchieroni sulla vicenda Fca-Renault. Cosa aspettano a convocare l'azienda per discutere lo scenario che si apre per gli interessi italiani nel caso di un accordo con Renault?". Così su Twitter l'ex segretario e deputato del Partito Democratico Maurizio Martina. "Con la fusione Fca-Renault l'Italia rischia di essere tagliata fuori da un settore cruciale per sviluppo economico e occupazione in cui ha sempre primeggiato. Mentre sta per nascere il più grande gruppo automobilistico mondiale, in una partita così importante - così come nella gestione delle crisi industriali - il governo e soprattutto il ministero dello Sviluppo economico risultano completamente assenti". Lo dichiara Anna Maria Bernini, capogruppo dei senatori di Forza Italia. "Le due aziende interessate hanno già parlato con Macron, mentre non ci sono state interlocuzioni con alcun ministro italiano: erano tutti impegnati in campagna elettorale.        

Federmeccanica: siano presenti governo e associazioni di imprese
"Sono dinamiche internazionali e produttive assolutamente complesse, uno scenario complicato che deve vedere presenti anche le componenti paese, quindi il mondo delle associazioni di imprese e il governo in prima battuta". Così Alberto Dal Poz, presidente di Federmeccanica, commenta la fusione Fca-Renault. Per Dal Poz bisogna "dare sostegno agli azionisti in modo che le scelte vengano prese nel modo più efficace possibile senza dimenticare il peso di filiere e occupazione dei rispettivi paesi. L'Italia ha un posto di assoluto rilievo per tecnologie, dobbiamo esaltare la competenza della nostra filiera, noi della automotive siamo una parte fondamentale del nostro paese", conclude.    

Ciam boccia l'accordo
Ciam (Charity Investment Asset Management), il fondo attivista di Renault, definisce la fusione "un bel progetto industriale europeo" e tuttavia ritiene che "di questa operazione si avvantaggi ben di più Fca che Renault, tanto da un punto di vista industriale che finanziario". Sotto il primo profilo "E' chiaro che è Fca ad aver bisogno di Renault e non il contrario sia per esigenze di "rafforzamento geografico" che per "recuperare un ritardo tecnologico" sull'auto elettrica, dove Renault è più forte grazie anche a maggiori investimenti in ricerca, il 5% dei ricavi contro il 2,8% di Fca. Dal punto di vista finanziario Ciam ricorda che il valore delle quote di Renault in Nissan, Daimler (entrambe quotate) e Rci Banque, la finanziaria del gruppo, da solo "supera già  il valore che Fca attribuisce a Renault". Con l'effetto di riconoscere alle attività  industriali della casa francese "un valore implicito negativo di 3 miliardi" nonostante siano in grado di generare "un risultato operativo positivo (Ebit) di 2,25 miliardi di euro, che dovrebbe essere valorizzato almeno 6,75 miliardi" sulla base dei multipli applicati a Fca nella transazione. Il valore implicito negativo sale a 6 miliardi nel caso in cui Rci Banque, anzichè essere valutata 5,6 miliardi di euro, quale è il suo patrimonio netto, venga valorizzata 8 miliardi di euro, applicando un multiplo di 8 volte gli utili. "In quanto membri del consiglio di amministrazione, vi chiediamo di pertanto di studiare questa offerta con la più grande attenzione tanto essa è iniqua in questa fase", conclude Catherine Berjal, presidente di Ciam.  
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