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POLITICA

L'intervento di Renzi in vista del Consiglio UE

UE: approvata da entrambi i rami del Parlamento la risoluzione di maggioranza su discorso premier

 Montecitorio ha approvato con 303 voti a favore, 101 contro e 73 astenuti e Palazzo Madama con 161 sì, 62 no e 32 astensioni la mozione di maggioranza che avalla le comunicazioni del premier Matteo Renzi in vista del Consiglio Ue di domani e dopodomani. Il presidente del Consiglio ha affrontato temi di politica estera, di terrorismo internazionale, di Europa, delle riforme fatte e d'immigrazione

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L'aula di Montecitorio ha approvato, con 303 voti a favore, 101 contro e 73 astenuti, la mozione di maggioranza che avalla le comunicazioni del premier Matteo Renzi in vista del Consiglio Ue. Respinte tutte le mozioni di opposizione, approvata solo la mozione del gruppo Ala, dopo che il governo ha chiesto delle riformulazioni su alcune parti del testo che sono state accolte dai presentatori. Il testo è stato approvato con 296 sì, 103 no e 90 astenuti. Fi, Lega e Sel hanno votato contro mentre M5S si è astenuto.

Nel pomeriggio, Palazzo Madama ha approvato la risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni del Premier con 161 sì, 62 no e 32 astensioni

"Se qualcuno pensa di risolvere il problema della Siria dicendo 'stamattina mi alzo e decidiamo di fare i bombardamenti li', io dico: 'auguri e in bocca al lupo', ma non risolverà il problema". Queste le parole del premier. "Non si risolvono i problemi internazionali - ha aggiunto Renzi- con soluzioni spot, ma costruendo condizioni di dialogo le più ampie possibili. Partendo dal dato di fatto che l'accelerazione della politica c'è anche nel nuovo ordine internazionale".

Politica estera, e quindi Siria, nell'intervento a Montecitorio del premier, ma anche spazio al tema immigrazione e un accenno alla politica interna e alle riforme che contribuiscono al miglioramento della considerazione dell'Italia sui palcoscenici internazionali.

Immigrazione
A proposito del problema dell'immigrazione, il premier ha detto: "A distanza di 6 mesi dal Consiglio Ue" che seguì, su richiesta dell'Italia al naufragio nel Mediterraneo in cui sono morte 700 persone "possiamo dire con chiarezza e senza troppi giri di parole che sull'immigrazione l'Italia aveva ragione, il resto dell'Ue no". "Non rivendico - ha continuato il premier - una scelta del governo ma dico che l'Italia aveva colto la complessità del problema immigrazione e un approccio non legato all'isteria del momento ma a una visione strategica. Tanti nostri amici e alleati hanno cambiato posizione sulla base di singoli eventi, momenti anche emozionanti, circostanze destinate per loro natura a produrre un effetto sull'immediato ma non una strategia sul lungo periodo. Noi abbiamo detto che era il momento di cambiare la politica dell'Ue". "Oggi - ha concluso Renzi - vediamo riconosciuto, anche da Merkel e Hollande, un concetto ben preciso: l'accordo di Dublino è finito".

Lotta al terrorismo
"Dall'Afghanistan alla Nigeria, esiste un blocco molto frammentato di fanatismo, contro il quale una grande coalizione internazionale è assolutamente necessaria in termini di intervento culturale, aiuto allo sviluppo e lotta contro l'estremismo e gli atti di terrore. Bisogna riconoscere che il problema è più vasto", ha detto Renzi. "Se pensiamo che il problema della Siria si risolva alzandosi una mattina e decidendo di bombardare beh, auguri e in bocca al lupo. Ma la Libia è lì a testimoniare che non è la soluzione". "Commette un errore - ha aggiunto il premier - chi immagina, dopo aver teorizzato l'esclusione della Russia da tutti i formati, di appaltare totalmente la questione della Siria alla Russia e ai suoi alleati. Non si risolvono le questioni internazionali con interventi spot". 

Europa
"Negli ultimi 20 anni abbiamo allargato l'Europa da 15 a 28. Io continuo a pensare che o sia stato un allargamento o troppo grande o troppo piccolo. L'Europa a 28 così com'è o è troppo o è troppo poco", ha spiegato il premier aggiungendo che "la politica economica europea di questi anni non ha funzionato". "Nel 2017 - ha concluso - vorremmo dedicare un'attenzione particolare a ricordare il 1957, l'anno in cui venne firmato il trattato di Roma". 

Riforme e Italia
Per le elezioni politiche "secondo noi si andrà a scadenza naturale, nel febbraio del 2018", ha detto il presidente del Consiglio aggiungendo che il percorso delle riforme verrà "terminato nell'autunno del 2016 con il referendum". 
 
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