Ucraina, Poroshenko alla Russia: "Pronti alla guerra totale"

16 novembre 2014Si inasprisce la crisi ucraina, con le dichiarazioni del presidente Petro Poroshenko. In un'intervista con il tabloid tedesco Bild, Poroshenko si dice "preparato a una guerra totale" contro la Russia. Parole che arrivano mentre prosegue il conflitto nelle regioni orientali separatiste di Donetsk e Lugansk, nonostante la tregua di Minsk del 5 settembre scorso.

Nel colloquio con Bild, Poroshenko dice di "non essere preoccupato di una guerra con le truppe russe. Siamo pronti per uno scenario di guerra totale...non vogliamo la guerra, vogliamo la pace e stiamo combattendo per valori europei. Ma la Russia non rispetta alcun accordo" (che è anche il titolo dell'intervista, anticipata online)

Poroschenko: „Russland hält sich an keine Absprachen.“ @ronzheimer hat den ukrainischen Präsidenten interviewt: http://t.co/KcPcPpqO3j

— BILD (@BILD) November 16, 2014

Il presidente ucraino sostiene poi che ora Kiev è meglio preparata ad affrontare l'offensiva dei separatisti, sostenuti da forze russe senza insegne avvistate la scorsa settimana in forze a Donetsk. "Il nostro esercito è ora in uno stato migliore rispetto a 5 mesi fa e siamo sostenuti dall'intero mondo. Più di tutti noi vogliamo la pace ma allo stesso momento dobbiamo fare fronte allo scenario peggiore", ha aggiunto Poroshenko.

I Paesi V4 appoggiano Kiev
Intanto, i presidenti della Slovacchia, Polonia, Ungheria, Repubblica ceca (i Paesi V4) all'incontro odierno con il presidente Poroshenko hanno affermato che l'annessione russa della Crimea è stata un'aggressione. "Tutti i Paesi V4 sono convinti che le sanzioni erano necessarie", ha detto ai giornalisti il presidente slovacco Andrej Kiska.

"Ho sentito oggi un atteggiamento univoco e parole di solidarietà e di appoggio, e ne sono molto grato", ha replicato Poroshenko. Ai colleghi dei Paesi V4 ha proposto incontri regolari con i rappresentanti dell'Ucraina. All'incontro con il presidente ucraino ha partecipato anche il presidente della
Germania, Joachim Gauck.