Il divorzio di Londra dalla Ue
Brexit, nuova sconfitta per May: il Parlamento britannico boccia l'accordo, ora no-deal o proroga
391 i voti contrari, 242 quelli favorevoli. May apre a un possibile rinvio, "ma il parlamento indichi una strada". Il leader dei laburisti Corbyn evoca il voto anticipato. Ue "delusa, fatto tutto il possibile per trovare un accordo". Barnier: "Ora più importante che mai prepararsi a un no-deal": Di Maio: finora avuto garanzie sugli italiani
La Camera dei Comuni britannica ha bocciato l'accordo negoziato dal primo ministro britannico Theresa May con Bruxelles e che era stato integrato dalle 'concessioni' ottenute nella serata di ieri dalla May a Strasburgo.
Netta la bocciatura per il primo ministro: 391 i voti contro la mozione del governo mentre 242 deputati hanno votato a favore. Il 15 gennaio la May aveva subito la peggiore debacle nella storia della democrazia britannica, vedendo il suo accordo respinto con 230 voti di scarto.
Domani, ha detto la premier, i deputati dovranno decidere se il Regno Unito può permettersi un divorzio senza accordo, il cosiddetto 'no-deal', e giovedì si esprimeranno sulla possibilità di chiedere una proroga alla scadenza del 29 marzo per l'uscita dall'Unione europea. Ora il cammino si è dunque molto ristretto: davanti c'è una 'hard Brexit' o un rinvio che potrebbe preludere a un nuovo referendum. Bruxelles si prepara allo scenario peggiore, il divorzio senza accordo.
Fatale il no di 75 conservatori e del Dup
La fronda dei 'Brexiteers', l'ala oltranzista del Partito conservatore che si riconosce nell'European Research Group, è stata fatale per la premier. Dall'analisi del voto parlamentare di stasera risulta che le sono mancati 75 voti del suo partito e i 10 dei deputati nordirlandesi del Democratic Unionist Party. A favore del suo accordo per la Brexit hanno votato 235 deputati Tories, 4 indipendenti e 3 laburisti. Quasi compatto invece il Labour, che ha respinto l'accordo con 238 voti, insieme alla fronda dei 75 conservatori, ai 35 deputati dello Scottish National Party, agli 11 liberal democratici, ai 10 del Dup, ai 4 deputati gallesi del Plaid Cymru e un deputato dei Verdi.
May apre a un possibile rinvio, "ma il parlamento indichi una strada". Domani la premier voterà contro un 'no-deal'
May apre a un possibile rinvio dopo la bocciatura del suo accordo. La premier ha detto che domani voterà contro l'opzione di un no deal in una mozione ad hoc e quindi giovedì onorerà la promessa di mettere ai voti un'ulteriore mozione sulla possibilità che il governo chieda "un breve" rinvio della Brexit rispetto al 29 marzo. Un rinvio - ha precisato - che può essere ottenuto solo se il Parlamento indicherà una strada: Brexit con questo accordo rivisto, con un altro accordo o secondo referendum. Ipotesi "non desiderabili", ma che "la Camera deve affrontare".
Corbyn: accordo morto, elezioni anticipate
"L'accordo del governo è morto, è tempo di convocare elezioni politiche" anticipate. Così il leader dell'opposizione laburista britannica, Jeremy Corbyn, replicando a Theresa May. Corbyn ha accusato May di aver fatto passare il tempo deliberatamente e l'ha sfidata a scegliere a questo punto la strada delle urne. Ha tuttavia anche confermato l'intenzione di ripresentare alla Camera dei Comuni il suo piano B per una Brexit alternativa più soft.
Ue "delusa, fatto tutto il possibile per trovare un accordo"
"Ci dispiace per il risultato del voto di stasera e siamo delusi che il governo britannico non sia stato in grado di assicurare una maggioranza sull'accordo di uscita concordato da entrambe le parti a novembre". Lo ha dichiarato un portavoce del presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, commentando la sonora sconfitta della premier britannica, Theresa May, a Westminster, la seconda dopo quella del 15 gennaio. "Da parte europea, abbiamo fatto tutto il possibile per raggiungere un accordo. Visto le assicurazioni aggiuntive fornite a dicembre, gennaio e anche ieri, e' difficile vedere cosa altro possiamo fare", ha continuato il portavoce. "Se c'e' una soluzione all'attuale impasse, puo' essere trovata solo a Londra".
"Valuteremo un rinvio ma la priorità è l'Ue"
"Se ci sarà una richiesta ragionata da parte del Regno Unito" per un'uscita posticipata,"i 27 Paesi dell'Ue sono pronti a valutarla, decidendo all'unanimità. L'Ue deciderà dando priorità alla necessità di garantire il funzionamento delle istituzioni dell'Ue prendendo in considerazioni le ragioni e la durata di una possibile estensione". Così un portavoce della Commissione europea.
Barnier: "Ora più importante che mai prepararsi a un no-deal"
Il capo negoziatore europeo sula Brexit avverte che i preparativi europei per una Brexit no deal sono "più importanti che mai prima" dopo la bocciatura dell'intesa tra Londra e Bruxelles da parte del parlamento britannico. "La Ue ha fatto tutto il possibile per riuscire a far approvare l'accordo di ritiro. L'impasse può essere risolta solo nel Regno Unito. I nostri preparativi "no-deal" ora sono più importanti che mai prima".
Di Maio: finora avuto garanzie sugli italiani
"Non c'è rischio per i nostri risparmi: sinora abbiamo avuto sempre garanzie sugli italiani. Poi se ci sono realtà che vogliono spostarsi da noi tutto può essere una opportunità" ha detto il vicepremier e ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, in collegamento con glistudi di "DiMartedì", su La7.
L'ultimo tentativo di May
Una Theresa May quasi senza voce oggi si è apprestata ad affrontare la battaglia della vita. "Se stasera non ci sarà l'approvazione, se questo accordo non sarà approvato, allora la Brexit potrebbe essere persa", aveva detto nel pomeriggio al Parlamento di Londra.
O questo accordo o nessuna Brexit
"Penso che tutti debbano ammettere" che "in realtà, se questo accordo stasera non viene approvato, questa Camera rischia" non ci sia "nessuna Brexit", aveva proseguito May, dichiarando che i deputati nel primo dibattito sull'accordo sollevarono "tre questioni chiave": dare statuto legale alle garanzie sul backstop, fornire soluzioni alternative al backstop e garantire che il Regno Unito non resti intrappolato nella clausola di salvaguardia. La leader conservatrice aveva detto inoltre che i cambiamenti ottenuti dall'Ue rispondono a tutti questi punti, sottolineando che il parere legale dell'attorney general ha affermato che il rischio di restare "intrappolati" era stato ridotto.
L'intesa bocciata
Theresa May aveva ottenuto a Strasburgo dai vertici Ue l'inserimento di modifiche "legalmente vincolanti". Le modifiche riguardano il backstop (per il confine irlandese) e "rafforzano l'intesa per il ritiro e la dichiarazione politica". Lo ha affermato il ministro britannico David Lidington. L'accordo, ha aggiunto, è stato "migliorato" e sarà sottoposto ai parlamentari prima della seduta della Camera dei Comuni prevista oggi. Si tratta, ha aggiunto Lidington, "dell'unico accordo" offerto.
Meccanismo di garanzia "a tempo"
Lidington ha spiegato che la premier Tory, nei suoi colloqui dell'ultim'ora avuti ieri sera a Strasburgo con il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, e con il capo negoziatore di Bruxelles, Michel Barnier, ha concordato la definizione di "uno strumento condiviso" destinato a chiarire l'interpretazione del backstop come un meccanismo di garanzia destinato a essere a tempo, anche laddove entrasse in vigore. E a dare valore legale agli impegni già manifestati al riguardo nei mesi scorsi dai vertici Ue in una lettera inviata al governo britannico.