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MONDO

Guerra contro il califfato

Libia, blitz egiziano a Derna. La crisi libica sul tavolo dell'Onu

Nell'incursione l'esercito egiziano avrebbe "ucciso 155 combattenti dell'Isis e catturato altri 55 elementi". Le milizie di Misurata liberano Sirte dai terroristi del Califfo. Oggi Consiglio di sicurezza dell'Onu, la seduta è prevista alle 15 di New York, le 21 in Italia. Egitto: nessun intervento armato nella risoluzione prevista per stasera 

I raid egiziani
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Mentre è in corso la controffensiva egiziana contro le postazioni dell'Isis in Libia, segnata oggi dall'incursione via terra a Derna e la conseguente uccisione di 155 combattenti del "Califfo" e la cattura di altri 55, dai media britannici arriva un nuovo allarme. Secondo i piani di un esponente della propaganda jihadista, che si fa chiamare Abu Arhim al-Libim, visionati dal Daily Telegraph, i terroristi dell'Isis sarebbero intenzionati ad usare la Libia come ponte verso l'Europa, infiltrando i loro uomini sui barconi che arrivano sulle coste dell'Italia e di altri Paesi del Mediterraneo. 

Insomma la situazione in Libia si fa di ora in ora più incandescente. Il capitolo sarà al centro del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di questa sera, dove si cercherà di trovare una mediazione tra la linea più interventista del Cairo e quella più politica di Usa e Ue. L'Egitto comunque ha precisato, in serata, che nel progetto di risoluzione che verrà presentato al Consiglio di sicurezza non si fa accenno all'ipotesi di intervento militare. 

Sirte liberata
Intanto le Brigate di Misurata, che sostengono il governo "parallelo" di Tripoli, hanno annunciato su Twitter che una loro unità chiamata "Forza 166" sarebbe riuscita a "liberare Sirte" dai jihadisti dell'Isis. Notizia smentita dai tweet dei seguaci del 'Califfato' nero secondo cui sarebbero gli uomini di al Baghdadi a essere in "cammino" per liberare Misurata. 

Egitto attacca via terra
Le forze del Cairo hanno fatto incursione a Derna e - secondo quanto riportano i media egiziani - hanno ucciso "155 combattenti dell'Isis e catturato altri 55 militanti". L'offensiva del Cairo è scattata dopo la decapitazione dei 21 cristiano-copti da parte dello 'stato islamico'. Secondo Lybia Herald, altri 35 egiziani sarebbero stati rapiti in diverse aree dalla Libia dai miliziani dell'Is o da gruppi legati allo Stato islamico. 

Cairo chiede revoca embargo armi a Libia
L'Egitto ha chiesto alle Nazioni Unite di revocare l'embargo sulle armi alla Libia, affinché il governo libico di Tobruk riconosciuto a livello internazionale possa essere meglio attrezzato per affrontare le milizie islamiste che hanno sequestrato ampie zone di territorio. Il presidente Abdel Fattah al-Sisi, inoltre, chiede alla comunità internazionale di unirsi ai raid. "Non c'è scelta", ha detto, se non quella di creare una coalizione globale per combattere gli estremisti islamici in Libia.  

Europa e Usa per soluzione politica
Europa e Usa, invece, si schierano apertamente per una soluzione politica della crisi libica, in un apparente no alla richiesta egiziana al Consiglio di sicurezza dell'Onu di autorizzare l'intervento militare nello stato nordafricano sconvolto dalla guerra. In una nota emessa ieri sera Italia, Usa, Gran Bretagna, Francia, Germania e Spagna affermano che la decapitazione dei copti "sottolinea ancora una volta l'impellente necessità di una soluzione politica del conflitto, la cui prosecuzione va a beneficio esclusivo dei gruppi terroristici, Isis compreso". La questione verrà comunque affrontata dal Consiglio di sicurezza Onu oggi, su richiesta del ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry, che vuole un "pieno sostegno" e l'autorizzazione all'uso della forza contro i jihadisti in Libia.

Paesi arabi favorevoli
I Paesi arabi si sono detti favorevoli, pur sottolineando che l'invio di una forza  militare richiede l'assenso del governo libico, abbastanza difficile da ottenere visto che in Libia oggi siedono due parlamenti e due governi rivali, uno con legami con gli islamisti, l'altro riconosciuto dalla comunità internazionale.

La posizione dell'Italia
Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha lanciato il suo appello in Parlamento: "La situazione si aggrava, il tempo a disposizione non è infinito", pur ribadendo che "l'unica soluzione alla crisi libica è quella politica". Anche il ministro della Difesa Roberta Pinotti specifica che: "La convocazione del Consiglio di sicurezza dell'Onu, che chiedono Francia ed Egitto, è una cosa che l'Italia ha sostenuto con forza. Perché senza un quadro di legittimità internazionale l'intervento per dare una mano alla Libia non ci può essere". 

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