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MONDO

Il 27 marzo la liberazione della "sposa del deserto"

Palmira liberata, "Ci vorranno cinque anni per ricostruirla"

Lo sostiene Abdulkarim, direttore di Antichità e Musei in Siria. Dopo la riconquista dell'antica città siriana, la Russia promette il suo aiuto per lo sminamento dell'area e il museo dell'Ermitage di San Pietroburgo offre la collaborazione di un team di esperti per i restauri

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L'80 per cento dell'architettura dell'antica città siriana non sarebbe stata distrutta dall'Isis. Lo sostiene Selon Maamoun Abdulkarim, direttore di Antichità e Musei in Siria (Dgam), dopo l'esame delle immagine riprese dal drone russo dopo la liberazione di Palmira, il 27 marzo scorso, da parte delle milizie di Damasco supportate dall'aviazione russa. Il colonnato, l'agorà, il teatro, i bagni di Diocleziano, il tempio di Nébo et d’Allat sono ancora in piedi, a testimoniare millenni di arte e di storia, contaminazioni culturali assire, bizantine e greco romane nella città patrimonio dell'Unesco. Distrutto invece il tempio di Bêl et Baalshamin, come decine di torri funerarie e l'arco trionfale, e le sculture e i reperti del museo archeologico. Saccheggiato il museo e le tombe antiche. Dopo le devastazioni inflitte dagli islamisti, per restaurare i monumenti di Palmira, saranno necessari almeno cinque anni, ha aggiunto Abdelkarim. Ma gli esperti internazionali sono scettici. Credere di poter restaurare il sito archeologico potrebbe rivelarsi illusorio, ha dichiarato Annie Sartre-Fauriat, membro della Commissione di esperti dell'Unesco per il patrimonio siriano. E il 1 aprile a Parigi si terrà un incontro proprio su Palmira. 

Le immagini catturate dal drone russo dopo la liberazione


Una conquista non solo simbolica
La riconquista della cosiddetta "sposa del deserto" non è soltanto una vittoria di immagine, ma assume un valore strategico sia perché la città consente di controllare le rotte per l'Iraq e la Giordania, sia perché significa conquistare un avamposto cruciale per la successiva battaglia per la ripresa di Raqqa e Deir-Ez-Zour. Una vittoria di Damasco e dei suoi alleati Russia e Iran, che consente loro di presentarsi agli Usa e all'Europa come alleati credibili ed efficaci nella lotta all'Isis e di rafforzare la loro posizione al tavolo di Ginevra. Frenando l'espansione dei jihadisti nella Siria occidentale, Palmira rappresenta anche un "cuscinetto" importante rispetto ai giacimenti di gas naturale presenti nella zona che garantiscono il rifornimento di elettricità alla Siria occidentale. Intanto il portavoce del Dipartimento di Stato John Kirby in conferenza stampa afferma che gli Stati Uniti hanno accolto con favore l'espulsione dei militanti dello Stato Islamico dall'antica città siriana di Palmira, ma che è ancora troppo presto definire quali effetti potrà avere ciò sui colloqui di pace.

La liberazione di Palmira
L'esercito siriano ha completato la riconquista dell'antica Palmira, straordinario sito archeologico considerato uno dei patrimoni culturali dell'umanità, crocevia di contaminazioni culturali assire, bizantine e greco romane, dal maggio del 2015 caduto nelle mani delle milizie dell'Isis. Le forze di Damasco avrebbero già il controllo dell'intero sito, compresa la Valle delle Tombe. Un'operazione iniziata lo scorso 7 marzo. 

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