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ECONOMIA

Villa Pamphilij

Stati Generali, faccia a faccia Conte-Bonomi: "Lo Stato restituisca 3,4 miliardi di accise energia"

"Si onorino i debiti e i contratti con le imprese" afferma il numero uno di Confindustria, che accusa: "Gravi ritardi sulla cassa integrazione". Il premier: "Ammetto ritardi, non rispondo carenze strutturali. Fate valutazioni sul piano del governo. Se critiche radicali ragioneremo se proseguire singolo progetto" 

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Al via la quarta giornata degli Stati Generali a Villa Pamphilj. La sessione vede al tavolo del 'Casino del Bel Respiro' Confindustria, Ance, Anfia, Confapi, Confimi, Unimpresa, Confimpreseitalia, Confetra, Confservizi, Conflavoro Pmi Ucid, Finco, Cepi.

A introdurre la sessione l'indirizzo di apertura del premier Giuseppe Conte.

"Qualcuno crede che questo governo abbia un pregiudizio nei confronti della libera iniziativa economica. Voglio precisarlo molto chiaramente: le misure che abbiamo elaborato e inserito nei nostri provvedimenti sono dedicate al sostegno delle imprese. Da parte di questo governo c'è una costante attenzione per il sostegno alle imprese. Per noi l'impresa è un pilastro della nostra società" ha detto il premier. "Nessun pregiudizio da parte del governo, possiamo avere diversità di opinioni e valutazioni, ci sta, ma qui non c'è alcun pregiudizio ideologico. Preservare l'impresa e metterle in condizione di poter affrontare vigorosamente e in modo resiliente uno shock come questo è una priorità del nostro Paese, altrimenti non andiamo da nessuna parte", ha aggiunto Conte. ​"E condividiamo anche la filosofia di Milton Friedman: per noi l'obiettivo di un'impresa è produrre guadagno. Un imprenditore che non affronta l'attività d'impresa con criteri di economicità produce un danno a se stesso e alla comunità, disperde valore" ha sottolineato il premier, aggiungendo: "Il fatto che qualche volta, anzi spesso, ci sentite ragionare con maggior articolazione di prospettive è perché riteniamo che l'impresa non sia solo un'organizzazione di mezzi di produzione per produrre guadagno ma anche una comunità di donne e di uomini che si inserisce in un contesto sociale e che ha un impatto sull'ambiente".

L'incertezza non finirà in qualche mese
"Il quadro macroeconomico si presenta molto complesso- ha spiegato il premier-, abbiamo capito tutti che questa emergenza avrebbe portato con sé alti costi, oltre che umani, economici e sociali. Peraltro da un confronto che manteniamo sempre aggiornato con le maggiori autorità economiche nazionali, europee, internazionali, abbiamo convenuto sul fatto che l'incertezza che si è scatenata non verrà sciolta certo nel giro di qualche mese".

Non tratteremo i fondi Ue come nostro tesoretto
"Qui ci sono dei problemi strutturali, se non li affrontiamo adesso difficilmente avremo un'altra occasione. E dobbiamo affrontarli assieme. Questo governo ha la chiara consapevolezza che non intende trattare i fondi Ue come il proprio tesoretto" ha aggiunto Conte. "Sarebbe sbagliato affrontare questa prospettiva con quest'atteggiamento".

Recovery fund: luglio decisivo, se le risposte tardano salta tutto
"Se ritarderemo le risposte potremo certificare il fallimento del mercato Unico, dei pilastri dell'Ue. Salterà tutto, il mercato Unico, il trattato di Schengen, salterà la protezione del benessere dei cittadini europei, delle imprese, delle famiglie. Perché è evidente che se non si interviene uno shock sinergico coinvolgerà tutti. Ma all'esito di queste macerie avremo dei paesi che avranno dimostrato una maggiore resilienza, sono forti dello spazio fiscale che non tutti hanno e l'idea di Europa non la recupereremo più. Venerdì ci sarà un passaggio molto importante con il Consiglio europeo, anche se non determinante. La partita decisiva sarà a luglio".

Nonostante le aperture fase drammaticamente difficile
"Con la riapertura delle attività non si è ripristinato un circuito dei consumi ordinario rispetto allo status quo ante. Proprio stamattina l'Istat ha pubblicato gli ultimi dati sul fatturato dell'industria ad aprile: sono cifre che fotografano una congiuntura drammaticamente difficile. Il fatturato è calato del 29,4% rispetto a marzo, del 23,9% nella media dello stesso trimestre del 2019, il calo del fatturato è esteso sia al mercato interno sia a quello estero e questo raddoppia l'effetto discesa, la caduta" ha detto il premier.

Settimana prossima versione finale del Piano rilancio
"Finito questo ciclo di incontri, inizieremo subito a lavorare con celerità: già dalla prossima settimana inizieremo a ricavare la versione finale" ha annunciato Conte. "Una volta ricavata la versione finale e messo a punto il rilancio dell'azione del Governo, noi andremo a declinare delle priorità, a dare una prospettiva diacronica a quei progetti: dopodiché ricaveremo quello che sarà il più circoscritto Recovery Plan italiano. Quello, cioè, su cui chiederemo i finanziamenti all'Europa e che presenteremo a settembre".

Non piangersi addosso, al lavoro sulle misure
"La questione non prevede di piangersi addosso, bensì la predisposizione del Governo è nel valutare le prossime misurare che bisognerà adottare nell'immediato. Questo è un piano, da qui non ci distraiamo neppure in questi giorni, siamo anche in costante aggiornamento con i nostri uffici per contribuire alla messa a terra delle misure che abbiamo varato".

A Confindustria: fate valutazioni sul piano del governo
Sul piano del rilancio del governo "vogliamo avere un confronto costruttivo. Vi chiediamo di esprimere delle valutazioni su queste proposte. Se sono critiche costruttive ci aiuteranno a migliorare questi progetti, se sono critiche più radicali, più negative, ci consentiranno di fermarci a pensare un attimo e sarà uno stress test per valutare se quel progetto lo porteremo avanti. Vi chiediamo di farci pervenire delle osservazioni specifiche, se volete poi possiamo ritrovarci in presenza" ha concluso Conte.

Quindi l'intervento del numero uno di Confindustria, Carlo Bonomi.

Bonomi: onorare i debiti e i contratti con le imprese
"L'impegno contro una nuova dolorosa recessione può avere successo solo se non nascondiamo colpe ed errori commessi da tutti negli ultimi 25 anni" ha scritto su twitter il presidente di Confindustria, dopo il suo intervento. "Ora si onorino i contratti-debiti verso le imprese".

"Chiedo immediato rispetto per la sentenza della Magistratura che impone la restituzione di 3,4 miliardi di accise energia, impropriamente pagate dalle imprese e trattenute dallo Stato, nonostante la sentenza della Corte di Cassazione che ne impone la restituzione" ha aggiunto il leader di Confindustria.

"La Cassa Integrazione è stata anticipata in vasta misura da imprese e così sarà per ulteriori 4 settimane. Gravi ritardi anche per le procedure annunciate a sostegno liquidità. Le misure economiche italiane si sono rivelate più problematiche di quelle europee" ha concluso Bonomia.

Ance: "Basta tavoli, bisogna agire"
"Negli  ultimi 18 mesi ho partecipato a ben 8 tavoli di matrice governativa e uno di questi l'anno scorso a luglio lo presiedeva Lei esattamente come oggi. Però questo deve essere l'ultimo!". Così il presidente dei costruttori,  Gabriele Buia, nel corso del suo intervento, rivolgendosi al  presidente del Consiglio. "Non possiamo  ricominciare da capo", ha aggiunto  ricordando che le proposte dell'associazione sono  state inviate al governo in più occasioni. Buia ha chiesto di conoscere "come tutti questi programmi si traducono in azioni concrete in tempi definiti e controllabili".

La "grande  occasione" costituita dalle risorse del recovery fund  andrebbe sfruttata "per promuovere una vera rigenerazione urbana, orientata a sostenibilità e innovazione" ha continuato Buia. "La città - ha rimarcato il presidente dei costruttori edili - è la grande sconosciuta: nessun accenno  nei programmi di rilancio, nessuno nel Piano Colao, pochi cenni nelle proposte del Governo. Eppure è lì che si giocano le vere sfide del futuro". "O forse - ha aggiunto -  pensiamo di tornare a crescere e a giocare un ruolo chiave in termini di competizione dei territori con città degradate,  inquinanti e obsolete?".

Confedilizia: estendere periodo credito imposta 60% sugli affitti, cedolare secca su quelli commerciali
Estendere almeno di altri tre mesi il periodo di credito di imposta del 60% sugli affitti e introdurre una cedolare secca sulle locazioni ad uso non abitativo: sono due delle proposte portate agli Stati Generali da Confedilizia. "Il credito d'imposta del 60% - afferma l'associazione -  ha la finalità di attenuare le difficoltà del periodo più critico. Adesso, però, vanno introdotte misure per accompagnare la ripresa, riducendo la tassazione sui redditi da locazione, anche al fine di facilitare eventuali accordi fra proprietari e inquilini.  La via maestra, per raggiungere questo obiettivo,sarebbe prevedere una cedolare secca per tutti i contratti di locazione ad uso non abitativo in essere. In alternativa,potrebbe essere introdotto uno speciale regime teso a favorire gli accordi fra locatori e conduttori, ad esempio prevedendo -in analogia con quanto efficacemente in essere per gli affitti abitativi "concordati" - una cedolare del 10% e un abbattimento del 25% dell'IMU in caso di riduzione del canone del 20-25%rispetto a quello previsto in contratto".  "Si ritiene indispensabile - afferma Confedeilizia a proposito della normativa sul credito dì'imposta prevista dal decreto Rilancio - un incremento delle mensilità interessate dal credito d'imposta, attualmente circoscritte a quelle di marzo, aprile e maggio. L'esperienza di queste prime settimane dopo la riapertura, infatti, sta dimostrando come la ripresa delle attività sia generalmente molto rallentata, con prospettive non confortanti anche per i prossimi mesi. Al minimo, quindi, si renderebbe necessario un raddoppio del periodo di efficacia della misura, per coprire almeno il difficile trimestre giugno-agosto".

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