MONDO
Esaurite in fretta le speranze per il cessate il fuoco
Medio Oriente tregua finita. Israele: "Abbiamo ripreso gli attacchi su Gaza"
Tregua mai accettata da Hamas. Netanyahu ha dichiarato: "Agire con forza contro gli obiettivi terroristici a Gaza" e l'aviazione ha ripreso gli attacchi sulla Striscia. Oggi la prima vittima israeliana del conflitto, un civile è stato ucciso al valico di Erez da un colpo di mortaio
Gaza
"Agire con forza contro gli obiettivi terroristici a Gaza", questa la nuova posizione del governo di Tel Aviv. E l'aviazione israeliana è tornata in azione. Il premier Benyamin Netanyahu addossa a Hamas e alla Jihad islamica la responsabilità di aver respinto la proposta egiziana per il cessate il fuoco. La tregua proposta ieri dall'Egitto è stata rifiutata da Hamas, che martedì ha lanciato altri razzi da Gaza, causando anche la prima vittima israeliana del conflitto. Il governo di Tel Aviv invece aveva annunciato di aver raccolto l'appello alla tregua e di esser stato costretto a riprendere gli attacchi. Parlando alle reti televisive, Netanyahu ha affermato:"Hamas non ci lascia altra scelta che non la estensione delle operazioni. Il nostro obiettivo è di riportare la calma per gli israeliani mediante l'assestamento di colpi significativi all'organizzazione terroristica di Hamas". E nel frattempo il premier israeliano ha anche licenziato il viceministro della Difesa, il falco Danny Danon, che lo aveva aspramente criticato per non aver già ordinato l'invasione di terra.
La prima vittima israeliana
Il primo israeliano vittima del conflitto è un civile, ucciso nel valico di Erez da un colpo di mortaio sparato dalla Striscia di Gaza. L'uomo è un ebreo ortodosso di quasi 40 anni era andato al valico per distribuire vivande calde ai soldati dislocati ai confini di Gaza. Un altro raid israeliano, a Jabalya, ha provocato il ferimento di almeno 10 persone. Secondo l'agenzia di stampa palestinese Maan, un giovane di 25 anni è morto in un raid nel quartiere di al-Zayton, nella parte orientale di Gaza City. Sale così, stando alla Maan, ad almeno 197 palestinesi morti il bilancio dell'operazione israeliana 'Confine protettivo'. Intanto diverse città israeliane sono sotto l'attacco dei razzi palestinesi. Ad Ashkelon un edificio è stato centrato da un razzo e le sirene di allarme sono tornate a risuonare nelle strade di Tel Aviv.
Operazioni di Israele riprese dopo sei ore
Il portavoce militare di Israele ha precisato di aver ripreso le operazioni dopo sei ore "di attacchi unilaterali" di Hamas che ha sparato "47 razzi". Il ministro degli esteri israeliano, Avigdor Lieberman, ha poi commentato: "Israele vada fino in fondo. Dobbiamo mettere termine alla operazione quando Tsahal (le forze armate israeliane) avrà il controllo della striscia di Gaza".
Hamas ha chiuso il valico di Erez
Netanyahu aveva avvertito: "Se il fuoco continuerà inasprireremo le nostre operazioni, col sostegno di elementi responsabili nella comunità internazionale". Hamas intanto ha chiuso il valico di Erez, che collega la Striscia di Gaza a Israele. Il risultato immediato è che una ventina di palestinesi che stavano per entrare nello Stato per un ricovero in ospedale non hanno potuto farlo. "Il confine è stato chiuso a causa dei bombardamenti israeliani", ha detto un funzionario del movimento, mentre un secondo ha sottolineato la necessità di "garanzie internazionali che il passaggio non venga bombardato".
Incontro Abu Mazen - Sisi
Il presidente dell'Anp Abu Mazen - che aveva già invitato le parti alla mediazione - arriverà mercoledì a Il Cairo. Giovedì incontrerà il capo di Stato egiziano, Abdel Fattah al-Sisi per esaminare "gli ultimi sviluppi della situazione" a Gaza "alla luce dell'iniziativa egiziana" per un cessate il fuoco.
Hamas: rifiuta la tregua perché non consultato
Sulla proposta egiziana in nottata Hamas aveva espresso il suo rifiuto anche per l'assenza di un accordo su Gaza. Un dirigente del movimento su un giornale indipendente egiziano avrebbe inoltre detto che la proposta non sarebbe stata esaminata né con la fazione al potere a Gaza né con il movimento del Jihad islamico. Il dirigente, Ezzat el Rashk, viene citato dal sito del quotidiano El Masry el Youm per sostenere dunque che i palestinesi sarebbero stati "colti di sorpresa" dall'iniziativa egiziana.
La prima vittima israeliana
Il primo israeliano vittima del conflitto è un civile, ucciso nel valico di Erez da un colpo di mortaio sparato dalla Striscia di Gaza. L'uomo è un ebreo ortodosso di quasi 40 anni era andato al valico per distribuire vivande calde ai soldati dislocati ai confini di Gaza. Un altro raid israeliano, a Jabalya, ha provocato il ferimento di almeno 10 persone. Secondo l'agenzia di stampa palestinese Maan, un giovane di 25 anni è morto in un raid nel quartiere di al-Zayton, nella parte orientale di Gaza City. Sale così, stando alla Maan, ad almeno 197 palestinesi morti il bilancio dell'operazione israeliana 'Confine protettivo'. Intanto diverse città israeliane sono sotto l'attacco dei razzi palestinesi. Ad Ashkelon un edificio è stato centrato da un razzo e le sirene di allarme sono tornate a risuonare nelle strade di Tel Aviv.
Operazioni di Israele riprese dopo sei ore
Il portavoce militare di Israele ha precisato di aver ripreso le operazioni dopo sei ore "di attacchi unilaterali" di Hamas che ha sparato "47 razzi". Il ministro degli esteri israeliano, Avigdor Lieberman, ha poi commentato: "Israele vada fino in fondo. Dobbiamo mettere termine alla operazione quando Tsahal (le forze armate israeliane) avrà il controllo della striscia di Gaza".
Hamas ha chiuso il valico di Erez
Netanyahu aveva avvertito: "Se il fuoco continuerà inasprireremo le nostre operazioni, col sostegno di elementi responsabili nella comunità internazionale". Hamas intanto ha chiuso il valico di Erez, che collega la Striscia di Gaza a Israele. Il risultato immediato è che una ventina di palestinesi che stavano per entrare nello Stato per un ricovero in ospedale non hanno potuto farlo. "Il confine è stato chiuso a causa dei bombardamenti israeliani", ha detto un funzionario del movimento, mentre un secondo ha sottolineato la necessità di "garanzie internazionali che il passaggio non venga bombardato".
Incontro Abu Mazen - Sisi
Il presidente dell'Anp Abu Mazen - che aveva già invitato le parti alla mediazione - arriverà mercoledì a Il Cairo. Giovedì incontrerà il capo di Stato egiziano, Abdel Fattah al-Sisi per esaminare "gli ultimi sviluppi della situazione" a Gaza "alla luce dell'iniziativa egiziana" per un cessate il fuoco.
Hamas: rifiuta la tregua perché non consultato
Sulla proposta egiziana in nottata Hamas aveva espresso il suo rifiuto anche per l'assenza di un accordo su Gaza. Un dirigente del movimento su un giornale indipendente egiziano avrebbe inoltre detto che la proposta non sarebbe stata esaminata né con la fazione al potere a Gaza né con il movimento del Jihad islamico. Il dirigente, Ezzat el Rashk, viene citato dal sito del quotidiano El Masry el Youm per sostenere dunque che i palestinesi sarebbero stati "colti di sorpresa" dall'iniziativa egiziana.