Il nuovo corso di Washington
Trump sceglie capo della Cia, ministro della Giustizia e consigliere per la sicurezza nazionale
Hanno preso il via i briefing del Pentagono al team di transizione del presidente eletto, Donald Trump. Lo ha reso noto il portavoce del dipartimento della Difesa americano, Peter Cook. Primi contatti formali fra Trump, l'Unione europea e la Nato
Il presidente eletto Donald Trump ha offerto all'ex generale Michael Flynn il ruolo di consigliere per la sicurezza nazionale. La notizia, fatta trapelare dal team di transizione nella serata di ieri, è rimbalzata sui principali media americani.
Il 57enne Flynn è stato consigliere di Trump durante la campagna elettorale, dimostrandosi un "perfetto surrogato" - per usare un'espressione del Politico - contro la democratica Hillary Clinton, attaccata per aver messo a rischio informazioni classificate con l'utilizzo di un server di posta privato quando era segretario di Stato.
Ci sarebbe Flynn dietro il disprezzo di Trump per l'accordo sul nucleare iraniano e la strategia aggressiva nei confronti dell'Islam radicale. La nomina a consigliere per la sicurezza nazionale non richiede il via libera del Senato e ciò giocherebbe a suo favore perché si tratta di un personaggio controverso. I democratici lo accusano di essere islamofobo e simpatizzante del presidente russo Vladimir Putin.
Registrato tra gli elettori democratici, vanta 33 anni di carriera militare, con posizioni di primo piano, dalla guida di missioni Nato in Afghanistan e in Iraq fino alla direzione della Dia (Defence Intelligence Agency) dal 2012 al 2014, quando è stato licenziato dal presidente Barack Obama.
Donald Trump is said to offer the post of national security adviser to Michael Flynn, a retired general https://t.co/cJEjeHPYsy pic.twitter.com/LGGQGWbwr0
— The New York Times (@nytimes) 18 novembre 2016
Nel suo saggio "The Field of Fight", scritto insieme allo storico Michael Ladeen, Flynn descrive se stesso come poco devoto al politicamente corretto e accusa Obama di avergli dato il benservito perché si era permesso di dire che gli Usa stavano perdendo terreno contro il terrorismo. Pochi minuti dopo la diffusione della notizia sul ruolo offerto all'ex generale, Yahoo News ha scritto che Flynn ha iniziato a ricevere i bollettini classificati sulla sicurezza nazionale dalla scorsa estate, mentre è titolare di una società di consulenza di intelligence che fornisce servizi a società straniere, la Flynn Intelligence Group (Fig), fondata nel 2014, dopo aver lasciato la Dia, insieme a Bijan R. Kian, figura di spicco della comunit iraniana negli Usa.
Jeff Sessions ministro della Giustizia
Trump ha inoltre offerto al senatore dell'Alabama Jeff Sessions l'incarico di Attorney General (procuratore generale, colui che guida il dipartimento della Giustizia) nella sua nuova amministrazione. Lo riferisce la Cbs. Sessions, 69 anni, è senatore dell'Alabama dal 1997. Tra il 1973 e il 1986 è stato riservista dell'esercito americano. Inizialmente era stato considerato come il possibile candidato alla vicepresidenza, ma la scelta è poi ricaduta su Mike Pence. Sessions fa parte dell'ala conservatrice del partito (sua la proposta di bandire gli omosessuali dall'esercito).
Scelto deputato Mike Pompeo come direttore Cia
Dopo Michael Flynn e Jeff Sessions, Donald Trump ha scelto un'altra figura per la sua nuova amministrazione: il membro della Camera dei rappresentanti Mike Pompeo (Kansas), nel ruolo di direttore della Cia. Lo fa sapere un membro della squadra di transizione del presidente eletto degli Usa. L'annuncio formale è atteso nelle prossime ore. Tutti e tre hanno accettato l'offerta di incarico da parte di Trump. "Non vedo l'ora di smantellare questo accordo disastroso con il più grande Stato sponsor del terrorismo del mondo". E' l'ultimo tweet, pubblicato meno di 24
ore fa, di Pompeo. Il tweet rimanda ad un articolo dello stesso Pompeo al settimanale neo-con 'The Weekly Standard', intitolato 'Smantellare l'accordo con l'Iran? Facile".
Al via i briefing del Pentagono per la transizione
Prendono il via oggi i briefing del Pentagono al team di transizione del presidente eletto, Donald Trump. Lo ha reso noto il portavoce del dipartimento della Difesa americano, Peter Cook. "Rappresentanti del team di transizione del presidente eletto hanno contattato il dipartimento per organizzare i briefing iniziali e il primo è in programma oggi", ha detto Cook, confermando la piena disponibilita' del ministero guidato da Ashton Carter a favorire "una transizione efficiente".
Tusk (Ue) e Stoltenberg (Nato) parlano al telefono con Trump
Primi contatti, intanto, tra il presidente eletto, l'Unione europea e la Nato. Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha avuto una conversazione telefonica con Donald Trump. Lo ha comunicato lo stesso Tusk su Twitter. Si tratta del primo contatto formale tra l'Ue e la nuova dirigenza Usa. Al centro della conversazione, secondo quanto si apprende da fonti Ue, l'invito da parte di Tusk a un vertice Ue-Usa e la necessità di una cooperazione transatlantica sull'Ucraina. Trump ha quindi invitato Tusk alla Casa Bianca per un incontro dopo l'inaugurazione e prima del summit bilaterale. E il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha reso noto di aver avuto in "positivo colloquio" con il presidente eletto degli Stati Uniti sul futuro e l'importanza dell'Alleanza. I due "hanno sottolineato l'importanza duratura della Nato e discusso come essa si adatti al nuovo ambiente di sicurezza, incluso il contrasto alla minaccia terrorista".
Abe: "Ho molta fiducia" in Trump. Primo incontro del presidente eletto con un leader internazionale
Trump inizia in modo informale il suo giro di incontri con i leader internazionali. E lo fa nella sua casa, la Trump Tower, nel cuore di Manhattan, con il primo ministro giapponese, Shinzo Abe. I due leader si sono visti per circa un'ora e mezza nella serata di ieri, parlando dei principali temi legati alla collaborazione dei due stati. Abe alla fine dell'incontro ha detto di avere "molta fiducia" in Donald Trump parlando di "una atmosfera calorosa".
Il primo ministro giapponese tuttavia non è voluto entrare nei dettagli del colloquio. Per Abe, ovviamente, la preoccupazione più grande è quella di perdere la protezione americana in Asia, dando così più spazio al pericolo Corea del Nord e magari all'avanzata economica della Cina. Nei mesi passati Trump ha ripetuto più volte di essere intenzionato a ritirare le truppe americane dal Giappone e dalla Corea del Sud, ancora un volta per mostrare ai cittadini Usa la sua intenzione di chiudere le frontiere e usare tutte le risorse dello stato all'interno.
Yellen avverte Trump: "Non tocchi la riforma di Wall Street"
Janet Yellen "boccia" l'abrogazione della riforma della finanza preannunciata da Donald Trump. La Dodd-Frank Act, la riforma varata dal presidente uscente Barack Obama dopo la crisi del 2008, "ha molti aspetti positivi" e non sarebbe opportuno "portare indietro le lancette della regolamentazione finanziaria", dice la presidente della Federal Reserve durante l'audizione davanti alla Commissione economica congiunta del Congresso.
"Si dovrebbe essere felici che ora il sistema finanziario è più sicuro e poggia su basi più solide", sottolinea. Il presidente eletto ha più volte criticato la riforma e anticipato che una volta entrato alla Casa Bianca si impegnerà per rivederne varie parti. In particolare, ha detto Yellen, "non sarebbe opportuno tornare ai precedenti standard sui mutui che hanno portato alla crisi". "Intendo restare alla guida della Fed fino alla scadenza del mandato" Yellen ha poi spiegato che intende restare alla guida della Federal Reserve fino alla scadenza naturale del suo incarico.
''Non vedo'' circostanze per le quali ''non potrei servire l'intero mandato alla Fed. La mia intenzione è restare per i quattro anni del mandato'', ha detto la presidente della Banca centrale americana durante l'audizione davanti al Congresso Usa. L'impegno di Yellen a restare segue le critiche che le sono state mosse dal presidente-eletto, Donald Trump, che l'ha accusata di essere politicizzata, alimentando le indiscrezioni che in caso di una sua vittoria elettorale si sarebbe dimessa.