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MONDO

Il retroscena

Minacce dell'Isis e timore dei 'lupi solitari', in Vaticano preoccupa la sicurezza di Papa Francesco

Bergoglio insofferente nei confronti delle misure di protezione ha scelto di stare sempre a contatto con i fedeli, una politica che preoccupa i responsabili della sua sicurezza

Papa Francesco
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Racconta Massimo Franco sul Corriere della Sera che Papa Francesco, rientrando dalla sua visita in Corea del Sud, avrebbe voluto far tappa nel Kurdistan e, da lì, lanciare il suo appello a favore dei cristiani massacrati in Medio Oriente. Non se ne fece ovviamente nulla, su precisa indicazione dei servizi di sicurezza vaticani che, all'idea di organizzare una tappa nella regione compresa tra Siria, Turchia, Iran ed Iraq, avevano sentito tremare le vene dei propri polsi. Ma è questo un episodio che rende bene l'idea di quella che è la concezione della sua missione che ha il Pontefice.

Sin dal giorno dell'elezione Bergoglio ha dato al suo Pontificato un'immagine molto popolare, caratterizzata anche dall'eliminazione della barriere che solitamente separano il Papa dal suo popolo di fedeli. Francesco non vuole l'auto blindata, ama immergersi tra la folla ed è, in generale, sostanzialmente allergico a qualsiasi restrizione della sua libertà come a qualsiasi ostacolo tra lui e la folla. Caratteristiche che lo hanno fatto entrare nel cuore dei fedeli ma che preoccupano, e non poco, i responsabili della sua sicurezza.

Come preoccupa anche la scelta di Bergoglio di rinunciare al tradizionale appartamento destinato ai vescovi di Roma nel palazzo Apostolico in favore della residenza di Santa Marta, dove il Pontefice abitualmente alloggia, e che offre molte meno garanzie sul piano proprio della sicurezza essendo Santa Marta, di fatto, un albergo dove passano anche diversi "civili".

Ma se le minacce più o meno dirette dello Stato Islamico che, più di una volta, ha promesso e minacciato di voler arrivare sino a Roma, pubblicando anche sulla sua rivista 'Dabiq' un fotomontaggio in cui si vede l'obelisco di piazza San Pietro sovrastato dalla bandiera nera dell'Isis, a preoccupare maggiormente in Vaticano sono i cosiddetti 'lupi solitari'. Si teme cioè molto di più l'azione di un singolo o di un piccolo gruppo che non un vero e prorpio attentato organizzato.

Se infatti lo Stato Islamico non sembra in grado di dar seguito alle sue minacce, diverso è il discorso che riguarada possibili simpatizzanti di questo o eventuali emulatori. I servizi dei paesi occidentali, come quelli del Vaticano, ritengono al momento non concreta la possibilità di un'azione terroristica concordata ed organizzata, ma non escludono affatto la possibilità che qualche singolo possa attentare alla vita del Pontefice, magari utilizzando i sempre più diffusi droni, capaci di arrivare quasi ovunque e difficilissimi da intercettare.

E tra poco più di una settimana, a fine novembre, Bergoglio sarà in visita in Turchia. Un viaggio particolarmente delicato dal punto di vista della sicurezza. Il paese di Erdogan, oltre ad essere una nazione sempre più islamizzata, è anche pericolosmente vicina, e non solo geograficamente, al conflitto che sta insanguinando il Medio Oriente.
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