Original qstring:  | /dl/rainews/articoli/israele-voto-netanyahu-palestinesi-affossa-processo-di-pace-incriminazione-crimini-di-guerra-c24c0d2d-4162-46f8-af02-7338c0b5ed68.html | rainews/live/ | true
MONDO

La battaglia si sposta alla Corte Penale Internazionale

Palestinesi dopo il voto in Israele: "La vittoria di Netanyahu affossa il processo di pace"

Lo ha detto il capo negoziatore palestinese Saeb Erekat. A seguito della promessa elettorale di Netanyahu - nessuno Stato Palestinese sotto il suo governo e migliaia di case, invece, per i coloni - la società israeliana non lascia margine al processo di pace. E vuole accelerare la denuncia per crimini di guerra contro Israele, che verrà presentata il primo di aprile. 

Saed Erekat - capo negoziatore palestinese
Condividi
La vittoria di Benjamin Netanyahu alle elezioni segna un giorno nero per l'Autorità Nazionale Palestinese. Il leader del Likud, è il commento ufficiale dopo l'esito del voto, "affossa il processo di pace e affossa la soluzione dei due Stati". In chiusura della campagna elettorale Netanyahu aveva infatti promesso, in caso di vittoria, migliaia di nuove case per i coloni e aveva affermato che mai, sotto il suo mandato, avrebbe visto la luce uno Stato Palestinese. 

Il negoziatore palestinese Erekat: Israele non è partner nel processo di pace
Il giorno dopo il voto Saeb erekat, capo negoziatore della Palestina, esplicita la propria posizione: "Israele - ha detto - e la società israeliana non sono un partner nel processo di pace". Citando le promesse pre-elettorali ha visto in arrivo nuove politiche contro la costituzione di uno Stato Palestinese indipendente e una spinta alla colonizzaziona a Gerusalemme Est. 

Portavoce ANP: "Disposti a trattare con governo che si impegna per stato palestinese"
L'unica via del dialogo è in un governo che voglia lavorare per uno stato palestinese con capitale a Gerusalemme Est. Lo ha detto il portavoce della presidenza dell'Autorità Nazionale Palestinese Nabil Abu Redeineh: "Siamo pronti a trattare con un governo che si impegni in tal senso, altrimenti perdurerà il pericoloso stato di paralisi e di vuoto cui si assiste in tutta la regione".

Prossima mossa: Corte Penale Internazionale, la denuncia per crimini di guerra contro Israele
Un nuovo governo a guida Netanyahu spinge i palestinesi a premere perché la denuncia contro Israele per crimini di guerra faccia il suo corso, ha sottolineato Erekat. Bisogna però aspettare il primo aprile, data in cui l'adesione della Palestina alla Corte Penale Internazionale - firmata il 1 gennaio 2015, all'indomani dal no del Consiglio di Sicurezza ONU alla risoluzione che chiedeva la fine dell'occupazione israeliana - diverrà operativa. La denuncia riguarderà il conflitto a Gaza del luglio scorso e la colonizzazione in Cisgiordania. L'adesione della Palestina alla Corte dell'Aja aveva provocato due reazioni: Israele ha congelato in segno di ritorsione 217 milioni di dollari di tasse raccolte per l'Autorità Nazionale Palestinese, in ottemperanza agli accordi Oslo (morti, secondo Avigdor Lieberman, dopo la firma di Abu Mazen per l'ingresso nella IPCC) e un'indagine preliminare a tempi di record da parte della stessa Corte.

L'esame preliminare della Corte Penale Internazionale
A pochi giorni dall'adesione della Palestina il procuratore dell'Aja Fatou Bensouda ha annunciato di aver avviato un esame preliminare sui prossibili crimini di guerra commessi nei Territori da Israele così come dai palestinesi. Poi, sulla base dei dati raccolti, si deciderà se procedere o meno. E, infatti, la Bensouda ha specificato che non si tratta di un'inchiesta "ma di un processo di analisi delle informazioni disponibili al fine di raggiungere una decisione pienamente informata sulla possibilità di procedere”. 
Condividi