MONDO
Tre morti in meno di un mese
I video dell'orrore: le tre vittime decapitate dal boia di ISIS
Due giornalisti, James Foley e Steven Sotloff, e un esperto di sicurezza che lavorava per le ONG, David Haines. Le tre vittime sono morte nello stesso modo: prima la decapitazione, poi il video che fa il giro del mondo. Ora si teme per la vita di Alan Henning.
19 agosto: James Foley
Il 19 agosto a morire è stato James Foley, 40 anni: spalle dritte, viso contratto, decapitato dal boia dello Stato Islamico. Rapito il 22 novembre del 2012, fino al giorno prima aveva lavorato ai suoi reportage nel nordovest della Siria. Reporter esperto, Foley aveva coperto i conflitti in Afghanistan e Libia. Era già stato rapito una volta nel 2011, dai sostenitori di Gheddafi. Con lui c'erano altri due giornalisti, l'americana Clare Gillis e lo spagnolo Manu Brabo, mentre un quarto, il sudafricano Anton Hammerl, era stato ucciso. I tre avevano passato 44 giorni in prigionia prima di essere liberati. Diane Foley, madre di James, ha voluto ricordare il figlio con queste parole: "Non siamo mai stati così orgogliosi di nostro figlio. Ha dato la sua vita cercando di rivelare al mondo la sofferenza del popolo siriano".
2 settembre: Steven Sotloff
Americano-Israeliano, Steven Sotloff è stato decapitato il 2 settembre. L'annuncio della sua morte era già nel video in cui il mondo vedeva la fine del giornalista James Foley. Corrispondente per Times, Sotloff era disperso dall'agosto del 2013. La sua vita, aveva detto il boia del sedicente Stato Islamico, "dipendeva dalle decisiono di Obama". Il video di meno di 3 minuti è stato rilanciato da Site, il portale che monitora i siti web islamici. La morte del reporter 31enne, come nel caso di Foley, porta con sé anche l'annuncio della vittima successiva: David Haines.
13 settembre: David Haines
Lo chiamavano "lo scozzese matto" per la sua dedizione e il suo impegno. 44 anni, David Haines era un esperto di sicurezza che da anni lavorava per le organizzazioni non governative. Prima di scegliere questo lavoro, Haines aveva prestato servizio militare per il Regno Unito. Poco prima della diffusione del video la sua famiglia aveva chiesto ai rapitori di mettersi in contatto con loro, nella speranza di salvargli la vita. Haines, rapito in Siria lo scorso anno, oggi lascia la moglie e due figlie.
La minaccia di IS: la prossima vittima sarà Alan Henning
Appena è stato diffuso il video della decapitazione di Haines, su Twitter è partita una gara per identificarlo. Anche lui britannico, originario della zona di Manchester, è un operatore umanitario che ha deciso di dedicarsi all'aiuto e alla protezione dei profughi. Tra le molte persone che lo hanno conosciuto sul campo, prima del sequestro, questa è la descrizione del reporter olandese Harald Doornbos.
Alan Henning is a British aid worker who went to help refugees in Idlib, he was abducted in Al Dana by ISIS when they occupied the city
— كريم مطر (@SaiyanSyrian) September 13, 2014