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ECONOMIA

Fase 2

Covid-19, Confindustria stima Pil in calo dell'8% nel secondo trimestre

Si chiedono sostegni o ci sarà un impoverimento generale. Ricchezza fa un balzo indietro di 40 anni

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di Tiziana Di Giovannandrea Il quadro economico che emerge dall’indagine diffusa dal Centro Studi di Confindustria illustra come con la fine del lockdown non ci sarà un recupero veloce del Pil e la produzione nel secondo trimestre sarà peggiore del primo trimestre. Inoltre nel secondo trimestre, secondo gli esperti di Viale dell'Astronomia: "C'è da attendersi una caduta del Pil italiano di almeno 8 punti percentuali".

Per quanto riguarda il dato che la fine del lockdown non genererà un veloce recupero si spiega con il fatto che le famiglie continueranno ad essere prudenti e le imprese dovranno smaltire le scorte accumulate negli ultimi mesi. 

Inoltre l'emergenza causata dalla pandemia da Coronavirus ha prodotto "Una caduta dell’attività senza precedenti nelle serie storiche disponibili", che ha portato nei mesi di marzo e aprile ad un dimezzamento della produzione industriale che registra una perdita di oltre il 50%.

Nella nota del Centro Studi di Confindustria viene dato molto risalto al fatto che nel secondo trimestre del 2020 vi sarà una dinamica di Pil e produzione molto più negativa rispetto a quella osservata nel primo trimestre.

Centro Studi di Confindustria osserva poi che: "E' attesa una modesta ripresa della domanda" e quindi "c’è da attendersi un forte rimbalzo congiunturale dell’attività" aggiungendo come: "Anche tenendo conto di una dinamica positiva in maggio e giugno, la produzione nel secondo trimestre è attesa diminuire a un ritmo più che doppio rispetto a quello registrato nel primo. È necessario fare di tutto per sostenere adeguatamente imprese e famiglie; l’alternativa è un impoverimento generale e duraturo che riporterà i livelli di ricchezza indietro di quarant’anni".  

Il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli in audizione alla Camera, ha riferito che "La riduzione della produzione è di oltre il 50-55% complessivo per aprile e di oltre il 30% per marzo. Questi numeri ci portano a pensare che il generale calo di volume della produzione di tutti i comparti produttivi si attesterà sui 400-500 miliardi di euro su base annuale". Il ministro inoltre ha sottolineato che per quante risorse si possano destinare "Non riusciremo mai a pareggiare il danno reale per la mancata produzione".
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