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MONDO

Alta tensione

Elezioni in Turchia: Erdogan conquista la maggioranza, scontri tra polizia e filo-curdi

L'Akp del presidente torna ad avere la maggioranza assoluta dopo averla persa nelle elezioni di giugno. Scontri in piazza tra polizia a manifestanti filocurdi, con l'Hdp che supera di poco la soglia di sbarramento del 10%. Affluenza all'87%. Erdogan: "Ha vinto la stabilità"

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Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha vinto la sua sfida: il filo-islamico partito della Giustizia e dello Sviluppo (Akp) ha ottenuto il 49,3% dei voti e si aggiudica la maggioranza assoluta dei seggi nel Parlamento turco, 315 su 550. "Oggi è una vittoria per la nostra democrazia e per il nostro popolo", è il primo commento del premier turco, Ahmet Davutoglu, che ha preso la parola davanti a una folla di sostenitori del suo partito, l'Akp, davanti alla sua casa nel centro di Konya, roccaforte di questa formazione politica.

Erdogan: un voto per la stabilità
Nella notte, con un messaggio email, Erdogan ha salutato la vittoria come un segnale che il popolo ha scelto la stabilità e la fiducia. E ha "avvisato" i militanti del Partito dei lavoratori del Kurdistan Pkk: il risultato del voto mostra che "violenza, minacce e spargimento di sangue non possono coesistere con la democrazia e la legge".

I curdi per un soffio in Parlamento, calano i nazionalisti 
Il partito filo-curdo Hdp ha centrato comunque l'obiettivo di entrare in Parlamento grazie al 10,4% dei voti (la soglia di sbarramento era del 10%) che gli varrà 59 seggi.  
Tengono i kemalisti laici del Chp che confermano il risultato di cinque mesi fa e i loro 132 seggi, attestandosi intorno al 25,3%. In calo i nazionalisti repubblicani, scesi dal 16,3 al 12% e con un numero di deputati dimezzati, da 80 a 42.

La crescita dell'Akp di Erdogan 
Il dato più eclatante di queste elezioni è la crescita dell'Akp di Erdogan che dalle ultime elezioni del 7 giugno ha guadagnato nove punti percentuali, portando così il proprio numero di deputati da 258 a 315, ben oltre la maggioranza assoluta di 276, necessaria a governare da solo, e molto vicino alla maggioranza qualificata di 330, richiesta per cambiare la Costituzione e realizzare il progetto presidenzialista. Quest'ultimo era ed è il vero obiettivo di Erdogan, che si sente ingabbiato dai poteri formali dell'incarico da lui coperto, deciso ad acquisire poteri esecutivi.  

I curdi perdono un milione di voti 
Dopo l’exploit del 7 giugno scorso, i filo curdi dell'Hdp, perdono oggi quasi il 3% passando dal 13% al 10,4% e da 80 deputati a 59.

Un Paese diviso in tre  
La mappa dei risultati mostra un Paese spaccato in tre. Sulla costa egea e in Tracia vincono i repubblicani del Chp, l'Anatolia centrale e il Mar Nero sono dominati dall'Akp, nel sud-est del Paese a maggioranza curda vincono i filo curdi dell'Hdp, ragione per cui, seppur con una percentuale leggermente inferiore, ottengono più seggi dei nazionalisti.

Mesi di tensioni e violenze 
Dalle elezioni del 7 giugno a oggi, la Turchia ha vissuto mesi difficili: la ripresa degli scontri con il Pkk il 24 luglio, scontri che hanno causato più di 230 morti tra civili e forze di sicurezza, mentre l'esercito turco ha annunciato l'uccisione di più di 2000 ribelli separatisti. Gli attentati di Suruc del 20 luglio, 33 morti e Ankara il 10 ottobre, 102 morti. L'oscuramento di due canali televisivi e il commissariamento di due giornali. Scelte politiche che hanno causato un travaso di voti dai nazionalisti all'Akp, ma non solo, la Turchia ha scelto un partito solo al potere e il suo leader che ora governerà da solo.

Boom di affluenza: 87,2%
Il voto ha visto una partecipazione di massa: l'affluenza alle urne ha toccato l'87,2%. Lo riferisce la tv di Stato Trt. Nel voto del 7 giugno scorso la partecipazione si fermò all'83,9%.

Scontri a Diyarbakir tra polizia e manifestanti curdi
Le forze di sicurezza turche hanno lanciato gas lacrimogeni per disperdere manifestanti curdi scesi in piazza a Diyarbakir, nel sud-est del Paese, per esprimere la rabbia per il trionfo elettorale del Partito della Giustizia e dello Sviluppo del presidente Erdogan. Gli scontri sono scoppiati davanti alla sede locale del filo-curdo Partito democratico del popolo (Hdp). Decine di manifestanti hanno lanciato sassi contro gli agenti e hanno bloccato una delle strade principali della città, dopo che i dati parziali mettevano in dubbio il superamento da parte dell'Hdp della soglia del 10% necessario per portare di nuovo propri deputati in Parlamento.
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