MONDO
L'analisi
Francia, il rischio zero non è mai esistito: cosa frena l'antiterrorismo
Le autorità sapevano che un altro attacco in suolo francese era possibile. Una serie di interventi e l'attenzione alla galassia jihadista non sono bastate ad evitarlo
Parigi
La Francia non è rimasta immobile dopo gli attentati di gennaio a Charlie Hebdo e al supermercato Hyper Cacher di Parigi. Nel giro di alcuni mesi è stata varata una nuova legge sull’intelligence, lo stato maggiore dell’antiterrorismo è stato messo direttamente alle dipendenze del ministro dell’Interno, l’attenzione è rimasta altissima. Eppure il rischio zero non è mai esistito, come sapevano bene anche le autorità. Tanto che alla fine di ottobre, riferisce Le Monde, un alto ufficiale di polizia affermava: “Siamo più vicini al prossimo attentato che all’ultimo”.
Interventi e criticità
Gli attacchi nella capitale francese hanno tristemente confermato la previsione, probabilmente anche andando al di là degli scenari peggiori. Le difficoltà incontrate dalle autorità, spiega Le Monde, sono numerose. Da un lato l’applicazione delle nuove misure richiede tempo. Dopo gli attentati di gennaio, ad esempio, il primo ministro Manuel Valls aveva annunciato la creazione di 1400 posti di lavoro negli interni, 950 nel settore della giustizia e 250 in quello della difesa. Saranno però effettivi solo nel giro di alcuni anni.
Superlavoro per l’antiterrorismo
Nel frattempo il lavoro da fare per contrastare le minacce si moltiplica. Attualmente oltre 1500 persone sono considerate implicate nelle filiere jihadiste in Sirie e in Iraq e, prosegue la testata francese, vanno seguite giudizialmente o amministrativamente. Nei file classificati che riguardano la prevenzione e la radicalizzazione a carattere terroristico, figurerebbero oltre 11mila nomi.
Il coordinamento fra le agenzie
Secondo Le Monde, sussistono anche problemi di coordinamento fra le varie agenzie che si occupano del problema. Difficoltà che dopo Charlie Hebdo erano state affrontate con la creazione di una struttura di coordinamento e scambio di informazioni. La coabitazione però appare complessa e la concorrenza fra i servizi, afferma il quotidiano francese, rischia di mutarsi in concorrenza fra coordinatori.
Duplice pericolo
Criticità che agevolano i terroristi. Il pericolo è duplice. Da una parte ci sono i cani sciolti, i singoli fanatici che decidono di passare all’azione senza avere particolare preparazione o formazione. Dall’altra ci sono le azioni più ampie progettate dall’Isis per portare la guerra in territorio francese, proprio come è accaduto a Parigi. E come purtroppo potrebbe succedere ancora.
Interventi e criticità
Gli attacchi nella capitale francese hanno tristemente confermato la previsione, probabilmente anche andando al di là degli scenari peggiori. Le difficoltà incontrate dalle autorità, spiega Le Monde, sono numerose. Da un lato l’applicazione delle nuove misure richiede tempo. Dopo gli attentati di gennaio, ad esempio, il primo ministro Manuel Valls aveva annunciato la creazione di 1400 posti di lavoro negli interni, 950 nel settore della giustizia e 250 in quello della difesa. Saranno però effettivi solo nel giro di alcuni anni.
Superlavoro per l’antiterrorismo
Nel frattempo il lavoro da fare per contrastare le minacce si moltiplica. Attualmente oltre 1500 persone sono considerate implicate nelle filiere jihadiste in Sirie e in Iraq e, prosegue la testata francese, vanno seguite giudizialmente o amministrativamente. Nei file classificati che riguardano la prevenzione e la radicalizzazione a carattere terroristico, figurerebbero oltre 11mila nomi.
Il coordinamento fra le agenzie
Secondo Le Monde, sussistono anche problemi di coordinamento fra le varie agenzie che si occupano del problema. Difficoltà che dopo Charlie Hebdo erano state affrontate con la creazione di una struttura di coordinamento e scambio di informazioni. La coabitazione però appare complessa e la concorrenza fra i servizi, afferma il quotidiano francese, rischia di mutarsi in concorrenza fra coordinatori.
Duplice pericolo
Criticità che agevolano i terroristi. Il pericolo è duplice. Da una parte ci sono i cani sciolti, i singoli fanatici che decidono di passare all’azione senza avere particolare preparazione o formazione. Dall’altra ci sono le azioni più ampie progettate dall’Isis per portare la guerra in territorio francese, proprio come è accaduto a Parigi. E come purtroppo potrebbe succedere ancora.