MONDO
L'appello della Ong al governo greco: servono più fondi
Migranti. Save the Children riaccende riflettori sulla Grecia: bimbi vivono in condizioni terribili
I lunghi tempi delle procedure per la richiesta d'asilo - denuncia l'ong - costringono molte persone a "restare bloccate sulle isole per un periodo indefinito e per le famiglie con bambini vivere in rifugi di fortuna con scarse condizioni igieniche, senza acqua e con un numero di bagni insufficiente"
Troppo tempo per avere status di rifugiati: intere famiglie costrette a vivere in rifugi di fortuna
I lunghi tempi delle procedure per la richiesta d'asilo costringono le persone, prosegue l'ong, " a restare bloccate sulle isole per un periodo indefinito e per le famiglie con bambini vivere in rifugi di fortuna con scarse condizioni igieniche, senza acqua e con un numero di bagni insufficiente. Ratti e insetti hanno infestato le aree abitate e gli impianti elettrici improvvisati rappresentano un rischio per i più piccoli". Il sovraffollamento ha reso alcuni campi molto insicuri per i bambini, con frequenti episodi di violenza e abusi nei confronti di minori. La lunga permanenza in tali condizioni espone i bambini a danni psicologici: livelli accresciuti di stress e ansia, disperazione, depressione e autolesionismo, come rilevava a marzo un rapporto di "Save the Children".
Situazione esplosiva negli hotspot
Circa 10.000 persone si trovano attualmente negli hotspot, che hanno una capacità totale di soli 5.576 posti. A Samos oltre 2.800 persone vivono in un centro per l'accoglienza e l'identificazione con una capacità massima di 700 posti. Quasi 600 bambini, inclusi 76 minori non accompagnati o separati dalle proprie famiglie, vivono in queste condizioni. A Lesbo, il centro di accoglienza - dove le persone devono restare fino all'esito della domanda d'asilo - ospita più di 4.300 persone, quasi il doppio della sua capienza, che è di 2.330. "A due anni dall'inizio di questa crisi, vediamo ancora famiglie condividere le tende e bambini, inclusi i neonati, dormire a terra", racconta Andreas Ring, rappresentante di "Save the Children" in Grecia.
"Le madri - prosegue - ci riferiscono di non riuscire a prendere appuntamento coi medici per far visitare i figli ammalati a causa delle enormi liste d'attesa. Sappiamo di 16 persone appartenenti a tre nuclei famigliari, tra le quali vi è una donna incinta, che hanno dovuto dividere una tenda per 5. Questo non è un ambiente sicuro: sta mettendo a rischio la salute e il benessere dei bambini". La lentezza delle procedure di asilo aggrava la situazione: "L'incertezza per il futuro, combinata con le condizioni di vita estremamente difficili sono sufficienti per spingere le persone al punto di rottura, soprattutto coloro che hanno già vissuto esperienze traumatiche nel paese d'origine", aggiunge Ring.
L'appello di Save the Children al governo greco
"Save the Children" chiede al governo greco "di fare di più per attenuare sovraffollamento e condizioni terribili, compiendo dei passi immediati per decongestionare le isole e permettere alle persone di spostarsi sulla terraferma, dando priorità alle persone più vulnerabili. Il governo dovrebbe, inoltre, accelerare gli sforzi per migliorare l'accoglienza sulle isole e assicurare la sicurezza dei bambini negli hotspot". Molta la preoccupazione dell'organizzazione: mentre aumentano i bisogni umanitari sulle isole, la disponibilità dei servizi essenziali diminuisce. La causa è rintracciata nella diminuzione dei fondi per le isole, col risultato che diverse organizzazioni non governative hanno dovuto ritirarsi o ridurre il proprio impegno.
Anche "Save the Children", che continua a offrire supporto su alcune isole greche, ha dovuto ridurre o trasferire parte del suo lavoro a organizzazioni locali. "Sollecitiamo con urgenza i donatori e il governo greco - conclude l'organizzazione - affinché vengano resi disponibili fondi essenziali per garantire che l'impegno umanitario sulle isole possa continuare e affinché i bambini rifugiati e migranti abbiano accesso ai servizi di cui hanno bisogno".